Referendum, piazza XX gremita per Di Battista.
Il popolo a 5 stelle lo acclama urlando “no”
A fare un breve saluto è arrivato anche il sindaco Nogarin: “Voterò convintamente no – ha affermato il primo cittadino – perché due anni e mezzo fa sono stato eletto per svolgere il mio ruolo di sindaco a tempo pieno e non per fare il senatore part-time”.
di Letizia D’Alessio
C’era grande attesa a Livorno per l’arrivo di Alessandro Di Battista (M5S) con il suo “Treno tour #iodicono” (clicca sul link in fondo all’articolo per vedere le immagini all’interno della fotogallery). Il deputato ha spiegato le ragioni per cui votare “no” al referendum del 4 dicembre. Ad attenderlo circa 500 persone.
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Di Battista è salito sul palco intorno alle 17.45 accolto da un lungo applauso. Il suo intervento è durato una mezz’ora affrontando tantissimi argomenti: dalla nuova composizione del senato qualora vincesse il sì, ai progetti del M5S di riforme costituzionali (abolizione dell’immunità parlamentare, impossibilità di cambiare partito) fino agli intrecci del Pd con le banche. Al termine un altro lungo applauso per il deputato pronto per la sua prossima tappa. (Clicca qui per leggere le reazioni dei tanti presenti e la voce dei sostenitori del “no”).
Tra le oltre cinquecento persone c’erano anche molti giovani e venuti anche da fuori Livorno. Insieme Alessandro Di Battista sono saliti sul palco anche altri volti noti del movimento pentastellato: Alfonso Bonafede, Paola Taverna, Laura Bottici, Mirko Busto, Simone Valente e Danilo Toninelli. In piazza sono arrivati anche l’ex candidato presidente alle regionali dello scorso anno e attuale consigliere a Firenze Giacomo Giannarelli insieme al collega livornese Enrico Cantone. “È importante votare No – ha spiegato Cantone – perchèse passa questa riforma non potremo più difendere il nostro territorio”.
Intorno alle 17.45 è stata la volta di ‘Dibba’, che è stato accolto dai suoi sostenitori con un applauso: Tutti parlano di cambiamento, ma in realtà non fanno niente e difendono solo il loro sistema di potere – ha attaccato – e questa riforma costituzionale servirà solo a dare più potere a chi ce l’ha già, privando il popolo italiano di eleggere i suoi rappresentanti”.
Secondo l’esponente di punta del Movimento 5 stelle infatti la trasformazione della Costituzione è “un tentativo per alcuni di blindare la rielezione”. “Loro dicono che se abbiamo un alto tasso di disoccupazione è colpa della Costituzione – è andato avanti – ma non è affatto vero. Con la vittoria del No ci paventano scenari apocalittici ma l’unica cosa che al momento sappiamo è che cambieranno la legge elettorale, non per garantire un diritto ai cittadini ma per evitare il rischio che i Cinque Stelle vincano le elezioni”.
Di Battista ha poi puntato il dito su come diventerebbe il nuovo Senato con la vittoria del “sì”: “Quasi il 60% sarebbe costituito da senatori del Partito democratico, visto che governano molte delle regioni italiane” e ha snocciolato quelle che sarebbero i punti chiave di una riforma costituzionale targata Movimento 5 stelle: cancellazione dalla carta costituzionale del pareggio di bilancio e l’introduzione del referendum propositivo. “Ci stanno proponendo la più grossa fregatura degli ultimi 30 anni – è l’idea di Danilo Toninelli – parlano poi di riduzione dei costi della politica ma al massimo questa riforma che ha come padri Matteo Renzi e Denis Verdini e come nonno Giorgio Napolitano fa risparmiare solamente 80 centesimi a testa al giorno. Non vogliamo poi una nuova Costituzione che abbia come sponsor principali agenzie di rating e multinazionali”.
“Con un voto ci vogliono fare cambiare 47 articoli della Costituzione – ha tuonato Carlo Sibilia – l’articolo 70 che fino a oggi è scritto in modo comprensibile diventerà se vince il Sì qualcosa di illeggibile. Il Pd che avrà quasi i due terzi dei senatori con solo il 30% dei voti potrebbe portare al Senato un personaggio come Vincenzo De Luca e fargli avere l’immunità parlamentare”. A fare un breve saluto è arrivato anche il sindaco Filippo Nogarin (in piazza si sono visti anche gli assessori Paola Baldari e Francesco Belais): “Voterò convintamente No – ha affermato il primo cittadino – perchè due anni e mezzo fa sono stato eletto per svolgere il mio ruolo di sindaco a tempo pieno e non per fare il senatore part-time”.
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