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Antignano, la scalinata diventa luogo di memoria. Ecco le “Pietre del Ricordo”

Martedì 2 Giugno 2020 — 07:00

Grazie ad un'idea di Mario Bartoli, la già splendida scalinata di Antignano, dalla giornata di domenica 31 maggio, ha trovato la sua completezza diventando una bella installazione marina volta ad omaggiare chi, per varie circostanze, non è più con noi

di Filippo Ciapini

Trovare parole per chi ha perso i propri cari è impensabile, scriverle è ancora più difficile. Succede tutto in un attimo, un momento, un maledetto giorno dove la tua mente si offusca in eterno e una ferita insanabile dividerà il cuore in mille pezzi senza possibilità di rimarginarsi. Ecco perché è giusto continuare a far vivere la memoria di chi non c’è più attraverso iniziative come quella che stiamo per raccontare, quantomeno per cercare di alleviare in una minuscola parte il dolore più grande che una persona possa avere. La già splendida scalinata di Antignano dalla giornata di domenica 31 maggio ha trovato la sua completezza diventando una bella installazione marina volta ad omaggiare chi, per varie circostanze, non è più con noi. Sono state infatti adagiate sul fondale delle pietre intagliate e dipinte con i nomi di tutti coloro che sono scomparsi tragicamente per creare un posto commemorativo e unico.
“Era già bella di suo, l’ho fatto soltanto per avere un luogo del ricordo speciale – ci ha raccontato Mario Bartoli, padre di Christian, giovane scomparso tragicamente nel 1998, e ideatore di questa splendida iniziativa – Penso che chiunque abbia perso un caro, avrà piacere che si ricordi per sempre. Il mare potrà cancellare le scritte ma il loro nome resterà scolpito in eterno”.
La scalinata si colora così di emozioni e di ricordi, seppur materiali, per chi ha un dolore che non cesserà mai di svanire. Ecco perché lo stesso Bartoli si rende disponibile a realizzare altre pietre e tappezzare uno degli specchi d’acqua più suggestivi della città di Livorno. Il tutto a patto che il buon senso dei cittadini faccia breccia nel loro senso di appartenenza e rispetti, oltre al luogo, il dolore di parenti, amici e conoscenti già devastati dalla tragica morte di queste persone. “Da quando il mio bimbo è scomparso mi sono sempre dedicato al sociale. Volevo che questa cosa avesse un risvolto di questo tipo, ho contattato le famiglie andando con i piedi di piombo e le ho trovate tutte molto disponibili – ha continuato Mario Bartoli – Vederli abbracciare quelle pietre è stato straziante ed emozionante. Sono disponibile a farne altre, mi auguro vivamente, però che non vengano profanate o portate via”.
E così che i nomi di Christan, Kyra, Jacopo, Aldo, Renzo, Ilaria, le 140 vittime della Moby Prince, i coraggiosi medici che hanno lottato contro il Covid continueranno a fissare il tramonto e farsi cullare dalle onde del mare al calare della luna per sempre.

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