Il Ca’ Moro riaprirà a terra. Il peschereccio-ristorante sarà demolito
Tornar: "Una delle priorità è far tornare al lavoro i nostri ragazzi. Raccolti circa 80 mila euro con le donazioni. Grazie a tutti. Rendiconteremo tutto". Cafferata sulla demolizione: "E' prevista nella seconda metà di ottobre. Grazie al sindaco che si è fatto in dodici chiamando a raccolta le ditte"
Enrico Cafferata, consigliere del consiglio di amministrazione Parco del Mulino con delega operatività e parte marittima: “Si purtroppo si, verrà demolito e smaltito. Non riusciamo a salvarlo: portarlo via via terra avrebbe voluto chiudere la strada per giorni oltre ad altri problemi e un pontone più grande non passava dalla bocchetta tra Fortezza e Capitaneria. Ecco quindi che verrà demolito lì sul posto e smaltito. Grazie al sindaco che si è fatto in dodici chiamando a raccolta le ditte livornesi che si occuperanno del lavoro”. Lavoro che verrà effettuato nella seconda metà di ottobre. “Sarà l’impresa Neri con tante altre ditte livornesi a svolgere il lavoro. Il piano sarà un piano importante, non dimentichiamoci che stiamo parlando di una struttura larga 6 metri, lunga 26 e pesante 110 tonnellate”. Il Ca’ Moro(foto Amore Bianco) riaprirà a terra. E’ questa a cui sta lavorando Daniele Tornar, consigliere della cooperativa Ca’ Moro e fondatore del ristorante-peschereccio prima appruato e poi affondato al porto mediceo davanti ai Quattro Mori. “Sì, è l’idea a cui stiamo lavorando con molta dedizione – spiega Tornar a QuiLivorno. it – Speriamo di poter dare l’annuncio in tempi stretti. Una delle nostre priorità è quella di far tornare al lavoro i nostri ragazzi. Riaprire nuovamente in acqua? No no, non è pensabile. Ci vorrebbero almeno 200.000 euro per un nuovo peschereccio”. Sono circa ottantamila euro i soldi raccolti dalla Cooperativa Parco del Mulino grazie alle varie iniziative di solidarietà messe in campo come Livorno X Ca’ Moro al Caprilli e grazie al contributo in generale dei livornesi. Soldi che in parte serviranno proprio per aprire il Ca Moro 2, chiamiamolo così, a terra. “Ringrazio anzitutto tutti coloro che hanno contribuito a questa cifra – prosegue Tornar – voglio subito specificare che tutti i soldi si trovano su un conto blindato e che rendiconteremo centesimo per centesimo alla città tutte le spese sostenute con questa cifra. Intanto quello che possiamo dire è che questi soldi serviranno per, come detto, l’apertura del ristorante a terra e per sostenere le spese di smaltimento del peschereccio che anche se verremo aiutati dalle ditte, che ringrazio, avremo comunque delle spese. Ripeto, queste e tutte le altre uscite, verranno rendicontate e rese note”. “La vicenda del Ca Moro – conclude Tornar – è una ferita aperta. Quando passo di lì mi devo girare dall’altra parte”.
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