Addio al prof. Giovanni Cadoni
Nella foto inviata dalla famiglia, che ringraziamo per la disponibilità, Giovanni negli studi di Percorsi Musicali durante la registrazione di "Sognavamo nelle notti feroci" che andando sulla pagina Fb Effetto Collaterale è possibile ascoltare
Insegnante da 32 anni circa di latino storia e italiano e bibliotecario da settembre alle Borsi, Giovanni era un insegnante con le passioni per il teatro, l'arte, la musica, il canto e la fotografia. Il fratello: "Un talento e una potenza espressiva che viveva con spontaneità e naturalezza". La figlia: "Grazie a tutti per le belle parole spese nei confronti di babbo"
“Sapeva gratificarci quando qualcuno di noi faceva qualcosa per bene: un compito, una interrogazione. Era “complimentoso”. Si capiva che gli piaceva insegnare. Quando lo vedevamo arrabbiato era davvero arrabbiato, al tempo stesso sapeva essere pronto alla battuta” ricorda una delle sue ex studentesse parlando di Giovanni Cadoni scomparso a 61 anni il 18 settembre. Insegnante di italiano latino e storia da 32 anni circa, Giovanni nell’ultimo anno scolastico ha ricoperto il ruolo di bibliotecario del Cecioni e da settembre di quest’anno, sempre come bibliotecario, lavorava alle Borsi dove aveva cominciato a definire i primi passi di un progetto di supporto e sostegno nell’ambito della inclusione scolastica. Dopo un inizio di carriera a Riva del Garda e Cavalese proseguendo per Follonica e infine Enriques e Cecioni di Livorno, Giovanni era un prof-bibliotecario con le passioni per il teatro, l’arte, la musica, il canto e la fotografia. “Sapeva suonare il pianoforte, la chitarra, il basso e persino lo strumento medievale chiamato Ghironda – ricorda la figlia Matilde che ringraziamo per la disponibilità – Per quanto riguarda il canto ha fatto parte del coro Garibaldi e Spring Time e parlando di arte è suo l’attuale logo della Diocesi di Livorno. Ultimamente aveva riscoperto la fotografia e aveva iniziato un’esposizione di elaborati digitali alla galleria Extra in piazza della Repubblica (rimarrà aperta fino al 27 settembrem, ndr). Insomma, babbo era portato in un sacco di cose”. “Qualsiasi strumento gli mettevi in mano riusciva in poco a suonarlo come se lo conoscesse da sempre, gli bastava prendere una matita tra le dita per stupirti con il bozzetto di un’idea, restavi ammirato da ciò che sapeva tirar fuori. Chi è del mestiere diceva che era un talento da non farsi sfuggire – prosegue il fratello Andrea che ringraziamo – “Uno scrigno di talenti” è stata una bella definizione che hanno dato di Giovanni al funerale e che porteremo con noi. Un talento e una potenza espressiva che in realtà lui viveva con spontaneità e naturalezza”. Al funerale hanno preso parte tanti amici, colleghi e ex studenti che Matilde ringrazia: “Ringrazio tutti i presenti e anche chi non potendo essere presente mi ha scritto o telefonato per condividere un ricordo di babbo come persona paziente, gentile e creativa. Grazie a tutti per le belle parole. Mi ha colpito un mazzo di fiori, grande, firmato “i tuoi bimbi” della 5b PS del Cecioni 2005. Grazie anche a loro per il pensiero”.
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