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In tremila alla fiaccolata per ricordare

Lunedì 10 Settembre 2018 — 07:40

Donne, uomini, bambini e anziani hanno formato un lunga fila silenziosa di torce a vento e hanno percorso il tratto pedonale da Barriera Margherita alla Rotonda. Nel pomeriggio la messa del vescovo

di Carlotta Nigiotti

Un anno. Cinquantadue settimane. Trecentosessantacinque giorni. E ottomilasettecentosessanta ore da quella notte maledetta, fra il 9 e il 10 settembre, in cui Livorno è stata spezzata dall’alluvione. E proprio per non dimenticare quanto accaduto – così come l’impegno, l’azione e la rinascita della comunità – la città si è unita la sera del 9 settembre in una fiaccolata commemorativa (clicca qui per rivedere la diretta Fb di 30 minuti fino al momento dell’esibizione canora dei Bimbi Motosi, foto Lanari) organizzata dal Comune di Livorno. In circa tremila – donne, uomini, bambini e anziani, formando una lunga fila silenziosa di torce a vento (donate dalla Cereria Graziani) – hanno percorso il tratto pedonale da Barriera Margherita alla Rotonda dove la fiaccolata si è poi conclusa con “Ci incontriamo alla foce”, un momento di incontro e musica promosso dalla associazione culturale Riki e Fondazione Goldoni, con il patrocinio del Comune, al quale hanno partecipato: I Bimbi Motosi, I Major, Alex Sarti, Claudio Marmugi, I Licantropi, Lamberto Giannini, Alessandra Rossi, Stefania Casu, Marco Conte, I cori di “Cantiamo in Pace”, Riccardo Della Ragione.
Il tempo inesorabilmente scorre. Ma non cancella. Anzi. Sui volti dei livornesi si legge ancora la stessa paura, si rivive ancora vividamente l’orrore, la tragedia. Quegli occhi ancora piangono. Non hanno mai smesso. Quegli occhi ancora vedono la pioggia venire giù da un cielo funesto e nero, l’acqua con prepotenza sfondare tutto ciò che le ostacola il passaggio, il fango invadere e insinuarsi nelle proprie case, nella propria città e la melma sporcare le loro unghie e fracassare l’anima.
Regna il silenzio tra gli uomini e le donne presenti. Un silenzio rumoroso. In quel silenzio ancora si sente lo scroscio dell’acqua che irrompe ovunque, le grida di aiuto e i pianti di disperazione.
Una città colpita e messa in ginocchio. Ma quando sei in ginocchio e la persona che ti è accanto ti porge la mano è facile rialzarsi. E più forti di prima. Livorno non si è arresa e si è alzata; si è rimboccata le maniche e si è sporcata per ripulirsi dalla melma che l’aveva accasciata.
In testa al corteo di torce i gonfaloni. Subito dietro il primo cittadino con al fianco gli assessori all’urbanistica e al sociale Aurigi e Apolloni. Poco più indietro gli assessori Sorgente e Belais, il sindaco di Collesalvetti Bacci, il presidente della Provincia Franchi e il presidente della Regione Rossi. E ancora i rappresentanti delle autorità civili. Mischiati tra la folla Rispoli, il comandante De Falco, il consigliere Pd Gazzetti e il deputato Pd Romano, l’ex assessore della giunta Cosimi, Baldi. “Abbiamo corso tutti dal 10 settembre 2017 – ha detto Nogarin (leggi qui l’intervista al sindaco su quella notte: “Sono uscito dalla finestra”) Essere stasera qua insieme uniti è un momento che serve a tutti noi per elaborare. Ancora oggi si parla di sistema d’allarme adeguato o meno, il sistema d’allarme è sempre stato adeguato nella misura in cui dobbiamo capire cosa sia adeguato. Un evento di tale portata non era immaginabile e da quella notte di un anno fa ognuno di noi ha la percezione del pericolo differente. Ha cambiato gli equilibri e ora ne dobbiamo creare di nuovi. La città, infatti,oggi è molto più sicura a fronte della piena consapevolezza che un fenomeno inimmaginabile è divenuto realtà”. Nel pomeriggio, prima della fiaccolata, si è svolta la messa seguita dalla inaugurazione dei nuovi locali della chiesa e della mostra fotografica.
La messa – Una giornata, quella del 9 settembre, iniziata con la messa nella chiesa di Collinaia. Per pensare, riflettere e ricordare…  Ricordare Martina, Roberto, Glenda, Filippo, Simone, Gianfranco, Raimondo, Roberto e Matteo. Ed è proprio pronunciando i loro nomi che ha iniziato il vescovo: “Non ci vogliamo rassegnare alla morte, all’idea di essere schiavi di un loculo, di un pezzo di terra 2×2. Non vorremmo mai dire addio ai nostri cari. E non ci rassegnamo a quanto è successo lo scorso anno. Ma deve essere un punto di svolta”. E aggiunge: “Ci siamo trovati in balia di un evento eccezionale, incredibile e inspiegabile. Ed è successo a Livorno. Com’è possibile? Me lo sono chiesto più volte. Non ci avrei mai creduto. Pensiamo allora! Perché ciò che ci sembrava eccezionale, non lo è più. Quindi bisogna migliorarci. Occorre essere quindi consapevoli delle nostre grandi responsabilità nel rispetto della nostra madre terra. È necessario farsi maggiormente attenti alla gestione del territorio e all’urbanistica. L’indifferenza deve lasciare il posto alla partecipazione. Sono sempre più necessari luoghi di aggregazione territoriale dove i cittadini s’informino sulla gestione del loro quartiere, città o paese; vaglino attentamente le varianti urbanistiche; verifichino i piani della protezione civile. Meglio una notte insonne che essere colti dalla furia delle acque nel sonno”. “E se davvero – ha concluso monsignor Giusti – le accuse che qualcuno abbia speculato sulla vita di nove individui fossero confermate dalla magistratura, ciò sarebbe di una gravità inaudita: è questo un peccato mortale contro Dio e il prossimo”.
I nuovi locali e la mostra fotografica – Subito dopo la Santa Messa, l’inaugurazione dei nuovi locali della chiesa, ristrutturati dopo l’alluvione, dove è stata allestita la mostra fotografica “Fuori dal fango”. Tra i presenti al taglio del nastro, così come alla messa, il governatore della Regione Toscana, nonché commissario per la ricostruzione post alluvione, Enrico Rossi (leggi qui le sue parole: “Ultimato l’85% degli interventi”). Si sono uniti alle parole di Enrico Rossi anche la vicesindaco Stella Sorgente e il coordinatore nazionale della Protezione Civile Angelo Borrelli.
Le iniziative del 10 settembre – Nella mattinata del 9 settembre si era tenuta la “Camminata di pacificazione dal mare alle Sorgenti” (otto percorsi: cinque a piedi, due a cavallo e uno in mountain bike) organizzata da Ctt Nord. Le iniziative commemorative proseguiranno il 10 settembre alle 18 con la presentazione video musicale “Livorno 10 settembre” dei 10Diaz” in via Armando Diaz 10 (sceneggiatura Giuseppe Di Palma, regia: Philip Thomas Morelli, Giuseppe Di Palma). Alle 21.15 la “Messa di Gloria in Fa maggiore (1888) di Pietro Mascagni” nella Cattedrale di San Francesco (Duomo) di Livorno. Orchestra e coro “Livorno per l’alluvione” diretti dal maestro livornese Mario Menicagli. Oltre cento coristi, alcune voci soliste e oltre cinquanta musicisti provenienti dalle orchestre degli Enti Lirici Italiani più importanti. Nel ruolo di violino solista nella nota Elevazione sarà presente il maestro Marco Fornaciari. Sarà realizzata per l’occasione una raccolta fondi destinata a Caritas Livorno per Collinaia. Organizzatori. Associazione Modigliani e Associazione Accademia degli Avvalorati, col patrocinio del Comune di Livorno.

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