Torna in azione il “finto avvocato”. I consigli
Ennesima truffa consumata, nella serata del 27 ottobre, ai danni di una 95enne di Livorno la quale si è vista raggirare da due sconosciuti ai quali ha poi consegnato alcuni monili in oro del valore complessivo di oltre 500 euro.
L’episodio si è verificato in via Catalani, presso l’abitazione dell’anziana pensionata. La donna ha dapprima ricevuto una telefonata nel corso della quale uno degli impostori, spacciandosi per avvocato, le ha comunicato che il nipote era rimasto coinvolto in un sinistro stradale e che, pertanto, era necessario il pagamento di ben 4 mila euro per evitare il sequestro della patente da parte dei carabinieri. La seconda fase della truffa è andata in scena dopo alcuni minuti, quando alla porta della donna si sono infatti presentati due uomini, qualificatisi anch’essi come avvocati, i quali si sono fatti consegnare dalla malcapitata diversi monili in oro del valore complessivo di oltre 500 euro, allontanandosi immediatamente dopo.
La truffa di ieri sera segue, di qualche giorno, analoghe truffe consumate a Livorno ai danni di persone anziane, raggirate da sconosciuti con la medesima tecnica del “finto avvocato”. I carabinieri, già nel mese di aprile, avevano disarticolato un’associazione a delinquere dedita proprio a questo particolare reato, traendo in arresto tre persone e denunciandone altre due. Il “modus operandi” era il medesimo: un truffatore, spacciandosi per avvocato, contattava telefonicamente le vittime, sempre persone avanti con gli anni, sulle rispettive utenze fisse, (solitamente le celle agganciate dal telefonista sono quelle di Napoli), raccontando che uno dei loro figli/nipoti era stato fermato dai Carabinieri, in quanto rimasto coinvolto in un grave incidente stradale, e che aveva urgente bisogno di denaro, perché sprovvisto di copertura assicurativa.L’interlocutore precisava poi che i soldi devono essere consegnati ad un suo incaricato, complice del telefonista, che regolarmente si presentava in casa delle vittime, subito dopo la chiamata, e si faceva consegnare, monili in oro, denaro contante e ogni oggetto di valore. La scelta delle vittime era sempre il risultato di una sorta di selezione fatta preventivamente attraverso una brevissima telefonata, finalizzata a comprendere se l’interlocutore sia o meno una persona sufficientemente anziana. I suddetti componenti della banda erano riusciti a mettere a segno, tra settembre e dicembre 2015, a Livorno e provincia, ben 18 tra truffe e tentate truffe.
L’Arma ricorda pertanto che è importante seguire questi piccoli, ma utilissimi, suggerimenti:
• non aprite agli sconosciuti e non fateli entrare in casa;
• non mandate i bambini ad aprire la porta;
• comunque, prima di aprire la porta, controllate dallo spioncino e, se avete di fronte una persona che non avete mai visto, aprite con la catenella attaccata;
• in caso di consegna di lettere, pacchi o qualsiasi altra cosa, soprattutto se non conoscete il corriere, chiedete che vengano lasciati nella cassetta della posta o sullo zerbino di casa;
• prima di farlo entrare, accertatevi della sua identità ed eventualmente fatevi mostrare il tesserino di riconoscimento;
• nel caso in cui abbiate ancora dei sospetti o c’è qualche particolare che non vi convince, telefonate all’ufficio di zona dell’Ente e verificate la veridicità dei controlli da effettuare;
• tenete a disposizione, accanto al telefono, un’agenda con i numeri dei servizi di pubblica utilità (Enel, Telecom, Acea, etc.) così da averli a portata di mano in caso di necessità;
• non date soldi a sconosciuti che dicono di essere funzionari di Enti pubblici o privati di vario tipo;
• se venite colti da un dubbio anche dopo che queste persone si sono allontanate, chiamate subito i Carabinieri per avvisare dell’accaduto.
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