Truffata da un finto maresciallo e un finto avvocato
Vittima una signora del ’59 che purtroppo ha consegnato alla complice inviata a casa dai due truffatori una busta contenente gioielli di valore corrispondente alla somma di 3.590 € richiesta "per l’immediato rilascio del figlio in stato di fermo nella caserma dei carabinieri in seguito ad un incidente stradale". La complica si è poi dileguata rapidamente, approfittando del fatto che la vittima continua ad essere distratta al telefono dal falso avvocato con mille scuse… I consigli della polizia: "Nel caso in cui si subisca una truffa rivolgetevi alle Forze di Polizia senza imbarazzo né vergogna: troverete operatori specializzati e disponibili, che sono lì non per giudicarvi, ma per accogliervi, consigliarvi e cercare di risolvere insieme il problema"
Abili nella manipolazione psicologica, capaci di suscitare ansia e preoccupazione sfruttando a proprio favore leve psicologiche che inducono le vittime a fidarsi… Che la truffa sia commessa attraverso la “rete”, telefonicamente o presentandosi di persona, questi sono gli strumenti di cui si avvalgono i malviventi inventando strategie e scuse sempre nuove per indurre in errore il malcapitato di turno. Questa volta, si legge in un comunicato stampa della questura, è toccato ad una signora del ’59 chiamata per telefono il 3 ottobre mattina da un sedicente “maresciallo dei carabinieri” che le dice che il figlio si trova in caserma in stato di fermo a seguito di un incidente stradale a causa del quale un ragazzo di vent’anni è stato trasportato in ospedale in gravi condizioni. Il presunto maresciallo aggiunge che la signora avrebbe dovuto parlare anche con un certo “Riccardo”, avvocato del giovane ferito nel sinistro stradale. Il falso legale, offrendo alla donna il proprio aiuto, le chiede il suo indirizzo per mandarle subito una persona incaricata di riscuotere la somma di 3.590 € a suo dire necessaria per l’immediato rilascio del figlio. Poco dopo, arriva in effetti una giovane donna sui trent’anni alla quale la signora consegna una busta contenente gioielli di valore corrispondente alla somma richiestale. La complica saluta, ringrazia e si dilegua rapidamente, approfittando del fatto che la vittima continua ad essere distratta al telefono dal falso avvocato con mille scuse…
La Polizia di Stato, prosegue la nota stampa, consiglia di non fidarsi mai di soggetti che si presentano come appartenenti alle Forze dell’ordine, chiedendo di pagare per le più disparate ragioni. Le Forze dell’ordine, infatti, non chiedono mai pagamenti di questo tipo, né ci contattano con la scusa di movimenti sospetti sui nostri conti correnti convincendoci ad effettuare bonifici istantanei su un conto diverso, spesso con IBAN estero, col presunto fine di mettere al sicuro i nostri risparmi. Neppure avvocati, incaricati di pubblici servizi, operatori bancari o di Poste Italiane agiscono in questo modo, quindi è bene diffidare sempre ed effettuare ogni possibile verifica prima di pagare somme di denaro, effettuare bonifici o consegnare i propri averi. Le scuse utilizzate sono davvero moltissime ed in continua evoluzione ma l’epilogo è, purtroppo, sempre lo stesso. Che si tratti di un ipotetico incidente in cui sono stati coinvolti figli o nipoti, oppure della truffa del “finto figlio”, che manda un messaggio dicendo, ad esempio, di avere il telefono rotto o di essere all’estero senza soldi e in difficoltà, chiedendo subito un bonifico. E ancora, di presunti incaricati dell’INPS, dell’INPDAP o dell’Agenzia delle Entrate che chiedono di entrare a casa nostra fingendo di voler controllare la nostra posizione pensionistica o contributiva. Non dobbiamo mai fidarci, impedendo in modo categorico l’accesso in casa a degli sconosciuti.
Come comportarsi. Se veniamo fermati per strada da una persona in apparenza rispettabile, che, ad esempio, con accento straniero, ci propone l’acquisto di pietre preziose o di altri oggetti di valore cercando di impietosirci perché non ha più denaro per ritornare nel Paese di origine o da chi ci chiede di contribuire ad opere benefiche, agganciandoci con varie scuse, anche semplicemente quella di chiederci un’informazione per poi convincerci ad effettuare un prelievo di contanti, ricordiamo che si tratta di espedienti utilizzati dai truffatori. E’ bene stare attenti anche alle truffe informatiche: uno dei sistemi più usati consiste nell’invio di e-mail o di SMS fraudolenti (phishing e smishing), con cui un falso istituto bancario chiede di cliccare su un link malevolo, che rimanda ad una pagina web “clone”, che sembra proprio quella della banca. Di solito, i truffatori cercano di mettere fretta all’utente per sottrargli i dati di autenticazione o per spingerlo a compiere operazioni dispositive con vari pretesti, come ad esempio trasferire il proprio denaro su un altro conto, fingendo che siano stati rilevati dalla banca movimenti sospetti sul conto della vittima. Ribadiamo, ancora una volta, che né le Forze dell’ordine, né gli istituti di credito né Poste Italiane mandano e-mail o messaggi con link su cui cliccare o telefonano chiedendoci credenziali di accesso, altri dati sensibili o prospettando rischi per il nostro denaro, al fine di indurci a mandarlo altrove. Nel caso in cui si subisca una truffa, di qualsiasi tipo essa sia, è bene rivolgersi subito alle Forze di Polizia, senza imbarazzo né vergogna: troverete operatori specializzati e disponibili, che sono lì non per giudicarvi, ma per accogliervi, consigliarvi e cercare di risolvere insieme il problema, individuando i responsabili anche grazie al contributo che ciascuno di voi è in grado di fornire.
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