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Pascoli e Villa Serena, in 200 davanti al Comune. La risposta dell’assessore

Mercoledì 23 Gennaio 2019 — 19:04

Mattinata di contestazione per dipendenti e sindacati sul pericolo di perdita di 30 posti di lavoro. Poi l'incontro tra le rappresentanze e l'assessore al sociale Leonardo Apolloni

di Tommaso Lucchesi

Sotto una pioggia battente davanti al Comune si sono radunati, mercoledì 23 gennaio intorno alle 10 più, di 200 manifestanti tra dipendenti e rappresentanti sindacali delle strutture sanitarie Rsa Pascoli e Villa Serena per protestare contro le parole dell’assessore al sociale Leonardo Apolloni che, dopo la precedente contestazione avvenuta il 25 ottobre 2018, aveva assicurato un aiuto consistente a questi centri sociali tramite il riempimento di nuovi posti letto e la salvaguardia del posto di lavoro a tanti livornesi.
Tra fischietti, striscioni e bandiere abbiamo rivolto qualche domanda ai presenti, per illustrarci più nel dettaglio i motivi di questo malcontento. “Siamo stanchi delle promesse del Comune – ha esordito Elisa Maida, dipendente storica della Rsa Pascoli – vogliamo fatti e non parole perché dopo oltre tre mesi non è cambiato niente e il personale deve difendere il proprio posto, sempre più in pericolo di precariato”.  Sulla stessa lunghezza d’onda si è posto Emiliano Sartorio, funzione pubblica Cgil: “Il nostro obiettivo è cercare un’alternativa al bando per il nuovo appalto allo scopo di tutelare quasi 30 posti di lavoro. Con il vecchio bando tarato sul 92% della capienza della struttura si rischia di ridurre notevolmente le ore di lavoro e quindi gli operatori. Chiediamo rispetto anche per i nostri anziani, perché tagliare certi servizi significa tagliare anche loro”.
Non è di diverso avviso Marina Corniglia, infermiera operativa in entrambe le strutture: “Siamo tornati in piazza, malgrado la illusoria conquista della non dismissione del Pascoli, per ottenere la garanzia del funzionamento a pieno regime dell’ente, data la lunga lista d’attesa di nuovi ospiti che continuano a prenotare”.
Marta Donato, animatrice socio-educativa, dichiara: “Un grave problema che ci pienamente colpito è stata la mancata erogazione delle quote sanitarie che, in previsione della ipotetica chiusura del Pascoli a maggio, sono state distribuite a centri privati e ad oggi è praticamente impossibile raggiungere il livello massimo di occupazione richiesto per riceverle. Richiediamo una maggiore tutela al lavoratore nel nuovo capitolato con una clausola sociale concreta, capace di non mandare in mezzo a una strada intere famiglie”.
Non ha mancato di dire la sua anche Carlo Bendinelli Biondi, segretario Fisascat-Cisl Livorno: “Serve un impegno serio del Comune per il personale non assistito dalla legge 402 che rischia la disoccupazione. La nostra priorità è la battaglia per il mantenimento dei posti di lavoro e della regolare erogazione dei servizi”. Dopo un’ora di manifestazione, l’assessore Apolloni è sceso per incontrare i rappresentanti e ha dichiarato che non ci sarà il ritiro del capitolato già avviato ma eventualmente una revisione con proposte a sostegno dei dipendenti. Tutto rinviato alla prossima assemblea dunque. Continua intanto la campagna di sensibilizzazione da parte delle operatrici del Pascoli nei confronti della cittadinanza, con degli scatti che ritraggono livornesi con cartelli in favore della centro.

L’assessore Apolloni: “Basta sparare cifre a caso” – Ho potuto leggere sui giornali le consuete inesattezze diffuse da alcuni sindacati sul bando di gara per l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione delle RSA comunali, del centro diurno e del centro residenziale per autosufficienti. Per questo mi sento costretto a proseguire nell’operazione verità su quanto sta accadendo, con la speranza di mettere alcuni punti fermi in questo marasma di cifre lanciate a caso, operazioni mediatiche strumentali e confusione concettuale che circonda le strutture Pascoli e Villa Serena.
E’ in corso una gara pubblica, trasparente come legge impone e buon senso vuole, dove chi parteciperà dovrà garantirà al Comune un servizio di qualità al pari, se non migliore (lo sapremo all’apertura delle buste), di quello fornito oggi. La commissione premierà questa qualità di servizio con 80 punti rispetto ai soli 20 riservati all’aspetto economico. E questo proprio a totale beneficio degli anziani ospiti e delle loro famiglie. Quindi chi è oggi nelle nostre RSA o desidera entrarci a breve può star tranquillo che troverà posto e accoglienza di qualità. Nessuno vuole chiudere il Pascoli o Villa Serena. Anzi, come già annunciato, la giunta ha già dato mandato agli uffici di elaborare una soluzione di lungo periodo per le nostre RSA comunali. Quindi chi parla di dismissione, di pericolo per gli anziani già ospitati di finire fra due anni chissà dove, dice il falso e danneggia così l’immagine di un servizio che funziona, quello delle nostre residenze sanitarie assistite, sul quale abbiamo investito a beneficio degli anziani livornesi, che vorremmo capace di stare su un mercato sempre più competitivo e in continua espansione.
Cosa abbiamo cambiato col nuovo appalto? Semplicemente prima il Comune pagava il gestore anche per prestazioni non fornite e col nuovo capitolato finisce questo “privilegio” messo in conto ai livornesi. In altre e più semplici parole: in questo momento il Comune paga il letto vuoto come se ci fosse un anziano sopra e invece col nuovo sistema pagheremo solo per i letti dove gli anziani ci stanno davvero. Se qualcuno pensa nel 2018 di poter continuare ad avere privilegi negli appalti pubblici credo faccia un torto a chi, nel mondo reale, lotta ogni giorno per vedersi pagato il proprio servizio, oltre che alle più semplici regole di buon governo pubblico.
Leggo che secondo il segretario della CISL Fp questo comporterà il licenziamento di “30 persone su 220”. Mi meraviglio che si sparino cifre a caso senza il minimo imbarazzo. Da capitolato ci risultano infatti in servizio 258 persone e la stima di riduzione delle ore lavoro, derivanti dall’avere una base di gara fissata su quota 92% di presenze medie, è sbagliata per principio. Noi pagheremo per ogni servizio reso, quindi se il gestore sarà bravo a saper riempire le strutture oltre quel 92%, se quindi ci saranno più di 193 anziani interessati a stare nelle nostre RSA, ben volentieri noi li faremo entrare pagando questo in più. Chi partecipa alla gara sa benissimo che le condizioni sono queste, lo stabilisce la legge col principio del quinto d’obbligo. Quindi il punto è ben diverso da quello sollevato da alcuni sindacati: qui dobbiamo marciare tutti insieme, noi, l’azienda, le lavoratrici e i lavoratori, per ottimizzare la gestione e garantire un servizio talmente efficiente da raggiungere il massimo delle presenze possibili. E questo lo si ottiene anche smettendo di raccontare in giro falsità come quella che l’amministrazione oggi stia puntando alla chiusura di queste RSA o che sull’attuale capitolato ci sia un milione di euro in meno rispetto al precedente.
Noi continueremo ad impegnarci per garantire fluidità negli accessi alle RSA comunali e aumentare le quote, la strada migliore per ottenere anche le migliori soluzioni sul piano occupazionale.

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