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Alluvione, arrivano polizia idraulica e 40 mln. Contributo sociale: entro il 7 dicembre

Mercoledì 15 Novembre 2017 — 15:07

Previste dieci assunzioni a tempo determinato per il ruolo di controllori dei torrenti e delle sponde dei fiumi. "Chi compirà abusi od ostruirà i corsi d'acqua sarà multato con sanzioni salatissime"

di Giacomo Niccolini

Ben 40 milioni pronti e utilizzabili a partire dal 2018 per la così detta “terza fase”, quella operativa (clicca qui – entro il 7 dicembre le domande di richiesta di contributo sociale). Quella in cui la Regione metterà mano concreta al rischio idrogeologico delle zone alluvionate e più a repentaglio del territorio livornese, colpito duramente dal nubifragio del 10 settembre scorso. Ma non solo. Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi mette in campo un’importante novità. “Assumeremo con un contratto a tempo determinato di un anno – specifica il numero uno della Regione in conferenza stampa tenutasi a Livorno nelle sale allestite per il Commissario Straordinario dell’alluvione in via Nardini – circa dieci giovani che ricopriranno il ruolo di polizia idraulica. Vigileranno, in modo assiduo e costante, lungo le sponde dei torrenti, dei rii e dei canali affinché non vengano costruiti abusi edilizi, affinché i letti dei corsi d’acqua risultino sempre puliti e sgombri in modo tale da non creare ostruzioni dannose e pericolose. Questi nuove figure avranno la possibilità di multare, anche in maniera salata, chi contravverrà alle normative sporcando, inquinando o ostruendo i corsi d’acqua e le loro sponde. Faremo un bando pubblico e queste figure entreranno in vigore nei primi mesi del 2018″.
Buone notizie anche per le imprese che hanno lavorato durante l’alluvione e che potranno essere iniziate a pagare dalla prossima settimana grazie ai fondi sbloccati dalla Regione. “Per questo- sottolinea Enrico Rossi-  si può fare riferimento all’ordinanza numero 56 rintracciabile sul sito internet della Regione. A partire da oggi, grazie all’anticipazione della Toscana, si sblocca l’iter delle procedure e dalla settimana prossima possiamo pagare le fatture”.
Si è da poco conclusa la prima fase di lavori che hanno visto impiegare 32 milioni di euro di risorse in ben 287 punti di intervento. “Entro un mese si concluderanno i lavori di “tipo A” ed entro marzo 2018 quelli di “tipo B”. Poi si aprirà la terza fase messa a punto meglio nella mattina di mercoledì 15 novembre. Per questa ultima tranche, quella appunto relativa alla riduzione e del rischio, si arriverà a spendere circa 40 milioni – specifica Rossi – Con i finanziamenti recuperiamo 3.3 milioni del piano approvato, altri 12 recuperati con la variazione di bilancio, altri 6 milioni che provengono dallo Stato, più 1.8 milioni promessi dal ministro Galletti e altri 5 recuperati dalla Regione per un totale di 28.1 milioni. Effettuando economie per circa il venti percento l’investimento complessivo sulla terza fase sarà dunque pari a 40 milioni”.
Entro dicembre sarà dunque approvato e varato questo nuovo piano per la  riduzione del rischio idraulico. “Vorrei chiudere il commissariamento – specifica il governatore Rossi -entro il 15 settembre 2018 avendo già appaltato 40 milioni di lavori per un totale di 25-30 progetti circa che elaborerà il nostro genio civile avvalendosi della consulenza dell’Università di Pisa e dell’Autorità di Bacino e del tavolo tecnico del Comune di Livorno”.
Rossi ha inoltre deciso di effettuare un nuovo rilievo di tutti di corsi d’acqua e una nuova mappatura dei tombamenti in modo tale da valutare le situazioni in cui siano presenti ostacoli particolari.
Capitolo Eni – “Per quanto riguarda l’Eni – continua Enrico Rossi – sono stati eseguiti a dovere tutti i controlli ed è stato aggiunto un impianto di depurazione mobile. Saremo impegnati a chiedere ad Eni che provveda ad effettuare la valutazione del rischio legata alla legge Seveso. Ognuno deve fare la sua parte. Io non ce l’ho con Eni, sia ben chiaro, ma ci batteremo perché ci sia la certezza di una situazione situazione  sotto controllo anche per quanto riguarda emissioni e maleodoranze che dovranno essere eliminate del tutto”.
La zona alluvionale è stata quindi suddivisa in cinque parti. “Abbiamo diviso il territorio in cinque zone. Quella di Quercianella e Chioma – continua Rossi – dove il problema maggiore è quello prevenire l’erosione e il forte trasporto solido. Saranno fatti interventi per costruire soglie e briglie per un totale di 3 milioni di lavori. La seconda zona è quella di Montenero dove gli interventi per la riduzione del rischio saranno pari a 3 milioni di euro.  La terza zona è quella di Ardenza dove sarà necessario intervenire per ripulire la foce ed aumentare la portata della foce stessa per  addolcire l’immissione. Qui i lavori previsti sono pari a 10 milioni. Poi c’è la zona dello Stillo dove bisognerà pensare agli. Da non sottovalutare quella relativa al Rio Maggiore (15 milioni di interventi previsti  ndr) dove potenzieremo quello che possiamo potenziare con casse di esondazione. valuteremo gli invasi a monte e, se alla fine, la portata del fiume sarà adeguata allora ok ma se non lo sarà, in ultima istanza, valuteremo seriamente la necessità del Rio-bis. Entro dicembre depositeremo i progetti preliminari. Per noi il Rio Maggiore rappresenta il problema principale. E’ in questa zona che sono morte più persone e dove non possiamo più permetterci questi disastri. L’ultima zona sarà infine quella dell’Ugione. Qui partiranno a breve lavori sul fosso cataratto per 5 milioni di euro dove andremo a rivedere le casse di esondazione che dovranno salvare la zona industriale limitrofa”.

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