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Importavano droga dal Sud America e dalla Spagna, 15 misure cautelari. “Aperitivo” e “frutta” due delle parole in codice

Lunedì 2 Settembre 2024 — 07:51

I termini utilizzati, spiega l'Arma, erano “aperitivo” o “frutta” per indicare genericamente lo stupefacente e nello specifico “uva bianca” per la cocaina, “uva nera” per l’eroina, “plastica” oppure il “vetro” per il metadone. Operazione dei carabinieri: 9 custodie cautelari in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 5 provvedimenti di divieto di dimora nel comune di Livorno nei confronti di 6 italiani e 9 extracomunitari tra i 26 e i 67 anni. Il giro d’affari, in sette mesi, è stato stimato in 150.000 € e in circa un migliaio di cessioni (individuati oltre 30 assuntori solo sulla piazza labronica). Tra le sostanze sequestrate mescalina e kratom. Secondo la ricostruzione investigativa, l'attività di spaccio avveniva nel centro di Livorno, nelle aree boschive del Piombinese, nelle province di Pisa e di La Spezia e a Castiglione della Pescaia

I carabinieri del Comando Provinciale di Livorno, insieme al 4° NEC di Pisa, al Nucleo Cinofili di Firenze ed un’aliquota S.O.S. del 6° Battaglione CC Toscana, dalle prime ore di questa mattina hanno dato esecuzione nelle province di Livorno, Pisa e Siena a 15 misure cautelari (3 italiani e 6 tunisini in carcere; 1 italiano agli arresti domiciliari; 5 provvedimenti di divieto di dimora nel comune di Livorno) emesse dal gip del Tribunale di Livorno nei confronti di 6 italiani e 9 extracomunitari tra i 26 e i 67 anni (8 di nazionalità tunisina ed 1 marocchino; 4 risultano regolari sul territorio nazionale e sono residenti nelle province di Livorno e Pisa mentre 5 risultano senza fissa dimora) ritenuti responsabili a vario titolo ed in concorso tra loro di traffico, importazione dal Perù e dalla Spagna e spaccio di sostanze stupefacenti di hashish, cocaina, eroina, metadone nonché mescalina e kratom. A 3 dei 15 indagati è stata contestata anche l’aggravante dell’ingente quantità avendo, nel corso delle indagini, riscontrato l’importazione e l’approvigionamento di decine di kilogrammi di droga.
L’indagine, denominata “Mexal”, avviata a seguito di una segnalazione della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga relativa al sequestro operato in Francia nel maggio 2023 di un pacco proveniente dal Perù contenente 2 kg di mescalina indirizzato ad una donna di Rosignano Marittimo ha consentito di individuare, si legge in un comunicato stampa, una fiorente attività di spaccio che interessava diverse province in Toscana e Liguria per un giro d’affari, in sette mesi, stimato in 150.000 €. La mescalina ed il kratom venivano importati tramite spedizioni internazionali a seguito dell’acquisto tramite criptovalute sul darkweb/Telegram ovvero attraverso viaggi effettuati personalmente da uno dei principali indagati.

Il comunicato dell’Arma

Secondo la ricostruzione investigativa, prosegue il comunicato stampa, gli indagati gestivano una fiorente attività di spaccio di cocaina, hashish, eroina, e metadone, nel centro di Livorno, nelle aree boschive del Piombinese, nelle province di Pisa e di La Spezia e a Castiglione della Pescaia. È stato disarticolato un gruppo criminale livornese, composto da italiani e nordafricani, ben radicato nell’ambiente del narcotraffico, anche internazionale, in virtù di un consolidato rapporto con diversi fornitori individuati in Spagna e nel ravennate. Lo spaccio avveniva prevalentemente mediante cessione per appuntamento telefonico tramite linguaggio criptico, nonché attraverso “pizzini” utilizzati per evitare che le conversazioni venissero captate. In particolare, i termini utilizzati erano “aperitivo” o “frutta” per indicare genericamente lo stupefacente o più specificatamente “uva bianca” per la cocaina, “uva nera” per l’eroina, “plastica” oppure il “vetro” per il metadone, a seconda del tipo di confezionamento. Non sono mancati anche feedback sulla droga da parte degli assuntori con le parole “frutta marcia” per indicare una fornitura di qualità scadente. Altre indicazioni facevano riferimento all’immagine riportata sui panetti: quando gli indagati parlavano di “gioco” o di “Mario” facevano riferimento ad una partita di hashish su cui era raffigurata l’immagine di un noto videogioco. Parallelamente è stata ricostruita la specifica attività illecita di uno dei principali indagati: un imprenditore del settore alimentare il quale, in diverse occasioni, si riforniva di mescalina e kratom dal Sud America (Perù), rispettivamente mediante l’acquisto tramite criptovalute sul darkweb/Telegram e attraverso viaggi effettuati personalmente. Nel corso delle indagini, dalle verifiche svolte dal Nucleo Investigativo con la collaborazione della DCSA, è stato appurato che l’indagato, oltre alla spedizione sottoposta a sequestro in Francia contenente mescalina, ha ricevuto ulteriori due spedizioni internazionali provenienti dal medesimo mittente, in particolare il 25 marzo 2023 un plico da 3,5 kg e l’11 maggio 2023 uno da 2,2 kg. Ad ulteriore riscontro delle reiterate condotte di importazione degli psicotropi quali mescalina e kratom, i carabinieri hanno accertato che il 38enne, il 12 dicembre 2023 ed il 31 gennaio 2024, ha cercato di importare, a seguito di viaggi in Sud America 80 grammi di mescalina e 100 grammi di kratom in polvere nel proprio bagaglio; le sostanze era state occultare fra estratti di altre erbe e piante nel tentativo di eludere i controlli dei cani antidroga. Due i maggiori riscontri, si legge ancora nel comunicato stampa: il 26 gennaio 2024 il Nucleo Investigativo labronico, supportato dall’omologo reparto dell’Arma di Ravenna, ha intercettato e bloccato due indagati intenti a perfezionare l’acquisto di una partita di 20 kg. di hashish suddivisi in 200 panetti per il corrispettivo di euro 38.000 in contanti. Il 23 marzo 2024, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno hanno individuato e bloccato in ingresso a Livorno, proveniente da Barcellona, uno degli indagati alla guida di un’auto “preparata” con più di 30 kg. di hashish, confezionati in panetti da 1 kg. All’esito dei vari riscontri eseguiti nel corso dell’indagine, sono stati complessivamente sequestrati 52 kg tra hashish e cocaina, oltre 2 kg di mescalina e 91 grammi di kratom; arrestate 6 persone ed individuati oltre 30 assuntori solo sulla piazza labronica. Gli approfondimenti investigativi hanno inoltre consentito di registrare migliaia di cessioni nell’arco dei sette mesi di monitoraggio degli indagati, con captazioni e pedinamenti, che hanno superato il migliaio cessioni per un volume di affari complessivo che si aggira intorno ai 70.000 euro in relazione all’hashish ed 80.000 per la cocaina. Provento della fiorente e capillare operatività sulle diverse piazze di spaccio. I citati riscontri hanno consolidato il grave quadro probatorio, condiviso e cristallizzato nel provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Livorno. La complessa operazione di polizia giudiziaria dei carabinieri ha fornito uno spaccato trasversale relativo all’operatività, in particolare sulla piazza labronica, di diversi e strutturati gruppi criminali, in collegamento fra loro, composti da italiani e stranieri. Il quadro ha peraltro evidenziato, a consuntivo della capillare analisi delle diverse dinamiche delittuose monitorate, i vari livelli criminali ricoperti dai principali indagati, l’elasticità di adattamento di strutture, estremamente snelle e capaci di ricomporsi, sostituendo ogni volta gli elementi tratti in arresto e capace di approvvigionarsi nuovamente dopo i sequestri, anche di ingenti quantitativi. Nel rispetto dei diritti delle persone indagate le stesse sono da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – sino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

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