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“Quello “pescato” era uno squalo”

Domenica 11 Febbraio 2018 — 15:28

Il racconto di Marco Brilli, livornese di 47 anni, in barca alla Vegliaia: "Quando ho telefonato alla guardia costiera avevo allamato per caso uno squalo. Rimango disponibile a presentarmi nuovamente in capitaneria per fornire tutti i dettagli"

“Quello che ho pescato era uno squalo. Tornato a casa ho confrontato l’aspetto, muso un po’ allungato, corpo cilindrico, con le immagini su internet. L’impressione è che per caso avevo tirato su uno squalo, Mako, di circa un metro e mezzo”. Marco Brilli (nella foto), livornese di 47 anni, commerciante, con l’hobby della pesca da sempre, racconta a Quilivorno.it cosa gli è accaduto la notte fra il 10 e l’11 febbraio.
Con la sua barca di 6 metri si trovava all’incirca nella zona della Vegliaia. Era uscito intorno alle 22 del 10 febbraio con l’attrezzatura da spinning per spigola: trecciato 0,8 e finale dello 0,28. Si è ritrovato alla canna qualcosa di molto più grosso. Marco racconta: “Ne ho agganciati tre in 30 minuti e non erano spigole. Lancio il mio siliconico e subito il primo strike, combatto per circa 40 minuti con un pesce di dimensioni spropositate per l’attrezzatura che ho. Strappo! Ma ho un dubbio: quel pesce non può essere stata una spigola, sembrava di avere in canna un peso morto. Riesco a fare due giri di mulinello, riesce a prendermi il doppio di filo con strane ripartenze e senza mai essere riuscito a staccarlo dal fondo. Il tempo di rifare il calamento e via: due, tre lanci e strike. Ma questa volta nemmeno 5 minuti di combattimento che come il precedente strappa di nuovo il trecciato. Inizio a pensare a cosa possa essere. Rimonto il tutto e riprovo di nuovo, sempre nello stesso spot”. Nel frattempo sono circa le 24.00. “Per la terza volta incoccio un altro bestione. Riesco alle 2.30 circa dell’11 febbraio a portarlo sotto la barca. Data la potenza del pesce ero convinto di avere allamato un tonno. Pesce che non ho mai pescato e quindi non so come si comporta. Eccolo, ci siamo, ed ecco la sorpresa. Non è un tonno, ma uno squalo. Con la poca luce che c’è appena lo intravedo. Non credo a quello che ho in canna, ci metto un po’ per realizzare. Mi spavento e riapro la frizione. Sì ho visto bene è uno squalo. Il pesce riprende una decina di metri di filo come se nulla fosse”. A questo punto Marco decide di chiamare la guardia costiera: “Con un po’ di imbarazzo spiego quanto mi sta accadendo chiedendo se hanno intenzione di venire a vedere cosa ho allamato per caso. Mi rispondono chiedendomi se stavo bene, io dico di sì, poi mi dicono di tagliare. Sono circa le 3 e dopo quasi tre ore di combattimento decido di recuperare più trecciato possibile e salutare il pesciolino. Lo riguardo meglio e sempre con la tremarella taglio e… bye bye”.
Marco non ha foto dell’accaduto in quanto in barca porta con sé il cellulare della moglie sprovvisto di fotocamera. Tuttavia, dopo essere tornato in banchina si è recato fisicamente alla guardia costiera per descrivere con precisione le caratteristiche del pesce. Senza grande esito. “Mi spiace, ho creduto di fare una cosa giusta segnalando la presenza di squali in prossimità delle zone portuali. Rimango disponibile a presentarmi nuovamente in capitaneria per fornire tutti i dettagli”.

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