Porto, processo sulle concessioni: “il fatto non sussiste”. Tutti assolti i 9 imputati
Il procedimento penale inizia nel dicembre del 2018 quando sono state applicate le prime misure interdittive nei confronti degli allora amministratori dell'autorità portuale. Poi il processo durato un anno e mezzo e l'assoluzione con formula piena di tutti i "big" del porto di Livorno
Neanche mezz’ora di camera di consiglio per deliberare l’assoluzione con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, avvenuta la mattina di martedì 20 dicembre nelle aule del tribunale penale di via Falcone e Borsellino nei confronti dei nove imputati del processo sui presunti illeciti relativi alle concessioni portuali.
Alla sbarra erano finiti in 9 all’interno del procedimento penale iniziato ormai nel lontano dicembre del 2018 quando furono applicate le prime misure interdittive nei confronti degli allora amministratori dell’autorità portuale.
Ben nove i “big” del porto livornese finiti sotto la lente di ingrandimento della procura della Repubblica di Livorno con l’accusa di abuso d’ufficio e falso ideologico.
Si è trattato dell’allora presidente dell’Authority Stefano Corsini, l’ex segretario generale Massimo Provinciali, Matteo Paroli ai tempi dei fatti contestati dirigente dell’area demanio dell’autorità portuale, Massimiliano Ercoli, legale rappresentante Seatrag autostrade del Mare, Constantino Baldissara, legale rappresentante del Gruppo Grimaldi Euromed, i due cugini omonimi Corrado Neri classe 1962 e classe 1975 entrambi dirigenti di Sintermar, Luca Becce, allora amministratore del Terminal Darsena Toscana e Federico Baudone amministratore di Sintemar.
La sentenza è stata letta dal collegio giudicante composto Gianmarco Marinai e a latere Rosa Raffaelli e Davide Miniussi. Una sentenza che ha suscitato un applauso di gioia e liberazione arrivato in aula da parte degli imputati che hanno così posto fine a 4 anni di calvario e un anno e mezzo di processo. L’accusa, sostenuta per tutta la durata del processo dal procuratore capo della Repubblica di Livorno, Ettore Squillace Greco, e nella giornata di martedì 20 dicembre per la sola lettura del dispositivo dal pm Sabrina Carmazzi, aveva chiesto le condanne per tutti gli imputati tranne che per Federico Baudone. E per Corsini la condanna per il solo reato di falso. Richieste disattese al termine di un processo dibattimentale minuzioso. “È stata effettuata una ricostruzione del quadro molto completa di tutto il quadro storico – ha commentato al termine della lettura del dispositivo di assoluzione Paolo Bassano, uno degli avvocati del pool difensivo degli imputati – e una verifica di fondamento delle ipotesi di accusa. La chiusura di oggi direi che è una chiusura attesa per quello che era emerso in aula in questi mesi di dibattimento perché il dibattimento ha consentito la ricostruzione di tutta la vicenda costitutiva sia dal punto di vista delle fonti di regolamentazione locale che disciplinare sul rilascio delle concessioni temporanee mettendo in evidenza la debolezza delle ipotesi accusatorie rispetto alle ipotesi di reato che la procura aveva formulato nei confronti degli indagati poi rinviati a giudizio. C’è stato un allineamento sostanziale di tutte le difese per quanto riguardava la ricostruzione della vicenda amministrativa, per altro molto complessa. Ma quando si procede per questo tipo di ipotesi di reato, dolo e falso ideologico – chiosa l’avvocato Bassano – si presuppone un’intenzionalità di tutte le condotte che sicuramente sono state da escludere a carico di tutti ma siamo andati molto oltre perché la conclusione del tribunale è stata quella di provare l’insussistenza delle ipotesi accusatorie a carico di tutti, quindi la formula più piena che esista”.
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