Bizzi, quando gli scatti diventano… “Strabilianti”. Il programma della tre giorni
Nella foto principale di Giulia Bellaveglia, Augusto Bizzi in posa davanti al manifesto che dà il titolo alla sua mostra. Nelle altre immagini alcune foto in esposizione
Davanti alla volontà non vi sono ostacoli. Non vi sono regole, c'è solo l'ostinata percezione di compiere qualcosa dettato da una forza quasi soprannaturale. Quasi strabiliante. Ecco la mostra del guru della fotografia sportiva mondiale, eccellenza tutta labronica, Augusto Bizzi
In Burkina Faso c’è un detto che recita così: “Se le formiche si mettono d’accordo possono spostare un elefante”. Davanti alla volontà non vi sono ostacoli. Non vi sono regole, c’è solo l’ostinata percezione di compiere qualcosa dettato da una forza quasi soprannaturale. Quasi strabiliante. E quando non ci sono ostacoli rimane solo da spalancare gli occhi per l’emozione che si cela nuda davanti, che si svela innocente e vera, fino alla sua più pura essenza. Quell’emozione pronta a farci esclamare: wow… strabiliante!
Ed è proprio questo il titolo della mostra fotografica del guru della fotografia sportiva mondiale, un’eccellenza tutta labronica, che risponde al nome di Augusto Bizzi.
“Strabilianti”, come il nome della manifestazione che ha preso piede giovedì 15 settembre con un’inaugurazione avvenuta all’interno degli Hangar Creativi nei vecchi depositi Atl in via Meyer, a due passi dal mare. Ed è proprio qui che, nel contesto degli ex capannoni industriali dove si riparavano autobus, Augusto “Agu” Bizzi, ha esposto 25 capolavori di fotografia che hanno fatto la storia dell’iconografia e della narrazione sportiva internazionale (in mostra venerdì 16 e sabato 17 con orario 8,30-19).
Dal salto di gioia di Aldo Montano, che vale una medaglia di bronzo alle olimpiadi di Pechino nel 2008, all’iconografico taglio del traguardo delle Paralimpiadi di Tokyo di Ambra Sabatini che significa podio tutto azzurro insieme alle connazionali Martina Caironi e Monica Graziana Contrafatto passando dall’esultanza incontenibile e tutta olimpica di Bebe Vio. Dove c’è da raccontare, lo sguardo di Augusto Bizzi c’è. Pronto a cogliere quello che altrimenti, sarebbe destinato alle forche dell’oblio. Ed ecco invece lo scatto d’eterno che dona l’immensità ed epicità a momenti sportivi storici o semplicemente unici, strabilianti…
“La sfida – racconta l’autore della mostra a QuiLivorno.it – è di trasformare in naturale alcuni gesti sportivi di questi campioni paralimpici, e non solo, che di normale hanno poco o niente. Nei miei scatti c’è la voglia di raccontare la forza della naturalezza di un gesto strabiliante reso umano e atletico con semplicità innata. Perché dove c’è la passione non esistono barriere”.
Ogni foto è installata in su di un totem nero in modo da risaltare ancora di più le sfumature dell’immagine. Sotto ad ogni momento sportivo Augusto ha scelto una frase di un personaggio famoso o dei proverbi popolari, proprio come quello del Burkina Faso che avete letto all’inizio dell’articolo, per dare maggiormente forza alle espressioni visive inserite nelle sue foto che diventano veri e propri quadri da ammirare. L’allestimento è minimal e racconta con lo sguardo: delle pedane in legno, che ricordano quelle tanto care a Bizzi di stampo schermistico, e alcune “teste” di lampioni adagiate al suolo come a richiedere una luce dalle opere in esposizione per poter illuminare il percorso espositivo che, in realtà, brilla già di luce propria grazie alla forze espressiva dei gesti atletici immortalati.
Il tutto è condito da una serie di altri scatti, circa 130, proiettati su alcuni teli neri e che ritraggono altri momenti irripetibili che, grazie a Bizzi, saranno per sempre impressi nella memoria collettiva di gloria sportiva.
Se l’obiettivo è rendere naturale lo straordinario non possiamo però che, davanti a tutto questo, muovere una sana obiezione: l’aggettivo più azzeccato di fronte alle opere del Maestro Bizzi è solo uno: Strabilianti!
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