Salviamo le imprese, catena umana in piazza Grande
La presidente di Confcommercio Francesca Marcucci: "Dietro alle partite Iva ci sono persone, famiglie, dipendenti che rischiano grosso". Salvetti: "Il mondo del terziario può contare sul supporto dell’amministrazione"
Mobilitazione di Confcommercio e Confesercenti per chiedere al Governo un'alternativa alle chiusure e aiuti economici più consistenti. Presente anche Salvetti. Le richieste delle associazioni
Da ormai un anno la pandemia da Covid-19 ha messo in ginocchio il settore terziario. Per questo, il 1 marzo, in tutti i capoluoghi di provincia della Toscana si è svolta una manifestazione (a distanza di sicurezza), organizzata dalle Confcommercio e Confesercenti regionali, che ha visto gli imprenditori e i lavoratori del commercio, turismo, sport e non solo scendere in piazza formando una catena umana per chiedere al Governo un’alternativa alle chiusure e degli aiuti economici più consistenti. A Livorno l’evento si è svolto in piazza Grande. Presente, accogliendo l’invito, anche il sindaco. Luca Salvetti ha espresso solidarietà e sostegno condividendo le richieste delle imprese del terziario: “L’amministrazione comunale dall’inizio dell’emergenza sanitaria ha sostenuto chi ha avuto bisogno di aiuto perché durante i vari lockdown ha dovuto interrompere la propria attività lavorativa. I contributi ottenuti dal Governo sono stati tutti distribuiti in tempi record con l’aggiunta di risorse provenienti dal bilancio comunale. Abbiamo dimostrato che il mondo del terziario può contare sul supporto dell’Amministrazione che sarà sempre al suo fianco sostenendo le richieste al Governo”.
“Le associazioni di categoria e gli imprenditori del terziario sono stati i primi a credere nell’opportunità di misure drastiche che potessero fermare l’epidemia – ha affermato la presidente provinciale Confcommercio Francesca Marcucci – Abbiamo accettato con grande senso di responsabilità tutte le misure di sicurezza imposte dal Governo, e abbiamo investito tempo e denaro nella formazione degli addetti, nella sanificazione e protezione, nell’adeguamento degli spazi. Ma i nostri sforzi e il nostro senso di responsabilità non ha fermato la pandemia, il piano vaccinale va avanti troppo lentamente, così stiamo attaccati alle esili zattere di salvataggio di fidi bancari e ristori arrivati da Governo e Regione, troppo poco per avere ancora fiducia in un lieto fine. Per questo le imprese si mobilitano: per far capire che dietro alle partite iva ci sono persone, famiglie, dipendenti che rischiano grosso”. La presidente provinciale Confesercenti Maristella Calgaro: “Siamo pronti ad adottare altri protocolli, a cambiare ancora, ma non possiamo rinunciare alla dignità del lavoro. Siamo convinti che salute e lavoro possano convivere. Siamo fortemente preoccupati non solo per il futuro delle nostre imprese, ma anche per quello dell’occupazione, soprattutto alla luce dell’eventuale sblocco al divieto dei licenziamenti. Distruggere l’economia nel nostro Paese significa distruggere anche il diritto al lavoro e alla salute”.
I direttori di Confcommercio e Confesercenti, rispettivamente Federico Pieragnoli e Alessandro Ciapini, sintetizzano così le richieste urgenti a sostegno delle imprese di commercio, servizi e turismo:
– ristori immediati parametrati sulla perdita di fatturato;
– riapertura in sicurezza di tutte le attività chiuse;
– moratoria fiscale per gli anni 2020-2021;
– proroga della cassa integrazione e della moratoria dei mutui e finanziamenti fino al 31 dicembre 2021;
– rimodulazione delle locazioni commerciali e blocco degli sfratti;
– taglio del cuneo fiscale che grava sulle imprese;
– creazione di un piano “ripartenza” per il terziario;
– vaccinazione immediata di imprenditori e addetti del terziario;
– pagamento immediato di tutti i bonus ristori e indennizzi sospesi;
– passaporto sanitario europeo per spostamenti Ue.
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