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Va a firmare in caserma con gli scooter rubati: arrestato per 11 capi d’imputazione

Martedì 29 Maggio 2018 — 12:30

Parcheggiava i motorini lontano dagli occhi elettronici del comando provinciale dei carabinieri di viale Fabbricotti. Dopo mesi di indagini il Gip Del Forno ha firmato un'ordinanza cautelare in carcere nei confronti del 37enne livornese

di Giacomo Niccolini

Sono ben 11 i capi di imputazione con i quali è finito alle Sughere un giovane livornese, Enrico Salvi, 37 anni (il cui nome è stato reso noto dai carabinieri durante una conferenza stampa indetta all’indomani dell’arresto) a seguito delle indagini svolte dalla Compagnia diretta dal comandante Guglielmo Palazzetti. Le investigazioni sono partite a seguito di alcuni furti con strappo, comunemente noti come scippi, avvenuti tra settembre e ottobre nelle zone centrali della città tra cui via Grande, via Montebello e zona Fabbricotti.
Sono stati ben 11 gli episodi registrati dai carabinieri e, secondo ipotesi investigative dei militari, attribuibili a Salvi ma non imputati al 37enne dal Gip Antonio Del Forno, magistrato che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Sul suo capo però pendono, come già detto, undici capi di imputazione disparati dalla ricettazione al riciclaggio, dalla detenzione di sostanza stupefacente (cocaina) fino all’estorsione, reato quest’ultimo che l’arrestato perpetrava nei confronti della madre ai fini di ottenere soldi per comprare sostanza stupefacente.
I militari hanno iniziato ad insospettirsi di alcuni atteggiamenti proprio agli inizi del settembre scorso quando Enrico Salvi, come da precedente disposizione cautelare legata a reati pregressi commessi, doveva effettuare due firme al giorno (una al mattino e una alla sera) in caserma di viale Fabbricotti per ottemperare l’obbligo imposto dal giudice. La particolarità era che il livornese non parcheggiava mai il motorino davanti all’ingresso come spesso fanno in molti, bensì cercava posti ben lontani dalle porte principali e dagli occhi elettronici della caserma, rivolgendo sempre la targa dello scooter verso il muro dei caseggiati e non verso la strada. Un atteggiamento guardingo e a dir poco sospetto che ha destato l’attenzione dei carabinieri di turno più e più volte.
A seguito di verifiche, infatti, è risultato che spesso le targhe non combaciavano con il telaio e, in altri casi, si presentava con un altro scooter.
“Secondo le nostre risultanze investigative – ha commentato il tenente colonnello Armando Ago, comandante del reparto operativo dell’Arma di Livorno – avrebbe cambiato sei o sette motorini nell’arco di qualche mese. Le targhe non si contano neanche. I motorini, secondo quanto ricostruito, gli sarebbero serviti per le sue attività illegali”.
L’arresto è avvenuto nella giornata di lunedì 28 maggio quando, come accadeva da qualche mese a questa parte, Salvi ha bussato alla porta della caserma per una delle due sue consuete firme quotidiane quando i carabinieri, a fronte della richiesta del pm Carmazzi e della firma sull’ordinanza del gip Del Forno, gli hanno chiesto di rimanere per essere poi accompagnato in carcere.

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