Rapinato dopo il prelievo al bancomat
Dopo aver prelevato, il ragazzo si è incamminato e tra via Bixio e via Stenone è stato accerchiato da tre uomini che, dopo averlo minacciato di consegnare tutto quello che aveva, lo hanno aggredito fisicamente sfilandogli la felpa nella cui tasca c’era il portafoglio. A dare l'allarme al 112NUE è stata la fidanzata che dalla finestra ha assistito alla rapina. Grazie alla descrizione della vittima e alle indicazioni di due persone che avevano assistito all’accaduto e poi seguito i tre nella loro fuga, i poliziotti sono riusciti a rintracciarne e arrestarne due nei pressi di piazza San Marco
E’ accaduto alle 23 circa di ieri, 19 settembre, quando è arrivata al NUE112 una richiesta di aiuto da parte di una ragazza che riferiva di vedere dalla finestra il fidanzato in strada aggredito da tre stranieri. Arrivate sul posto le volanti hanno rintracciato la vittima, con escoriazioni sanguinanti alle mani e alle ginocchia, che ha spiegato ai poliziotti di essere stata rapinata da tre stranieri dopo aver fatto un prelievo di 30 euro al bancomat in piazza XI Maggio. Dopo aver prelevato, il ragazzo si è incamminato e tra via Bixio e via Stenone è stato accerchiato dai tre che, dopo averlo minacciato di consegnare tutto quello che aveva, lo hanno aggredito fisicamente sfilandogli la felpa nella cui tasca c’era il portafoglio. Dopodiché si sono dati alla fuga verso via Mastacchi. Grazie alla descrizione della vittima e alle indicazioni di due persone che avevano assistito all’accaduto e poi seguito i tre nella loro fuga, i poliziotti sono riusciti a rintracciarne due nei pressi di piazza San Marco. Alla viste delle divise hanno tentato di dileguarsi ma sono stati bloccati e posti in sicurezza. Accompagnati in Questura sono stati identificati in due tunisini, uno del 1993 e l’altro del 1996, con precedenti di polizia, e sono stati arrestati per il reato di rapina in concorso. Va precisato che il procedimento penale non è ancora definito e, pertanto, le contestazioni dovranno essere ulteriormente verificate nell’eventuale giudizio. Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevole l’indagato.
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