I Quattro Mori tornano a splendere: monumento restaurato
Per il restauro il Rotary Club Livorno ringrazia la dottoressa Valeria Pulvirenti, che ha diretto l’intervento, l’architetto Valentina Pieri dello studio Eutropia Architettura, che ha supervisionato il cantiere, Comet Marini-Pandolfi che ha realizzato la nuova illuminazione
Il progetto è stato promosso dal Rotary Club Livorno, con la partecipazione della Fondazione Arte e Cultura, della Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci, del Rotary Club Mascagni e, naturalmente, del Comune di Livorno e della Soprintendenza di Pisa
La statua simbolo di Livorno, il monumento a Ferdinando I, detto dei “4 Mori” è stato completamente restaurato e reso alla città (foto di Lorenzo Amore Bianco).
Il progetto è stato promosso dal Rotary Club Livorno, con la partecipazione della Fondazione Arte e Cultura, della Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci, del Rotary Club Mascagni e, naturalmente, del Comune di Livorno e della Soprintendenza di Pisa.
Per il restauro il Rotary Club Livorno ringrazia la dottoressa Valeria Pulvirenti, che ha diretto l’intervento, l’architetto Valentina Pieri dello studio Eutropia Architettura, che ha supervisionato il cantiere, Comet Marini-Pandolfi che ha realizzato la nuova illuminazione.
Per la pubblicazione e la cartellonistica si ringraziano il professor Giorgio Mandalis, che ha curato i testi storici e didascalici per il volume di prossima pubblicazione, il dottor Alessandro Carelli per le traduzioni e la dottoressa Alessia Nigiotti per la fotografia.
Nel tardo pomeriggio di giovedì 3 giugno è stato simbolicamente tagliato il nastro alla presenza del sindaco di Livorno, Luca Salvetti, dell’assessore alla cultura, Simone Lenzi, del questore Roberto Massucci, del comandante dei carabinieri di Livorno, Massimiliano Sole e dell’ammiraglio della capitaneria Flavio Biaggi.
Infine, da parte del Rotary anche un ringraziamento alla società Glauk srl di Firenze che si è occupata della diffusione del suono con apparecchi di ultima generazione e con metodi innovativi.
Il restauro – Il restauro, incentrato sulle parti architettoniche in marmo, escluso la statua di Ferdinando I, è iniziato a dicembre scorso. Le operazioni sono state avviate con la pulitura preventiva a secco per la rimozione di depositi superficiali incoerenti e successiva rimozione di depositi superficiali parzialmente aderenti con l’ausilio di acqua demineralizzata, spugne naturali, spruzzatori, irroratori e pennelli.
Dopo questa prima fase si è passati alla pulitura vera e propria con la rimozione di depositi superficiali, quali concrezioni, croste nere, macchie e estrazione di sali solubili, al fine di estrarre lo sporco insidiatosi nel nucleo del marmo, e rimozione di ossidi di rame e rimozione meccanica di stuccature eseguite in passato che, per composizione di materiale incoerente, hanno interagito con il materiale lapideo e perduto la loro funzione estetica e conservativa con l’ausilio di strumenti idonei.
Al termine di questa pulizia i restauratori si sono dedicati al consolidamento di fessurazioni e fratturazioni mediante strumenti di alta precisione, iniezioni di resine consolidanti e inserzione di perni in acciaio finalizzati al sostenimento delle parti che hanno subito traumi consentendo un miglioramento delle caratteristiche meccaniche del materiale marmoreo.
Dopo stuccatura e microstuccatura sono state sigillate le fessurazioni per impedire l’accesso di acqua piovana e umidità atmosferica all’interno del marmo degradato con l’utilizzo di resina epossidica, polvere di marmo e calce purissima.
Al fine di restituire unità di lettura all’opera si è provveduto al posizionamento di una nuova bozza nella parte mancante in marmo conforme alle altre originali, e ricostruzione di parti architettoniche strutturalmente necessarie alla conservazione delle superfici circostanti
Per proteggere dagli agenti inquinanti sulla superficie è stata infine utilizzata cera microcristallina che consente una significativa riduzione dell’assorbimento dell’umidità, una protezione contro gli ingiallimenti nel tempo e una buona durata del trattamento.
L’illuminazione – Per valorizzare i cinque protagonisti dell’opera è stata studiata una illuminazione specifica che mette in risalto forma, posizione ed espressione dei volti. Così per il Granduca Ferdinando è stata predisposta l’illuminazione che mette in risalto l’espressione del volto e valorizza il marmo. Per i 4 Mori si è optato per valorizzarne la forma e l’espressività dei corpi, giocando su luci e ombre per mettere in evidenza l’espressione dei volti.
La storia – Curata dal professor Giorgio Mandalis con il patrocinio di Fondazione Livorno – Arte Cultura, che ha preso il testimone di un percorso di valorizzazione del monumento iniziato sei anni fa da Fondazione Livorno, è stata realizzata una pubblicazione che ripercorre la storia del monumento ed è stato predisposto un cartellone con le informazioni turistiche. La finalità complessiva del progetto è volta a reinserire il monumento nei percorsi storico-turistico della città.
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