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Elia, per tre giorni bimbo motoso. Lettera di un nonno orgoglioso

Lunedì 2 Settembre 2019 — 17:41

A due anni dalla alluvione, Furio Gori ha scritto a Quilivorno.it per dedicare al nipote un articolo-regalo con cui dimostrargli pubblicamente tutto il proprio orgoglio di nonno. "Ha spalato per tre giorni". Bravo Elia e un bravo a tutti i bimbi motosi come te!

di Jessica Bueno

La notte tra sabato 9 e domenica 10 settembre 2017 è e rimarrà impressa nei ricordi e nel cuore dei livornesi che l’hanno vissuta. Una ferita che nei primi momenti sembrava impossibile da rimarginare. Una ferita fatta di fango, detriti, acqua; distruzione, morte e disperazione (in due ore si riversarono sulla città oltre 250 millimetri d’acqua: la dose di tre mesi in tempi normali). In realtà l’alluvione ha portato alla luce anche la forza d’animo di una città intera. Tra i tantissimi, nei giorni successivi, che offrirono il proprio contribuito andando ad aiutare spalando chi aveva perso tutto o quasi ci furono giovani e giovanissimi: i “bimbi motosi”, come vennero ribattezzati. Un nonno, Furio Gori, a due anni di distanza ha voluto fare una sorpresa al proprio nipote che di quei bimbi motosi ha fatto parte. Così ha scritto a Quilivorno.it il 2 settembre dicendo di volergli dedicare un articolo, e questa foto, per dimostrare l’orgoglio di averlo come nipote. Elia Varini, questo il suo nome, oggi ha 15 anni ed è uno studente al secondo anno dell’Istituto Tecnico Industriale di Livorno. Ha la passione per la pallanuoto, che pratica a livello agonistico, e sogna di lavorare nel mondo della meccanica. Due anni fa si è avventurato insieme al padre per andare ad aiutare le persone colpite dal fango. Non ha avuto ripensamenti, l’audacia non gli è mai mancata. Ha operato principalmente in via della Fontanella dandosi da fare al massimo per il bene della propria città. Per tre giorni, dal mattino alla sera, ha spostato mobili, pulito, tolto il fango, mentre il padre con l’auto cercava di liberare le strade dalle macchine spostate dalla corrente. “A due anni da questo tragico evento – spiega il nonno – volevo fare un regalo a mio nipote dichiarandogli pubblicamente tutta la mia ammirazione. Ha contribuito attivamente a riportare alla luce Livorno dopo il buio che l’aveva colpita quella notte e nonostante la giovanissima età è andato avanti instancabilmente, giorno dopo giorno. Sembrava non conoscere il significato della fatica. Elia, sono orgoglioso di averti come nipote e sono orgoglioso del tuo operato”. Lo studente ha sempre dimostrato una grande predisposizione e empatia nell’aiutare il prossimo. Empatia che si è rivelata fondamentale in quei giorni. Bravo Elia e un bravo a tutti i bimbi motosi come te!

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