Palestra su un’area verde alla Scopaia, i residenti non ci stanno: ecco il Comitato “No Cubone”
Motivo principale della protesta, la cementificazione di un'area verde. Due le soluzioni proposte dai residenti spiegate nel dettaglio dai residenti durante una conferenza stampa
Una costruzione di 1776 metri quadrati, lunga 40 metri per lato e alta 10, adibita a palestra per tre sport: calcio a 5, pallavolo e pallacanestro. È questo il progetto, a quanto pare ideato e proposto dall’amministrazione comunale, da realizzarsi in un’area verde di via San Marino nel quartiere Scopaia. Un’iniziativa che non incontra affatto il benestare dei residenti di zona, convinti che in città, e anche nello stesso quartiere, esistano aree già cementificate su cui poter costruire il cosiddetto “Cubone”. Una convinzione ferma, decisa tanto da aver dato vita ad un Comitato chiamato “No Cubone”. “Questa zona – spiega la portavoce Roberta Diciotti nel contesto della manifestazione di protesta in loco – si configura come un filtro indispensabile in caso di precipitazioni intense, senza contare che, come confermato dagli esperti Lipu, è un terreno nidificato da parte di una ventina di specie di uccelli. Dando in gestione la struttura a società sportive per lo svolgimento di competizioni regionali, così come è stato preventivato, si contribuisce ad incrementare il traffico, incidendo in modo importante su sicurezza stradale e mobilità. Siamo fermamente convinti che i giovani abbiano bisogno di socializzare e di fare sport, ma possono farlo anche all’aperto, senza che vengano necessariamente cementificate altre aree verdi”. Tra i presenti, una 70ina circa, c’è anche l’ingegnere Edoardo Marchetti, a cui spetta il compito di illustrare le soluzioni che potrebbero essere attuate. “Se lo scopo – spiega – è quello di offrire un palazzetto alla città, esiste la zona già cementificata della Cittadella dello Sport, dove l’edificio sarebbe realizzabile tra via Allende e via Gioberti, accanto al palazzetto della scherma. Se l’idea è invece quella di offrire un servizio al quartiere, esistono ben 2 soluzioni possibili: una, la più macchinosa, riguarda l’area dell’ex silos Canaccini, uno spazio da recuperare adibito all’artigianato ma tranquillamente modificabile, in gran parte di proprietà privata ad eccezione di 1500 metri quadrati di proprietà comunale, praticamente sufficienti per realizzare l’intera costruzione. Quella più semplice sarebbe invece utilizzare gli spazi dell’ex Labrogarden. Ben 37 mila metri quadrati, di cui 22 mila già cementificati, di proprietà esclusivamente comunale. In questo modo ci sarebbe spazio anche per i parcheggi e per rinaturalizzare, eventualmente, lo spazio in eccesso. Se la scusante è invece quella di voler offrire alle scuole di villa Corridi una palestra, ricordo che l’ex sanatorio, praticamente accanto alla struttura, è in stato di totale degrado e non possiede vincoli di edificio o paesaggistici, risultando pertanto modificabile in una palestra senza alcun tipo di problema ed evitando che intere classi di bambini attraversino una strada grande e trafficata come via Di Collinaia. Le alternative esistono e sono tutte realizzabili senza mettere mano ad una delle poche aree verdi rimaste alla Scopaia. Un punto preso che come cittadini non possiamo accettare”.
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