Sgomberata all’alba la prima casa popolare per morosità colpevole
L'inquilino è risultato percepire un reddito da lavoro dipendente di oltre 45mila euro lordi l’anno. Apolloni: "La musica è cambiata". Soriani: "Sotto la minaccia della decadenza molti hanno saldato"
E’ scattato all’alba del 26 novembre il primo sgombero nei confronti di un inquilino delle case popolari che risultava essere moroso dal 2015 e aveva rifiutato ogni piano di rientro dal debito, pur avendo i soldi necessari a sostenerlo. Lo rende noto il Comune attraverso una nota. Il destinatario del provvedimento di sgombero, prosegue il comunicato, è risultato percepire un reddito da lavoro dipendente di oltre 45mila euro lordi l’anno e, a partire dal 2015, aveva completamente smesso di pagare il canone per l’alloggio popolare in cui viveva accumulando un debito totale di 20mila euro. “Per troppo tempo in questa città sono state tollerate situazioni di privilegio e illegalità insopportabili – commenta l’assessore al Sociale, Leonardo Apolloni – famiglie con redditi medio alti che, pur beneficiando di affitti contenuti, si sono sentite in diritto di non pagare il canone, finendo così per pesare due volte sulla collettività. Da un lato hanno occupato un alloggio senza averne titolo, dall’altro hanno sottratto risorse fondamentali per effettuare i ripristini degli alloggi da assegnare a chi ha davvero bisogno. Ora però la musica è cambiata. Avevamo promesso un’accelerazione sull’avvio delle decadenze per morosità colpevole e abbiamo mantenuto la parola. Un cambio di passo rispetto alla storia recente della città di Livorno, dove negli ultimi decenni non si era registrato alcun provvedimento di questo tipo a carico di un inquilino gravemente moroso”. “Nel corso degli anni – sottolinea la presidente di Casalp, Vanessa Soriani – abbiamo inviato numerosi solleciti di pagamento, che sono stati sempre respinti da parte dell’inquilino, che ha anche sistematicamente ignorato tutti i piani di rientro dal debito proposti dall’azienda. A questo punto l’ufficio Casa ha fatto scattare la decadenza”. L’inquilino, che ha già lasciato l’appartamento, avrà 60 giorni di tempo per togliere i mobili e dare così la possibilità a Casalp di inserire l’alloggio in cima all’elenco di quelli da ripristinare e riassegnare. “Sotto la minaccia della decadenza – conclude Soriani – molti inquilini si sono presentati da noi e hanno immediatamente saldato debiti da decine di migliaia di euro. Segno che i soldi li avevano eccome, ma semplicemente preferivano utilizzarli per altri scopi. Ora possiamo dire che la stagione di chi si approfitta della collettività a scapito di chi ha realmente bisogno è finita”.
Negli ultimi 2 anni sono stati contattati direttamente più di 1300 utenti morosi al fine di poter permettere loro di rientrare dal debito accumulato. Sono stati sottoscritti circa 300 accordi, mentre altri 200 hanno riconosciuto il debito, iniziando i pagamenti.
Per tutte le altre posizioni, grazie ai pignoramenti, sono stati recuperati 1,5 milioni.
Sulle fasce di reddito più alte è stato attivato invece un procedimento di decadenza: su 21 nuclei contattati, 9 hanno regolarizzato la loro posizione versando complessivamente 86.500 euro in una sola tranche. Per gli altri sono stati calendarizzati gli sgomberi.
Casalp ha inoltre inviato le comunicazioni di prossimo avvio del procedimento di decadenza agli altri inquilini morosi colpevoli: in poche settimane, 80 soggetti hanno saldato i loro debiti, per un totale di 250mila euro.
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