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“Il sindaco risponde” su Rsa e sicurezza in centro

Venerdì 14 Aprile 2017 — 07:56

Il primo cittadino risponde ai lettori di Quilivorno.it. Manda una mail a [email protected] e fai una domanda a Nogarin

E’ iniziata il 3 marzo, con le risposte a due delle lettere selezionate fra le tantissime arrivate alla nostra redazione, la rubrica a cadenza quindicinale “Il sindaco risponde”. Riportiamo per ognuna la risposta di Nogarin. Ecco le risposte di venerdì 14 aprile. Potete inviare le vostre domande all’indirizzo [email protected] indicando nome, cognome e numero di telefono.

La prima risposta del 14 aprile (quale futuro per le Rsa?) –  Buongiorno Furio,
rispondo con immenso piacere alla sua domanda (clicca qui per leggere la lettera inviata dal lettore) perché mi permette di intervenire su un punto su cui, a differenza di quanto lei sostiene, si è molto dibattuto sia sui giornali che in Consiglio comunale ma su cui è stata fatta poca chiarezza.
Molto è cambiato nell’ultimo anno sulla gestione delle Rsa; lei parla di una strategia di dismissione e di smantellamento di un servizio di eccellenza. Io parlo invece di un obiettivo opposto: quello della redistribuzione delle risorse per andare davvero incontro a chi ha più bisogno.
Fino alla seconda metà dello scorso anno, Livorno era l’unica città a consentire che il costo della retta non coprisse la spesa del servizio residenziale. Questo significa che il Comune era costretto a versare la differenza, andando a pagare non solo per i cittadini bisognosi, ma anche per i molti anziani benestanti che usufruiscono del servizio. Un’anomalia a livello regionale e nazionale. Anomalia che noi abbiamo sanato e questo consente al Comune di indirizzare le proprie risorse a coprire la quota sociale della retta per le persone maggiormente bisognose, che con la crisi stanno crescendo di numero.
Le cifre non mentono: nel 2015, quando cioè era pienamente operativo il modello da lei decantato, il Comune spendeva per le Rsa – centri diurni esclusi – oltre 2.2 milioni di euro l’anno. Con il modello attuale le risorse impiegate sono rimaste le stesse. Ma ora vanno a integrare le rette di chi non ha mezzi per farcela da solo.
L’altro era un modello basato sullo spreco di denaro pubblico, versato a chi poteva pagarsi il servizio di tasca propria. E in una fase di difficoltà degli enti locali, sarebbe stato un delitto proseguire su quella strada.
Ma c’è un altro punto: nonostante il cambio di regime, abbiamo mantenuto a Livorno le tariffe tra le più basse della Toscana e previsto un sistema di compartecipazione modulata in base al reddito Isee degli ospiti. E questo, in una sola parola, significa: redistribuzione.
Per quanto riguarda il passaggio di due strutture alla Asl, mi limito a ricordare che si tratta di una decisione della Regione. Le altre non verranno privatizzate, anzi. Il Comune conserverà il controllo sulle strutture, sul numero dei posti letto da mettere a disposizione e ha introdotto una clausola sociale per salvaguardare i lavoratori.
Anche in questo caso, nessuna dismissione dunque. Solo un uso più razionale dei soldi pubblici, di cui dovrebbero rallegrarsi tutti i cittadini.
Mi scuso per la lunghezza e la saluto calorosamente.
Sempre pronto al confronto.
Filippo Nogarin

Seconda risposta del 14 aprile (Sicurezza sotto l’ex cinema Grande) –  Gentile Sara, la sua preoccupazione è la nostra preoccupazione: abbiamo piazza grande sotto gli occhi tutto il giorno e sappiamo bene che il “sotto cinema” come lo definisce lei è mal frequentato in alcuni orari (clicca qui per leggere la lettera della lettrice).
Io ho personalmente chiesto di recente al questore, cui spetta il compito di garantire la sicurezza dei cittadini, di intensificare i passaggi delle volanti in questa zona.
In una città di 160mila persone è impensabile che si possa prevedere una pattuglia fissa nei pressi di piazza Grande.
In ogni caso ho avuto risposte positive dal questore che mi ha assicurato che riserverà un’attenzione particolare alla zona. Per quanto riguarda noi, invece, abbiamo da tempo deciso di aumentare i passaggi nel “sotto cinema” da parte dei mezzi delle pulizie di Aamps. L’auspicio è che, dando la dimostrazione di avere un occhio di riguardo per il decoro della zona, si scoraggino i frequentatori molesti e i delinquenti a usarla come piazza di spaccio.
È chiaro però che, per avere i primi risultati evidenti, è necessario un intervento diretto della questura. Per quanto riguarda infine l’episodio specifico che mi ha raccontato, la invito a denunciare i fatti alla polizia.

Un saluto
Filippo Nogarin

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