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Addio all’attore di prosa e vernacolo Aldo Bagnoli

Domenica 10 Marzo 2024 — 10:22

La seconda foto, inviata da Simonetta del Cittadino, mostra il cast del primo "Malato" insieme ad altri grandi che non ci sono più: Luigi Carletti, Marcello Marziali e Giuliano Bonaccorsi

Ha calcato tutti i principali palcoscenici della Toscana e nella sua Livorno non c’è teatro che non l’ha visto protagonista. Il ricordo degli amici Pancaccini, Bocci e Bardocci. Lo spettacolo di stasera alle 16 La malata immaginaria, di Pancaccini, e l'ultimo applauso saranno dedicati alla sua memoria. E' scomparso stamattina all'età di 89 anni

Addio a Aldo Bagnoli. Nato come attore di prosa con il centro artistico il Grattacielo, dagli anni Novanta intraprese poi la strada del Vernacolo. E’ scomparso stamattina all’età di 89 anni compiuti il 15 gennaio e lo spettacolo di stasera alle 16 ai 4 Mori La Malata immaginaria di Pancaccini, la prima commedia che interpretò Aldo, sarà dedicato interamente alla sua memoria e l’ultimo applauso sarà per lui. “Vinse il premio di miglior attore di compagnia amatoriale nel 2003 con Il malato immaginario di Moliere a Pesaro e Macerata”, ricorda Franco Bocci. “Quante risate in macchina dopo la vittoria”. “E’ stato uno dei primi attori ad andare in televisione con il film Giovannino ed Elviruccia per la regia di Paolo Panelli con Bice Valoni. Ricordo che mio nonno Carlo Carpitelli, incaricato di portare alcuni attori livornesi per questo film, scelse proprio Aldo con il quale ho lavorato in Caro Beppe Orlandi”, ricorda Massimiliano Bardocci.”Se n’è andato ancora un grande del teatro livornese, Aldo Bagnoli, un attore autodidatta, versatile, intuitivo col quale ho condiviso anni al Grattacielo e anni in Spazio Teatro e anni di cabaret – ricorda commossa Simonetta Del Cittadino – Era amatissimo da Giorgio Fontanelli per la sua verve popolare. Era un caratterista di razza che lasciava il segno e sul palco fu un gigante soprattutto negli anni 70 80, interpretando personaggi chiave del teatro classico e del teatro sperimentale. Memorabili il suo messer Nicia nella Mandragola, Argante del Malato immaginario, il Cenciaiolo nella Pazza di Chaillot e tantissimi altri. Non lo dimenticheremo, perché i grandi rimangono sempre con noi e quando mi affaccerò sul palco, lo vedrò ancora ammiccante accanto a me”.Di seguito invece il ricordo di Giuseppe Pancaccini: “70 anni insieme. E’ stato il mio più grande e fidato collaboratore; scrivo, se ci riesco, due righe per commemorarlo. Tutto parte negli anni cinquanta: avevo appena quindici anni e la mi’ mamma lavorava come collaboratrice domestica in una casa di una signora livornese benestante che abitava sul viale della Libertà. Mamma si serviva da un famoso negozio dell’epoca, Cocchini, dove andava a comprare i prodotti per pulire quella casa, ed una volta mi chiese di aspettarla fuori dal negozio perché le borse della spesa erano pese: ma quel giorno a pormi quelle borse non ci trovai mamma ma un giovane commesso, alto, magro, ma soprattutto simpati’o. Era Aldo. Fui colpito dalla simpatia travolgente di quel ragazzo, al punto che mi proponevo di andare a fare la spesa per incrociarlo; a volte ci andavo di mia iniziativa, magari a comprare un po’ di segatura, tanto per sentirlo parlare con i clienti: era già un’attrazione. Poi all’improvviso sparì, seppi che fu chiamato militare, ma il caso volle che lo ritrovai nel’ 57 nella Compagnia di Gino Lena dove io facevo l’assistente di scena; in quell’anno Gino metteva in scena la commedia di Gigi Benigni “AAA Cameriera Cercasi”, ed una sera alle prove si presentò proprio lui, scritturato per la parte del giovane. Da quel giorno non ci siamo più lasciati, in teatro e nella vita. Con il Lena ha preso parte a tutta una serie di commedie : La Ballata dei 4 Mori, La Ribotta sulla luna, La ‘ura Mira’olosa, La Mutua, Il Colera, Il Trapianto, La Pagella, La Pillola, Dove si mette la vecchia, Drogato sarà lei, ma sempre ricoprendo ruoli maschili. Quando nel 1975, la Grande Tina Andrey decise di mettere in scena la prima mia commedia, La Separazione alla Livornese, ci separammo entrambi da Gino; non Aldo, che non se la sentì di lasciarlo. Ma io e Aldo continuammo a frequentarci, a collaborare, ad uscire insieme, a fare ribottate, gite fuori porta, eravamo così legati al punto che chiamammo nello stesso modo le nostre prime figlie. Poi Gino Lena decise di ritirarsi, e Aldo entrò definitivamente a far parte del Carrozzone, e con me, con noi, ha recitato in tutte le mie trenta commedie ricoprendo tutti i ruoli : il contadino, l’orafo, l’antiquario, addirittura la vecchia, in un memorabile spettacolo alla Gran Guardia, per poi diventare, a partire dal 1990, una grande popolana, una delle più grandi di sempre. Questo ruolo lo rivestì per caso, per salvarmi uno spettacolo, ma non per caso è diventato quello che è stato, ovvero il protagonista assoluto del Teatro Vernacolare Livornese degli ultimi trent’anni. E da quel momento il nostro legame è diventato sempre più forte, più intenso, siamo stati marito e moglie in tante commedie e come una coppia vecchio stampo, ci siamo voluti bene, supportati, sopportati e rispettati. Nella vita Aldo è stata una persona speciale, un marito ed un genitore eccezionale, generoso con tutti, un galantuomo, elegante e garbato anche quando sulla scena “diceva le parolacce”. Amava il teatro, amava divertire la gente, tanto che alla fine di ogni spettacolo improvvisava un terzo tempo fatto di storielle, barzellette, che incollavano le persone alle poltrone, un appendice diventato un appuntamento fisso per il nostro pubblico. Ma Aldo si è affermato con il Teatro di prosa, partendo dal centro artistico Il Grattacielo diretto da Guido Baldi, arrivando anche a vincere un prestigioso concorso a Pesaro, dove venne riconosciuto come miglior attore nella rappresentazione de La Mandragola di Machiavelli. E’ stato poi diretto in tantissimi lavori da Simona Del Cittadino, dove ha sempre avuto ruoli importanti se non da protagonista, come ne Il Malato Immaginario, ne Il Berretto a Sonagli, ne La Locandiera, ne Il Povero Piero e in tanti, tanti altri copioni impegnativi. Ha calcato tutti i principali palcoscenici della Toscana, e nella sua Livorno non c’è Teatro che non l’ha visto protagonista: e tanti di quei Teatri oggi non ci sono più, come non ci sono più tante sue spalle, tanti suoi, nostri Compagni di una vita. Ed il caso ha anche voluto che l’ultimo sipario l’abbiamo chiuso insieme una volta per tutte, come una coppia di fedelissimi sposi: era il mese di Marzo del 2019, al Teatro 4Mori, dove si dette entrambi l’addio alle scene con “Effetto Venezia”. Ma abbiamo continuato a stare insieme, a frequentarci per non lasciare del tutto la passione del Teatro, della Compagnia, per tenere in vita i nostri meravigliosi ricordi, la nostra amicizia fino alla sua ultima passerella”.

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