Alluvione, si apre il processo a Nogarin. Il Comune ammesso parte civile: “Danno di immagine”
Il Comune, tramite l'avvocato dell'Avvocatura Civile Lucia Macchia, ha chiesto ed ottenuto la costituzione di parte civile all'interno del processo che vede imputato l'ex primo cittadino, presente in aula, per omicidio colposo plurimo
Abito blu scuro, occhiali da vista, cravatta e camicia bianca. Si presenta così intorno alle 10 di giovedì 12 maggio l’ex sindaco Filippo Nogarin nell’Aula Corte d’Assise in via Falcone e Borsellino dove il giudice monocratico Ottavio Mosti ha aperto ufficialmente il dibattimento nei confronti dell’ex primo cittadino imputato di omicidio colposo plurimo per i luttuosi fatti legati all’alluvione che colpì la nostra città agli inizi di settembre del 2017.
Nogarin è di poche parole, si siede sui gradoni che guardano i banchi degli avvocati fornendo il profilo destro al giudice. Adesso la politica è un lontano ricordo, una parentesi della sua vita. “Sono tornato a fare l’ingegnere, lavoro a Roma”, ha commentato prima che iniziasse il processo Nogarin. La questione principe dell’apertura di questo dibattimento è stata l’accettazione o meno da parte del tribunale della costituzione parte civile da parte del Comune di Livorno, già ammesso come responsabile civile (rappresentato in aula dall’avvocato Margaret Manning) ovvero il soggetto che, all’interno del processo penale, pur non avendo commesso il reato per cui si procede, è tenuto per legge a risarcire i danni ricollegabili a esso.
Un doppio ruolo non usuale dunque che vede il Comune da una parte pronto a risarcire i danni e dall’altra pronto ad essere risarcito. Per cosa? A specificarlo è l’avvocato Lucia Macchia dell’Avvocatura Civica del Comune di Livorno intervenuta in aula per richiedere l’ammissione di Palazzo Civico tra le parti offese in questo caso, come chiede esplicitamente al giudice, per il “danno di immagine subito da questa vicenda”.
Inutile sottolineare l’opposizione dell’avvocato difensore di Nogarin, Sabrina Franzone del Foro di Genova, che ha subito replicato, documentando con sentenze e cavilli di procedure, sostenendo l’inammissibilità della parte.
Ne è seguita una camera di consiglio durata circa un’ora e mezzo in cui il giudice si è ritirato per valutare e decidere o meno l’accettazione della richiesta dell’Avvocatura Civica del Comune di Livorno. La decisione, non banale e neppure scontata, è stata quella di accettare il Comune come parte civile nel processo.
Aperto dunque il dibattimento dopo le questioni preliminari il pm Antonella Tenerani ha effettuato produzione documentale al giudice e sono effettuate le richieste delle parti civili con le relative liste dei testimoni.
Il processo calendarizzato dal giudice per favorire un ritmo alquanto serrato. La prossima udienza è stata stabilita per il 26 maggio alle 10,30 quando si inizieranno ad ascoltare i primi testimoni chiamati dal pm Tenerani tra cui Berti, Lischi, Ballantini, Salvadorini e Gonnelli per un totale di 13 testimoni (le altre in calendario sono state stabilite per il 31 maggio, 23 giugno, 30 giugno, 12 luglio, 13 settembre, 22 settembre, 29 settembre, 11 ottobre, 27 ottobre, 8 novembre, 24 novembre e 29 novembre).
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