Didiè (ex magistrato), il cane e gli “ultimi”. “Noi nelle strade in cui abitano”
I volontari della Croce Rossa di Livorno in giro per la città alla ricerca degli "ultimi". A raccontare l'altra Livorno è Ketty Butini, responsabile del servizio di Unità di Strada: "Non tutti accettano di farsi aiutare"
Il freddo, per non dire gelo, di questi ultimi giorni sta mettendo a dura prova coloro ai quali la vita non ha riservato grandi progetti, né tantomeno un biglietto da un milione di euro. Lo sanno bene i quaranta volontari in organico all’Unità di Strada della Croce Rossa di Livorno. Uomini, donne, in tutto 7 persone, che a turno salgono su un vecchio pulmino e si recano alla ricerca dei cosiddetti “ultimi” (l’identikit? Italiani, livornesi, ma anche stranieri, prevalentemente uomini adulti) che abitano nelle strade della città. Lo fanno una volta a settimana, tutto l’anno, ma da quando le temperature si sono fatte ancor più rigide i 7 “angeli” della Croce Rossa Italiana sono sul pezzo (in strada) tutti i giorni. Lo fanno per loro: gli “ultimi”, appunto, una cinquantina in città. O almeno coloro che si fanno vedere. Prima tappa piazza Damiano Chiesa a Colline. A seguire ex Fiat, piazza del Logo Pio, Porto, via Grande, piazza Grande, via Cairoli, piazza Cavour, via Ricasoli, piazza Attias, piazza XX Settembre, viale Carducci, Stazione. Ovviamente in queste serate di gelo il giro di ricerca viene ampliato.
A raccontare l’altra Livorno è Ketty Butini, responsabile del servizio di Unità di Strada della Cri Livorno, che nella sua opera di coordinamento si avvale della preziosa collaborazione di Giacomo Stengher. I volontari si ritrovano nella sede Cri in via Masi, dietro la stazione, preparano circa 50 “panierini” (con dentro boccetta d’acqua, succo di frutta, scatolette di tonno e tutto quello che può produrre e donare un panificio – brioches, schiacciata, pizzette – oltre a bevande calde come caffè, tè e cioccolata calda preparati direttamente dai volontari Cri dotati ognuno di brevetto Haccp) per altrettanti senza tetto, salgono a bordo del pulmino e iniziano la ronda: “Non è proprio una ronda, quella viene effettuata da don Luciano della chiesa di Coteto – spiega Ketty – il nostro è un servizio di assistenza più ampio. Portiamo loro cibo, ma anche coperte, vestiti: Inoltre giriamo sempre con tutto il kit per fornire a chi ne ha bisogno anche supporto sanitario o consigli “medici” in privato”.
Storie di solitudine quelle che si trovano davanti i volontari. Ma anche storie di amore. Come quella di un clochard che prima di diventare clochard, nel suo Paese, è stato un magistrato. “La vita lo ha portato a Livorno. E’ di origine belga. Lui si fa chiamare, e noi lo chiamiamo, Didiè. Racconta di essere stato un magistrato. Si muove tra i giardini di piazza Dante e la stazione. Ha i capelli rasta e non si separa mai dal proprio cane. Forse molti hanno capito di chi si tratta. Ecco, parliamo di una persona dolcissima, umile e persino colta. Lo intuisci quando ci scambiamo due parole. Ma come altri – racconta Ketty – quando gli spieghiamo che potrebbe recarsi in una struttura al chiuso dove trascorrere la notte al caldo si rifiuta. O meglio chiede di portare con sé il cane. Non è disposto a lasciarlo e così preferisce dormire nei corridoi della stazione”.
Chi volesse contribuire ad agevolare il lavoro dei 40 volontari, mettendo a disposizione cibo, vestiti e medicinali, può trovare tutte le informazioni del caso sulla pagina Facebook “Cri Livorno”. “A proposito di sostegno – conclude Ketty – tengo a sottolineare che effettuiamo raccolte alimentari e che stiamo lavorando per allacciare rapporti con i supermercati cittadini. Mentre grazie al Rotary Club presto potremo contare su un Ducato nuovo con cui svolgere il nostro servizio”.
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