“Forza Christian ti aspettiamo in canoa!”. E la raccolta supera 150mila euro
La Federazione Italiana Canoa Kayak è vicina a lui e alla sua famiglia e non vede l’ora di accoglierlo sui campi di gara, ma soprattutto di rivederlo pagaiare in canoa proprio come ha detto lui… più forte di prima!
Il messaggio di Christian tramite il suo account Instagram: "Oggi ho guardato dalla finestra e ho pianto. Quel tragico incidente mi ha fatto rinascere con un'altra prospettiva, vedo tutto come un dono, anche la più minima delle cose, può essere un qualcosa di enorme"
Anche la Federazione Italiana Canoa Kayak fa il tifo per Christian (nel primo piano che ha pubblicato lo stesso Christian sul suo profilo Instagram). E lo fa con un bellissimo articolo sulla pagina del suo sito ufficiale. “Forza Christian ti aspettiamo in canoa”. E’ questo il titolo della news che racconta quanto accaduto al 22enne livornese e che rilancia la raccolta fondi che ha già sfondato il muro dei 150mila euro raccolti. “Lo ha chiamato anche Antonio Rossi (il mito della canoa azzurra, ndr) – spiega il babbo Roberto al telefono con QuiLivorno.it – Chry è stato felicissimo, gli ha fatto molto piacere”.
Nell’articolo che si può leggere sul sito della FederCanoa si legge: “E’ nel DNA di ogni sportivo, soprattutto se canoista, non arrendersi mai davanti alle difficoltà e rimanere in equilibrio continuando a pagaiare nonostante le avversità e gli ostacoli. Christian Volpi, giovane canoista e allenatore di 22 anni conosciuto da molti nel mondo della canoa velocità e non solo, ha da poco perso le gambe in un grave incidente d’auto avvenuto lo scorso 12 maggio a Livorno. Non ho più le gambe? Vincerò le prossime Paralimpiadi!, è stata la sua prima frase appena sveglio sul letto del reparto di terapia intensiva, un inno alla bellezza della vita e alla forza che lo sport ci trasmette per affrontare e superare le difficoltà. E’ possibile donare su https://gofund.me/c3c6c99a o mediante bonifico bancario sull’IBAN: IT83C0760113900001044570479 intestato al papà, Roberto Volpi. La Federazione Italiana Canoa Kayak è vicina a lui e alla sua famiglia e non vede l’ora di accoglierlo sui campi di gara, ma soprattutto di rivederlo pagaiare in canoa proprio come ha detto lui… più forte di prima! Non ti fermare Christian, questo è solo l’inizio”.
“Il simbolo della nostra società, l’Unione Canoisti Livornesi, è l’araba fenice. Risorge dalle ceneri: ora non è più solamente una storia sportiva, sarà anche umana”, ha commentato il papà Roberto Volpi, che poche ore dopo l’incidente ha ricevuto la chiamata commossa del presidente Luciano Buonfiglio. “Non ci saranno mai abbastanza parole per ringraziarvi tutti quanti – ha invece commentato il fratello Matteo – siete tantissimi e la vostra vicinanza a Christian, non solo sta dando una mano a lui ad uscire da questo momento bruttissimo, ma anche a noi per essere forti e per sostenerlo sempre”.
Intanto Christian migliora di giorno in giorno e, se tutto dovesse procedere per il verso giusto, già dalla prossima settimana potrebbe tornare a casa. Nel frattempo ha pubblicato un piccolo video sul suo profilo Instagram dove si vede impegnato in un piccolo giro in sedia a rotelle. “Oggi ho pianto tanto – scrive nel post correlato al video – e vi spiego perché. Stamattina, dopo che mi hanno lavato un infermiere (non faccio nomi) mi ha detto “ei, perché non ti metti un po’ sulla poltrona accanto alla finestra? E io, che sono allettato da 7 giorni, con la schiena a pezzi, ho risposto subito di sì. Ho guardato fuori dalla finestra per la prima volta dopo sette giorni, e ho realizzato una cosa molto importante, che forse, se quel giorno fosse andata anche solo una cosa un minimo fuori posto ora non sarei qui… e ho visto il “panorama” più bello della mia vita. Non era niente di che in realtà, ma ho guardato il cielo, ed era bellissimo. Mi era mancato guardare fuori dalla finestra, tantissimo, cosi tanto da farmi piangere. Dopo poco sempre il solito infermiere mi ha detto “ei, ma se ti prendo una sedi a rotelle e ti fai un giro per il reparto, te la senti?” e la risposta è stata ovviamente un altro si. Smaniavo troppo di voler vedere qualcos’altro oltre queste solite quattro mura. Sono salito sulla carrozzina e mi sono sentito pervaso di un emozione strana, era una gioia immensa, come quando ad un bambino regalano la sua prima bici. Sono scoppiato in lacrime davanti agli infermieri, che mi hanno coccolato insieme alla mia ragazza, dopodiché ho iniziato a fare su e giù per il corridoio del reparto, fermandomi ad ogni finestra per almeno 15 minuti. In casi come il mio qualcuno avrebbe pianto dicendo “cazzo, fino a ieri avevo le mie gambe e ora eccomi qua, su una cazzo di carrozzina, che ingiusta la vita”… Quel tragico incidente mi ha fatto rinascere con un’altra prospettiva, vedo tutto come un dono, anche la più minima delle cose, può essere un qualcosa di enorme. Forse, come dice il mio film preferito, bisogna saper cogliere la bellezza collaterale delle cose”.
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