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In tribunale la vicenda delle offese razziste al dirigente di Ctt Nord. Scuse in aula dell’imputato

Martedì 29 Maggio 2018 — 19:27

L'autista è stato condannato in primo grado (pena sospesa) dal giudice Antonio Pirato al pagamento di una multa di mille euro e al risarcimento provvisionale di poche migliaia di euro nei confronti della parte civile, Bruno Bastogi

di Giacomo Niccolini

“Bastogi porco ebreo”: un’offesa razzista scritta a penna nel novembre del 2014, sotto ad un foglio appeso nella bacheca aziendale (in foto), nei confronti di uno dei più stimati dirigenti del Ctt NordBruno Bastogi. E’ per questo motivo che il giudice per le indagini preliminari rinviò a giudizio, al termine dell’udienza svoltasi nell’aula Gip del tribunale penale di via Falcone e Borsellino, l’autista degli autobus di linea, il livornese Guerrino Caldarano. Nei suoi confronti il 13 marzo del 2017 si aprì dunque il processo con l’accusa di diffamazione aggravata per motivi razziali.
A distanza di circa un anno, dopo due successive udienze, martedì 29 maggio intorno alle 14,30, il giudice monocratico del tribunale di Livorno Antonio Pirato ha letto il dispositivo della sentenza in cui si decreta che l’imputato debba pagare mille euro di multa e un risarcimento provvisionale di poche migliaia di euro della parte offesa, Bruno Bastogi, costituitosi parte civile insieme alla Comunità Ebraica di Livorno, e assistito legalmente dall’avvocato Vinicio Vannucci. Una condanna in primo grado in cui il giudice però ha concesso la non menzione all’interno del casellario giudiziario e la pena sospesa in virtù della condizionale. Un provvedimento pronunciato quindi secondi i minimi termini previsti dal codice penale. “Il mio assistito – ha spiegato l’avvocato difensore di Caldarano, Sheila Ripoli, contattata telefonicamente dalla redazione di Quilivorno.it – non ha mai negato la paternità della prima scritta sul foglio di carta effettuata durante un momento di rabbia e per cui si è sempre scusato anche pubblicamente in aula fin dall’udienza preliminare. Ha però sempre negato ogni addebito al riguardo dell’affissione dello stesso in bacheca per cui bisognerebbe aprire un altro capitolo a parte”.

LA SCRITTA INGIURIOSA APPESA IN BACHECA CTT NORD NEL NOVEMBRE DEL 2014

“Questa vicenda mi ha solo amareggiato – commenta a caldo Bastogi – Non solo per me, ma anche per la mia famiglia e per tutti quelli appartenenti al mio credo religioso. A questo punto credo che giustizia sia stata fatta, nessuno si può permettere di giudicare una persona dal punto di vista di razza, colore o religione. Ognuno di noi può avere le sue competenze e i suoi ruoli, i suoi pregi e i suoi difetti. Ma ci sono altri mille modi per poter ottenere eventualmente ragione che quello di affiggere in una bacheca aziendale alla mercé di tutto il personale  una scritta così ingiuriosa vergata poi in maniera anonima. Questa cosa mi ha fatto molto male, quel “porco ebreo”, devo essere onesto, ad oggi non ho ancora digerito. Nemmeno la condanna dell’imputato mi solleva da questo fatto. Giustizia è stata fatta ma c’è anche una giustizia civile e morale oltre che penale. Questa sarà una ferita che difficilmente si rimarginerà. Io ho lavorato sempre con la stessa serietà con la quale ho lavorato fino ad ora e il fatto di essere ebreo è per me è sempre stato e continua ad essere un vanto. E riaffermare, specialmente oggi, questi valori è per me di estrema importanza”.

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