Christian incontra i suoi “Angeli Custodi”
I primi tre soccorritori che trovarono Christian sull'asfalto si recheranno a casa del 22enne la prossima settimana. "Mio figlio - ha commentato Roberto Volpi - ha espresso chiaramente il desiderio di guardarli negli occhi per la prima volta e poterli abbracciare"
Le squadre della Svs e della Misericordia che hanno salvato la vita a Christian quel 12 maggio scorso sono andati a trovare il 22enne portandogli un regalo: una maglia con una scritta "I tuoi angeli custodi" e le firme di tutti loro
Un abbraccio sincero, sentito, reale. Un abbraccio che vuol dire tutto, che racchiude un’intera vita. Come quella a cui Christian Volpi si è aggrappato quella sera anche e soprattutto grazie a loro: le squadre di soccorso della Svs e della Misericordia che quel mercoledì 12 maggio sono intervenute sul luogo dell’incidente che è costato entrambe le gambe al giovane di 22 anni.
A lui una maglietta blu con una scritta azzurra sul retro “I tuoi angeli custodi, con affetto” seguita da tutte le firme. E’ questo il regalo che i soccorritori di quella sera, con le due ragazze del 118 che hanno coordinato i soccorsi quella notte, hanno portato a Christian che ha ricevuto “il team medico sanitario” sul suo terrazzo di casa, lo stesso che pochi giorni fa era stato inondato di amici per il suo ritorno tra le mura domestiche.
E’ stato un modo per prendere coscienza che quel giorno, alla fine, ha funzionato tutto. Perché la catena di soccorsi dal primo istante fino a quando è uscito dalla sala operatoria è stata il massimo della perfezione. “Non è andata fuori posto una virgola – ha sottolineato il padre, Roberto Volpi – Al 118 erano in tre. Uno parlava con i primi soccorritori intervenuti sulla strada, un’altra stava allertando il pronto soccorso e la sala operatoria e un altro ha coordinato le ambulanze spiegando ai primi soccorritori che scenario avrebbero trovato. E’ andato tutto benissimo come nei film. Poi quando è arrivato al pronto soccorso è stato trovato tutto pronto come doveva essere e questo grazie alla professionalità degli operatori e dei medici. Da lì in poi è andato tutto bene anche se Christian è stato in pericolo di vita fino al giorno dopo – sospira Roberto – Alla fine ci siamo ripromessi che verranno durante l’estate al centro della canoa insieme a Christian e faremo un’uscita in barca tutti insieme e dopo faremo una cena tutti quanti per ritrovarsi di nuovo a distanza di qualche settimana per continuare questo filo invisibile che ormai c’è tra lui e chi gli ha salvato la vita“.
Non erano presenti nel pomeriggio di giovedì 3 giugno, a causa di impegni di lavoro, i tre ragazzi che sono intervenuti subito e che lo avevano trovato riverso sull’asfalto. Loro si recheranno da Christian all’inizio della prossima settimana anche perché il 22enne ha espresso chiaramente il desiderio di guardarli negli occhi per la prima volta e poterli abbracciare. “Mio figlio è cosciente – conclude Roberto – che grazie al tempismo, alla lucidità e al sangue freddo con il quale sono intervenuti hanno messo in condizione i soccorsi di potere operare al meglio”.
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