Centinaia di persone in piazza dopo il femminicidio di Giulia
Molte centinaia di persone, donne ma non solo, e soprattutto una gran numero di giovani, hanno sfilato da piazza Grande fino a piazza Attias gridando slogan contro la violenza. La protesta è scattata dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin
Grande partecipazione alla manifestazione promossa da NonUnaDiMeno Livorno nel pomeriggio di martedì 21 novembre. Molte centinaia di persone, donne ma non solo, e soprattutto una gran numero di giovani, hanno sfilato da piazza Grande fino a piazza Attias gridando slogan contro la violenza. La protesta è scattata dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, “ma anche se ci sono fatti e nomi che rimbalzano sulle cronache più di altri – scrivono in una nota stampa da NonUnaDiMeno – rifiutiamo la narrazione mediatica che distingue in violenze di serie A e di serie B. Il numero di femminicidi e di violenze di genere, perpetrate nei modi più vari, è spaventoso ed ha come contesto principale quello familiare e delle relazioni affettive(quasi il 90%). Sotto accusa la matrice patriarcale e sessista che permea la società, generatrice di violenza e di una vera e propria cultura dello stupro e del possesso dei corpi. Una situazione contro cui lottiamo e che deve assolutamente cambiare. Il percorso non è certo quello securitario – continua la nota stampa – dell’inasprimento delle pene o della castrazione chimica, ma quello di un mutamento radicale della società, mutamento che non può essere certo assicurato dalle componenti reazionarie e istituzionali che proprio quell’ordine sessista e patriarcale vogliono garantire.”
Nel corso della manifestazione numerosi sono stati gli interventi, le letture, le testimonianze, così come il supporto attivo arrivato da passanti, residenti, commesse dei negozi. Applausi, grida, tintinnio di chiavi, percussione di pentole.
“Mai zitte” recitava un cartello storico, che è stato più volte portato in tante manifestazioni. Mai zitte aveva chiesto la sorella di Giulia.
Le studenti del Niccolini-Palli hanno raccontato come nella mattina di martedì 21 il minuto di silenzio su cui era stata indicazione da circolare ministeriale è stato trasformato in una vera e propria assemblea sulle tematiche di genere e sulla violenza. Il silenzio funereo, la compostezza rituale, l’ordine sono diventati comunicazione, condivisione, espressione. Lì ma anche in altre scuole. “Mai zitte. Perché se la violenza fa rumore, noi ne facciamo di più. Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce. Lo abbiamo gridato oggi, lo grideremo ancora più forte a Roma alla manifestazione nazionale del prossimo sabato 25 novembre. Tuttx a Roma! Appuntamento sabato alle 7.30 alla stazione”.
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