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“Madonna liberaci dalla burocrazia idiota”.
Giusti contro i “potenti dell’ultima marea”

Sabato 28 Gennaio 2017 — 08:03

Monsignor Giusti nella preghiera rivolta a Maria: "Zittisci e confondi i seminatori di zizzania! Rendi muta la favella dei venditori di fumo come dei profeti di sciagura"

di Roberto Olivato

Un fuori  programma ha aperto venerdì 27 gennaio la giornata della Festa del Voto, il 70° anniversario della Madonna di Montenero a Patrona della Toscana. La riunione che prevedeva  alle ore 11 l’incontro degli alunni delle scuole cattoliche con il vescovo Simone Giusti,  non si è svolta all’interno della Cattedrale bensì  in piazza Grande ai piedi dell’immagine della Madonna di Montenero dove centinaia di scolari, con le rispettive insegnanti, hanno salutato la Madonna delle Grazie recitando l’Ave Maria assieme al loro vescovo. Nel pomeriggio la cerimonia alla presenza delle massime autorità civili e militari, nel corso della quale i vigili del fuoco come tradizione hanno deposto una corona di fiori all’immagine della Madonna di Montenero. La recita del rosario affidata dal vescovo Giusti a da Don Luca parroco di Montenero, ha preceduto la Santa Messa  presieduta da monsignor Diego Coletti.
“Il primo amore non si scorda mai” con queste parole il monsignore ha salutato i fedeli presenti in Cattedrale ricordando con commozione il suo primo incarico di vescovo nel periodo livornese dal 2001 al 2006. Nel corso della celebrazione Eucaristica è stato offerto il tradizionale cero Votivo alla Madonna delle Grazie. Alla massiccia presenza di associazioni quali la Svs, Misericordia, l’Arciconfraternita di S.Giulia, Polizia di Stato,  Carabinieri, ha stupito la ridotta partecipazione dei Cavalieri del Sacro Sepolcro, solo tre in divisa. Sembra che i Cavalieri abbiano deciso di non partecipare col tradizionale mantello color crema e con croce rossa sul braccio, per dissidi con la presidenza livornese. Una sorta di protesta silente.

Al termine della Messa per la festa del Voto a Maria di Montenero, il vescovo Simone si è rivolto al quadro della Madonna sull’altare del duomo ed ha espresso a lei la preghiera di un pastore per la sua città.
Ecco il testo della sua preghiera:
“Questa sera abbiamo ricordato un Voto – ha detto mons. Giusti – quello della Città di Livorno alla Madonna delle Grazie di Montenero. Un Voto pronunciato nel clamore di fatti dolorosi avvenuti e di un intervento prodigioso compiutosi: improvvisamente il mare calmo, la pace, il termine del maremoto!  Era un momento grave per la Città per tutta la popolazione di Livorno – ha ricordato – il Popolo ha gridato a Maria, i Capi hanno accolto è fatto proprio l’appello.  Ella ha trovato e ascoltato un Popolo concorde. Ella è intervenuta, Ella ha risposto, Ella ha agito, Ella ha compiuto cose grandi che noi stasera ricordiamo. Per questo ancora oggi: Maria Ti chiediamo di ripetere il medesimo miracolo: rendici tutti concordi nel cercare il bene della Città, fa che ci capiamo, ci comprendiamo e giammai strumentalizziamo idee e opinioni altrui per generare polemiche sterili, liberaci dalla polemica come dalla peste! Zittisci e confondi i seminatori di zizzania! Rendi muta la favella dei venditori di fumo come dei profeti di sciagura!
Si dibatta ma per ricercare il bene del Popolo, giammai per dividerci. Fa che finisca la lotta fra “fazioni” che tanto male ha portato alla cittadinanza. Sostieni i ricercatori della verità e del bene comune. Dai saggezza a chi deve decidere, rendi palesi le scelte da compiere per il bene di tutti, limpidezza nel parlare a chi è chiamato a indicare il cammino, forza a che deve far rispettare la legge per il bene comune, coraggio a chi vuole aprire nuove imprese e assumere, liberaci da una burocrazia idiota e dai suoi servi! Dona ai pubblici amministratori, a tutti i livelli e in tutti i luoghi direttivi della città, di cercare solo il bene del popolo, solo occasioni di lavoro per tutti e di non piegarsi mai ai potenti, portati dall’ultima marea.
Donaci Madre  il dono di volerci comprendere pensando sempre bene dell’altro e nella concordia, come allora, donaci di superare i marosi di questi tempi libecciosi e poveri per tanti, troppi, nostri concittadini”.

+ Simone Vescovo

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