Scopre 175 monete antiche e rinuncia al premio. “Ero sotto shock, le ho sorvegliate per ore”
Nella foto principale lo scopritore delle monete Alberto Cecio e la olla con una parte delle monete. Scorrendo verso destra trovate anche le foto del ritrovamento
Dopo un anno e mezzo di studio (la scoperta risale al novembre 2021) il "Tesoretto di Suese" sarà in mostra dal 5 maggio al 2 luglio al Museo di Storia Naturale. L'emozione di Alberto Cecio, membro del GAPL, lo scopritore dell'olla con le monete. La soprintendenza: "Potrebbero essere i risparmi di 10 anni di un militare dell'epoca"
Scoperte 175 monete di epoca romana, tutti denari in argento, risalenti al periodo tra il 175 e 82 a.c. per un valore, oggi, di 25.000 €. “Emozionato? Si metta nei miei panni, ero sotto shock”. A parlare a margine della conferenza stampa di presentazione delle monete è Alberto Cecio, membro del Gruppo Archeologico Paleontologico Livornese (GAPL), che a novembre 2021, nella Tenuta Bellavista Insuese, ha fatto la scoperta dando di fatto il via, come l’ha definita la presidente della Provincia di Livorno Sandra Scarpellini, ad una “virtuosa collaborazione tra enti” (Provincia di Livorno, Soprintendenza di Livorno e Pisa, Museo di Storia Naturale, Archivio di Stato, Regione Toscana, GAPL e Biblioteca Labronica “Guerrazzi”, senza dimenticare la Tenuta nella persona di Sabina Vitarelli per la collaborazione durante le fasi di recupero) che ha portato dopo un anno e mezzo di studio circa a realizzare la mostra temporanea Il tesoretto di Suese dal 5 maggio al 2 luglio al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo. “Durante questo anno e mezzo abbiamo lavorato in gran segreto per poter studiare i reperti”, spiega la curatrice della mostra Lorella Alderighi. archeologa della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Pisa e Livorno.
Appassionato di fotografie e funghi, Alberto stava camminando all’interno della Tenuta (situata tra Stagno e Guasticce) quando si è imbattuto in quella che si sarebbe rivelata essere l’olla contenente le monete della Roma Repubblicana. “Mi trovavo in direzione sud, dopo l’Oasi della Contessa, e ad un tratto lungo il declivio di una collinetta ho notato due cocci con all’interno due “tondini”. Non avevo con me strumenti e così ho utilizzato una pianta. Quando sono riuscito con tutta la delicatezza del caso a togliere la terra ho capito che erano monete e di aver fatto quindi una scoperta archeologica”. Prosegue lo scopritore: “Ho avvisato la Soprintendenza e ho atteso l’arrivo degli archeologi sorvegliando il luogo del ritrovamento per 6 ore per evitare che qualcuno potesse calpestarlo. Avrei fatto qualsiasi cosa per salvaguardare l’olla con le monete”. Durante il lasso di tempo Alberto si è bagnato perché ha piovuto per 20 minuti e ha potuto mangiare solo un panino portato da un collega del GAPL. “Lo abbiamo trovato provato – riprende l’archeologa Alderighi – ma fiero di quello che aveva fatto. Mi preme sottolineare che dopo tutto lo sforzo Alberto ha rifiutato il premio di rinvenimento che spetta a chi fa una scoperta archeologica pari al 25% del valore della scoperta”. Alberto quindi ha rinunciato a 6.250 €. Ma a chi sono appartenute le monete? Alla luce della loro datazione, ha spiegato il soprintendente Valerio Tesi, potrebbero essere il gruzzolo, risparmiato in 10 anni, che un militare ritornato alla sua terra dopo la guerra civile ha nascosto in un bosco non lontano dalla sua casa per metter su la sua azienda agricola. “Dopo aver comunicato la notizia all’Ansa il 14 aprile di quest’anno – conclude Alderighi – il rinvenimento ha avuto una risonanza internazionale, in particolare negli Stati Uniti e in Inghilterra. E proprio leggendo la notizia riportata dai media inglesi mi fa piacere dire che siamo stati contattati da un illustre numismatico italiano Alberto Campana”.
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