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Finanza, scoperta frode sul bonus facciate

Giovedì 1 Giugno 2023 — 09:12

Indagine della finanza: bloccati i cassetti fiscali di due ditte edili, sequestro preventivo di falsi crediti di imposta per 3,5 milioni

Nel corso di un procedimento aperto dalla Procura della Repubblica di Livorno, le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Livorno, avente ad oggetto crediti fittizi per un ammontare complessivo di circa 3,5 milioni di euro. Come si legge in un comunicato del 1 giugno le indagini hanno tratto le mosse da una mirata analisi di contesto, estesa a tutta la provincia, riguardante gli ingenti bonus fiscali nel settore edile. E’ così emersa quella che gli inquirenti ritengono fosse un’articolata rete criminale ideata e gestita dal titolare di uno studio di consulenza fiscale con il diretto coinvolgimento di due società edili. Il meccanismo di frode sarebbe consistito nel generare, prosegue la nota stampa, sulla base di comunicazioni presentate telematicamente all’Agenzia delle Entrate fittizi crediti d’imposta relativi alle spese sostenute per interventi edilizi, in realtà mai realizzati, rientranti nel regime applicativo dei cosiddetti “Bonus facciate” ai sensi degli artt. 119 e 121 del Decreto Legge nr. 34/2020. Il tutto all’insaputa dei proprietari degli immobili oggetto di ristrutturazione edilizia che, pur risultando formalmente beneficiari delle agevolazioni fiscali, hanno negato di aver intrattenuto rapporti con gli indagati, nonché di aver eseguito interventi di manutenzione sui propri appartamenti. Tra l’altro i lavori e i relativi costi, del tutto fittizi, risultano assolutamente incoerenti con la ridotta metratura degli appartamenti indicati nelle dichiarazioni inviate all’Agenzia delle Entrate; dichiarazioni che, tuttavia, hanno generato nei cassetti fiscali un imponente ed illecito credito d’imposta, fortunatamente bloccato dai finanzieri poco prima che venisse “monetizzato”. Il reato per cui si procede, secondo le contestazioni della Autorità Giudiziaria labronica, è quello di truffa per aver generato solo cartolarmente – mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti ed invio telematico delle comunicazioni prescritte dagli artt. 119 e 121 del Decreto Legge nr. 34/2020 – crediti d’imposta fittizi, successivamente ceduti, per poi essere monetizzati, nel cassetto fiscale delle società edili. Il servizio svolto, coordinato dal Comando Provinciale di Livorno, testimonia l’importanza che la Guardia di Finanza assegna – quale forza di polizia economico/finanziaria a tutela della spesa pubblica – al regolare utilizzo delle risorse dello Stato necessarie per garantire la ripresa del Paese: vista l’attuale congiuntura economica negativa è prioritario assicurare la corretta destinazione delle somme erogate alla collettività, nel contempo individuando i frodatori che pregiudicano il giusto impiego di ingenti risorse pubbliche a danno di tutti. Doveroso precisare che si tratta di indagini preliminari per cui le contestazioni di cui sopra dovranno poi essere verificate nel corso del giudizio.

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