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Non rispetta il divieto di avvicinamento: in carcere

Giovedì 24 Ottobre 2024 — 11:15

L’Autorità Giudiziaria ha emesso nei suoi confronti l'aggravamento della misura cautelare disponendo la custodia cautelare in carcere. L'uomo, 35 anni, è tra gli imputati nel processo Magina

I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno arrestato un 35enne di origini nordafricana in esecuzione ad un provvedimento di aggravamento della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla parte offesa disposto dal Tribunale di Livorno. Come si legge in un comunicato stampa del 24 ottobre, l’uomo era sottoposto alla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa a seguito di una ordinanza cautelare emessa dal Giudice di Livorno a settembre, scaturita da una serie di segnalazioni relative alle sue reiterate condotte in evidente violazione delle prescrizioni imposte. A suo carico sarebbero pendenti anche querele e soprattutto riscontri eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Livorno costantemente impegnati nelle attività esterne di controllo del territorio.
Nel caso dello straniero, i militari hanno raccolto elementi diversi e gravemente indiziari e, prosegue la nota stampa, trattandosi di comportamenti rivolti alla parte offesa che talvolta avrebbero assunto toni minacciosi, gravi e violenti, è emersa l’inadeguatezza e l’inidoneità della misura vigente a carico dell’indagato che è tra gli imputati nel processo a carico dei responsabili dell’omicidio preterintenzionale che causò la morte del livornese caduto dal quarto piano di un appartamento in via Giordano Bruno ad agosto 2022. Il 35enne di origini nordafricane, noto ai carabinieri anche per i suoi precedenti in materia di droga per cui aveva manifestato evidente inclinazione a commettere reati, dagli ultimi fatti avrebbe evidenziato anche una personalità dai tratti marcatamente violenti e insofferente al rispetto delle prescrizioni. L’Autorità Giudiziaria, rivalutata la sua posizione sulla base dell’informativa dei carabinieri, ha quindi emesso il provvedimento più afflittivo della custodia cautelare in carcere come unico provvedimento ritenuto idoneo per evitare la reiterazione di condotte delittuose.  I carabinieri lo hanno pertanto tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di aggravamento della misura cautelare e ristretto, terminate le procedure di rito, alle Sughere. Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, le stesse sono da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – sino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

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