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Ruba il cellulare sull’ambulanza, volontaria lo smaschera

Sabato 21 Settembre 2024 — 13:15

La squadra era impegnata nelle dimissioni di un paziente e si è accorta della sparizione risalendo sul mezzo. Dopo aver chiamato le forze dell'ordine, una volontaria è rientrata in pronto soccorso alla ricerca dell’autore del fatto individuando un uomo che aveva visto poco prima aggirarsi intorno all’ambulanza. Alla prima richiesta della donna l’uomo ha negato poi, incalzato, ha ammesso il furto riconsegnandole il cellulatre di servizio. 41enne denunciato dalla polizia per tentato furto aggravato

La polizia ha identificato e denunciato in stato di libertà un uomo per il reato di tentato furto aggravato. L’episodio è accaduto intorno alle 4.00 di giovedì 20 settembre quando una volante è intervenuta in ospedale a seguito della segnalazione di un’operatrice sanitaria che ha spiegato di aver sorpreso un uomo rubare il proprio cellulare di servizio. Secondo la ricostruzione fornita in un comunicato stampa, gli operatori della Misericordia giunti al pronto soccorso in ambulanza per effettuare le dimissioni di una paziente hanno lasciato il mezzo nel parcheggio dedicato ai mezzi di emergenza e sono entrati in ospedale per effettuare le operazioni del caso. Poco dopo, ritornando al mezzo, si sono accorti che il cellulare di servizio, lasciato all’interno dell’ambulanza, era sparito. Dopo aver chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, la volontaria è rientrata in pronto soccorso alla ricerca dell’autore del fatto individuando una persona che aveva visto poco prima aggirarsi intorno all’ambulanza. Alla prima richiesta della donna, il soggetto ha negato la propria responsabilità. Poi, incalzato, ha ammesso consegnandole la refurtiva. Giunti sul posto, i poliziotti lo hanno identificato in un 41enne italiano, con precedenti di polizia in materia di stupefacenti, denunciandolo in stato di libertà per tentato furto aggravato. Va precisato che il procedimento penale non è ancora definito e, pertanto, le contestazioni dovranno essere ulteriormente verificate nell’eventuale giudizio. Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevole l’indagato.

 

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