Allegri, gabbionata a Livorno per Picchi dopo la firma con la Juve
Alle 16,30 circa, di venerdì 28, il tecnico livornese, come da programma e come da promessa, si è presentato ai cancelli dei Bagni Fiume di viale Italia per la partita amichevole nel gabbione in memoria di Armando Picchi (foto Amore Bianco)
Alle 15 in punto di venerdì 28 maggio la Juventus con un tweet sul proprio account “con spunta blu” ha dato l’annuncio ufficiale del ritorno di Massimiliano “Acciuga” Allegri sulla panchina bianconera (in foto di Lorenzo Amore Bianco con il sindaco Salvetti). “Bentornato Max! #AllegriIN”. Un contratto che, stando a quanto letto sui maggiori giornali sportivi italiani, lo legherà alla squadra torinese per quattro stagioni con un ingaggio che varia tra gli 8,5 e i 9 milioni a stagione più bonus.
Alle 16,30 circa, di venerdì 28, il tecnico livornese, come da programma e come da promessa, si è presentato ai cancelli dei Bagni Fiume di viale Italia per la partita amichevole nel gabbione in memoria di Armando Picchi, il campione labronico di cui ricorre il cinquantesimo anniversario della morte in questi giorni. “Juventus? Non posso e non voglio dire niente – ha detto il mister ai microfoni della stampa intervenuta – Sono qua ad omaggiare un grande campione, sarà una bella partita”.
Partita che è iniziata subito sotto il segno di Max che ha siglato un gran gol che è servito per mettere, sportivamente parlando, “le cose in chiaro”. Poi però un piccolo infortunio ha costretto l’allenatore della Juve ad abbandonare il terreno di gioco. Niente di grave ma per Allegri la gabbionata è dovuta finire anzitempo. Due le squadre in campo e tra i tanti campioni che si sono ritrovati per ricordare “Armandino” anche la bandiera amaranto Igor Protti e l’ex bomber Ennio “Lo Squalo” Bonaldi. Sul cemento dentro la gabbia anche il primo cittadino Luca Salvetti che ha voluto calcare il palcoscenico sportivo in questa passerella di celebrità scese in campo in memoria dello storico “numero 6”. Tra gli altri partecipanti a questa speciale partita del cuore con cronaca “special” di Giacomo “Ciccio” Valenti ecco in campo: Michele Crestacci, Alessandro Guarducci, Mario Menicagli, Adriano Tramonti, Gerry Cavallo, Alessandro Brucioni, Leonardo Fiaschi, Nicola Falleni. Arrivato a fine gara per un saluto e qualche abbraccio sentito anche il tecnico, nonché ex panzer amaranto, Cristiano Lucarelli. Per la cronaca la partitella è terminata ai rigori in appannaggio del team “Bianco” del sindaco Salvetti e di Protti.
“Una giornata indispensabile – ha invece commentato Igor Protti al termine del match – Sono onorato di essere entrato nel gabbione dove Armando Picchi giocava da ragazzo. Anche a distanza di mezzo secolo Livorno parla ancora di lui a partire dallo stadio. La sua è una presenza fissa anche a distanza di così tanto tempo”.
La Regione Toscana grata allo straordinario campione di vita e di sport Armando Picchi – “L’immagine di quel ragazzo sorridente che alza al cielo, nella notte di Vienna, la coppa dei campioni non è solo l’emblema di un calcio che non c’è più, dove l’aspetto agonistico e la felicità del gioco prevalevano sul resto, ma è anche e soprattutto, a ben vedere, la straordinaria vittoria di un uomo che si era fatto da solo, che aveva iniziato nelle categorie dilettantistiche e che fino a ventiquattro anni non era mai andato oltre la Serie C. Eppure, appena cinque anni dopo, dopo aver già vinto uno scudetto, conduceva la grande Inter di Herrera, da capitano, a un’epica vittoria sul Real Madrid dei vari Puskas, Gento e Di Stefano. Quell’uomo, Armando Picchi, simbolo di volontà e determinazione, era vostro padre. Nel cinquantesimo anniversario della sua prematura scomparsa giunga a voi e alla vostra famiglia la gratitudine dell’intera comunità toscana e del mondo dello sport a cui apparteneva questo straordinario atleta,al quale renderemo omaggio con una cerimonia pubblica”.
Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ricevendo nel suo studio Gianmarco Picchi, figlio di Armando, a cinquant’anni esatti dalla scomparsa del grande campione livornese. Gianmarco ha portato i saluti del fratello Leo Picchi, l’altro figlio di Armando.
“Risalta agli occhi che, quando nel 1969 smise di giocare, in appena dieci anni, di cui tre spesi tra Spal e Varese, dalla Serie C era arrivato all’Inter e alla Nazionale affermandosi come uno dei migliori difensori del mondo e vincendo tre scudetti, due coppe dei campioni e due coppe intercontinentali”, ha aggiunto il presidente Giani.
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