L’appello dei genitori dei bimbi dell’Isola che non c’è: “Aiutateci a trovare un asilo”
Se non si dovesse trovare un locale 14 dipendenti perderanno il posto di lavoro
Saltato l'accordo con le Venerini, 50 famiglie e 14 dipendenti si trovano senza una scuola. I genitori fanno appello alla popolazione e alle istituzioni per trovare un nuovo locale e continuare il percorso iniziato anni fa
È un appello accorato quello dei genitori che avevano i figli all’asilo nido “L’isola che non c’è” (nella foto l’ingresso posto sotto sequestro), l’ultimo tentativo prima di dover interrompere un percorso scolastico e iniziarne uno nuovo.
Da quando è crollato il tetto della scuola di via Michon a maggio, la titolare Martina Perassi, ha cercato in ogni modo di trovare un altro locale dove aprire i suoi asilo nido e scuola materna in modo da poter garantire ai 50 bambini iscritti e alle loro famiglie una continuità e a non dover licenziare i suoi 14 dipendenti.
Da maggio ad oggi una soluzione non è ancora stata trovata, nonostante sembrasse sul punto di realizzarsi un accordo con le Venerini, saltato pochi momenti prima la firma del contratto.
I genitori dei bambini si sono così trovati a dover capire come muoversi, a cercare una nuova scuola per i figli entro settembre, possibilmente non lontano da casa o dal lavoro. Alcuni di loro dovranno affidare i figli a delle baby sitter o ai nonni, perché non tutti sono riusciti a trovare un istituto dove mandare i proprio figli o non vogliono interrompere il percorso iniziato con gli educatori dell’Isola che non c’è.
“Eravamo ormai certe di avere un asilo a cui mandare i nostri figli – questo il racconto dei genitori contattati da QuiLivorno.it – Tante mamme avevano fatto domanda al comune per un asilo ed avevano rifiutato perché pensavano di andare lì. A luglio invece ci è arrivata la comunicazione della mancata accettazione del contratto. Non sappiamo come fare“.
Ma non sono solamente i genitori quelli in difficoltà, lo sono anche i 14 dipendenti che, se non verrà trovato un locale dove aprire l’istituto, saranno costretti a perdere il lavoro.
I genitori chiedono quindi aiuto alla cittadinanza e alle Istituzioni, a tutti coloro i quali hanno dei locali vuoti nelle vicinanze di via Michon, per trovare una sistemazione provvisoria per queste classi e aiutare genitori, insegnanti e dipendenti in difficoltà.
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