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In Venezia il 1° museo permanente multisensoriale al mondo. Il progetto

Venerdì 19 Luglio 2019 — 07:30

Il proposito sarebbe aprire nel 2020 con una mostra su Amedeo Modigliani, in occasione del centenario della morte, ma poi fare anche mostre su Dante Alighieri o su tematiche scientifiche/naturalistiche, con la volontà di diventare anche un centro di produzione culturale

di Letizia D'Alessio

È nato da un gruppo di professionisti tutto livornese formato da quattro società (Simurg ricerche, Proforma Videodesign, Studio di Ingegneria delle Strutture e Itek) il visionario progetto, maturato dopo un anno di studi, che prende il nome di Immersiva e che ha l’obiettivo di realizzare il primo centro espositivo permanente multisensoriale al mondo, che combina i cinque sensi in una nuova forma di fruizione di arte, scienza e cultura (clicca sul link in fondo all’articolo per consultare brochure e video illustrativo del progetto).
Il luogo dove crearlo ci sarebbe già: i magazzini del Palazzo del Monte dei Pegni e del Palazzo Bicchierai, mentre per l’apertura si dovrebbe attendere il 2020. Ma cosa prevede questo progetto? Per avere un’idea più dettagliata abbiamo fatto una chiacchierata con Moreno Toigo e Andrea Cecconi, due delle anime del piano.
Tre sale e altri ambienti (in tutto dieci stanze e oltre 4000 m²) dove poter stimolare, attraverso sofisticate tecnologie, tutti e cinque sensi (con video su grande scala, audio tridimensionale, stimolazioni olfattive e tattili, ologrammi e gusto) e uno spazio dove poter fare approfondimenti tematici, con touch-screen, sul tema dell’esposizione.
Il proposito sarebbe aprire nel 2020 con una mostra su Amedeo Modigliani, in occasione del centenario della morte, ma poi fare anche mostre su Dante Alighieri o su tematiche scientifiche/naturalistiche, con la volontà di diventare anche un centro di produzione culturale, che possa collaborare con le altre realtà cittadine e mettendo a disposizione l’area anche per presentazione di libri o spettacoli trans-mediali. Esistono tre centri al mondo di video-mapping (tecnologia multimediale che permette di proiettare video su grandi superfici), due in Francia e uno in Giappone, ma il gruppo livornese ha l’intento di fare qualcosa di più e attirare migliaia di visitatori. Per realizzare questo sogno però ci vogliono molti soldi: almeno sette milioni di euro. Il gruppo però vorrebbe che i finanziamenti fossero tutti privati o derivanti da donazioni: niente fondi pubblici quindi, il progetto è stato intanto però presentato all’assessore Simone Lenzi e presto dovrebbe essere sottoposto anche al resto della giunta. Per adesso, a livello economico, ci sono stati i primi contatti con potenziali investitori e il gruppo manifesta ottimismo in quanto il progetto risulta in grado di produrre utili significativi.
L’impresa tuttavia è sostenuta fin dall’inizio dalla Fondazione Livorno, che metterà a disposizione l’edificio, di cui è proprietaria, e finanzierà i lavori di ristrutturazione non appena l’iniziativa risulterà economicamente sostenibile. Un complesso del genere potrebbe dare lavoro a 50 persone e dall’indagine di mercato, condotta dalla Simurg, è prevista una domanda potenziale di mezzo milione di visitatori. Più realisticamente potrebbero essere circa 200/300mila visitatori l’anno, cosa che consentirebbe di arrivare al pareggio tra i costi e gli introiti già il primo anno di apertura.

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