L’ammiraglio Bettini ospite del Rotary Club per parlare della guerra in Ucraina
Il presidente Vito Vannucci e i soci del Rotary club Livorno Mascagni hanno organizzato una riunione conviviale per dialogare sui terribili fatti di guerra che si stanno verificando in Ucraina
Negli spazi dello Yatch club Livorno, i soci del Rotary club Livorno Mascagni hanno dato vita, nella serata di venerdì 11 marzo, ad una riunione conviviale per dialogare sui terribili fatti di guerra che si stanno verificando in Ucraina. Ospite della serata, l’ammiraglio di squadra della Marina Militare Cristiano Bettini. Ad introdurlo, il presidente del Club Vito Vannucci. “Un avvenimento che ci colpisce in modo particolare: per la vicinanza geografica e perché noi europei non siamo più abituati all’idea della guerra. Credo che sia essenziale essere ben informati, e queste testimonianze sono importantissime. Il Rotary tra le sue funzioni ha anche quella di svolgere attività di informazione e l’ammiraglio è stata la scelta migliore in questo senso”. Bettini ha quindi preso parola e illustrato i principali fatti che hanno portato alle tragiche vicende in atto. “Da quando è caduto il muro di Berlino fino al 2014 ho seguito tutti gli eventi, soprattutto in quelle nazioni. E conosco il lavoro delle delegazioni. Mi sono capitati tanti episodi, dai quali ho capito il clima che si è mosso, come questi Paesi si sono separati e come siamo arrivati ad una situazione di progressivo cambiamento in corsa. Tenendo sempre ben presente che in mezzo c’è stata l’epoca dei Balcani, che ha cambiato moltissimo la nostra percezione degli avvenimenti in Ucraina in quel momento”. Poi, individua il momento di partenza della crisi. “Tutto è cambiato in realtà dopo il 2014, coi fatti di piazza Maidan a Kiev, dove nel corso di due giorni di protesta pro Europa, si contarono oltre 100 vittime. Da allora è iniziato un progressivo sfaldamento dei rapporti e un problema di diversa percezione della minaccia. Non c’è mai stata una provocazione. Certo è che abbiamo sottovalutato quel che successe in Georgia prima e successivamente in Crimea. Compresi alcuni segnali arrivati dall’intelligence mondiale e dalle open source”. I protagonisti della questione. “Intervengono non per autorità personale, ma perché hanno la possibilità di giocare come un procuratore di affari e non come un giudice in campo. Questi mediatori israeliani non avevano nulla da poter giocare di per sé. Se dovesse entrare la Cina, sarebbe ben diverso. Perché la Cina ha molto di più da mettere in campo. Chiederà a noi europei e ai russi, così potrà giocare la partita”. Bettini si avvia poi alla conclusione con una citazione letteraria. “La letteratura russa racconta nazioni che hanno vissuto nelle guerre, dove il bene e il male non si riconoscono in due categorie ben distinte. In gioventù rimasi colpito da un libro di Nietzsche: Volontà di potenza. Nell’animo umano si cela un tipo di atteggiamento che emerge quando ci sono delle condizioni favorevoli, e viaggia sopra ogni altro tipo desiderio, dove vengono demoliti tutti i miti che ci sono stati, che ci siamo costruiti noi occidentali”. Al termine dell’evento, dopo le numerosissime domande dei presenti, il presidente Vannucci ha annunciato la corposa scaletta degli eventi previsti per i prossimi mesi.
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