Osteria livornese si aggiudica la Chiocciola e la Bottiglia di Slow Food
Premiata a Milano "Azzighe- Osteria a metà". Il locale di Simone Gambini e Francesca De Vizia sugli Scali del Pontino si aggiudica due importanti riconoscimenti entrando di diritto nell'ambita guida per gli amanti del buon cibo e del buon vino
Acciughe fritte ripiene, pasta fresca ripiena di cacciucco con cicale e cozze. Sono questi soltanto due tra i tanti piatti proposti dal locale Azzighe-Osteria a metà sugli Scali del Pontino che hanno convito, insieme alla location, al mood, all’accoglienza e all’insieme di tutto un complesso inimitabile, il presidio Slow Food che, nella recente premiazione svoltasi a Milano, ha riconosciuto l’ambita Chiocciola al locale di Simone Gambini e Francesca De Vizia. La Chiocciola, per chi non lo sapesse, rappresenta per le osterie e per i locali “slow food” una sorta di “stella” Michelin o di “forchette” all’interno della guida del Gambero Rosso. Sono riconoscimenti che vengono attribuiti in merito a determinati canoni di qualità e attenzione al prodotto, al servizio e alla cura dei piatti e del cliente.
Ma non solo la Chiocciola. Tra i riconoscimenti arrivati all’osteria tipicamente labronica, nata non appena tre anni fa (2019) e già sulle pagine della guida delle osterie italiane dove il mangiar sano e il mangiar “lento” la fanno da padrona, c’è anche la “Bottiglia” simbolo di un attenzione importante alla qualità del vino ottenuta tramite un’attenta ricerca sul territorio.
In Toscana, insieme ad Azzighe altre cinque nuove osterie sono state insignite della Chiocciola. Stiamo parlando di Nonno Cianco – Abetone Cutigliano (PT), Osteria dell’enoteca – Firenze, La ciottolona – Montieri (GR), La bottegaia – Pistoia e l’Agrosteria La casa del buono – Terranuova Bracciolini (AR).
“È per noi motivo di grande soddisfazione e orgoglio essere rientrati tra le 270 Chiocciole distribuite da Slow Food in tutta Italia nella sua nuova guida e agli oltre 1700 locali segnalati. Ma oltre alla Chiocciola anche la Bottiglia. Doppia soddisfazione sia per me che sono in cucina che per la mia compagna, Francesca, che invece è in sala e da tempo si occupa della cura e della ricerca dei vini naturali. Il menù? Cambia spesso ma ci sono dei punti cardine come le acciughe ripiene e fritte e la pasta ripiena al cacciucco che non si toccano. Curiamo molto la nostra cucina partendo dal rispetto della terra e del territorio e quindi delle materie prime. E questo riconoscimento va anche a certificare la bontà del servizio e dell’ambiente, del sentimento con il quale ci approcciamo al nostro locale. Siamo davvero felici”.
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