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Droga in “barattoli”: quattro arresti

Venerdì 5 Maggio 2017 — 08:31

I protagonisti nel mirino della Finanza erano soliti nascondere la droga, confezionata all’interno di barattoli di vetro che ne consentono una migliore conservazione, oppure imballata con cellophane e messa sotto vuoto, nelle campagne di Stagno

Nella giornata di giovedì 4 maggio, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno, su ordine della Procura della Repubblica labronica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza – emessa dal G.I.P. del locale Tribunale, Fabrizio Nicolettidi applicazione della misura cautelare personale in carcere nei confronti di tre fratelli di nazionalità albanese (di cui uno, allo stato, irreperibile), per traffico di sostanze stupefacenti.

Si tratta di M.K., di trentaquattro anni (identificato dalle Forze di polizia, nel tempo, con ben otto “alias”), A.K., di anni trentuno (con due “alias”) e S.K., di ventinove anni, di cui i primi due domiciliati nel capoluogo labronico in un appartamento preso in affitto nella zona di Piazza Magenta, e uno dimorante per lo più in Albania, uso recarsi saltuariamente a Livorno per coadiuvare i fratelli nella gestione dello spaccio. Uno dei fratelli vive in Italia da oltre dieci anni.

Le indagini, dirette dalla locale Procura della Repubblica (PM Dr. Antonio Di Bugno), sono state sviluppate da personale del Nucleo di Polizia Tributaria e hanno avuto origine, nel mese di maggio 2016, a seguito del rinvenimento di 36 grammi di cocaina e di un bilancino,  ben occultati in un terreno delle campagne livornesi.

Il successivo avvio dell’operazione di p.g. (denominata Undeground” ”, in ragione delle modalità di occultamento della droga) ha consentito di ricostruire una sistematica attività di  spaccio di sostanze stupefacenti posta in essere dai tre fratelli albanesi, soggetti che non risultano aver mai presentato dichiarazioni dei redditi, con precedenti penali specifici e un processo in corso per gravi fatti di spaccio (per due dei fratelli).

Tali soggetti erano soliti recarsi, in orari diversi della giornata, con la propria autovettura (una Fiat Grande Punto, nella loro disponibilità esclusiva dal 2016), in luoghi particolarmente isolati e impervi, fuori dal centro cittadino, per occultare, in cespugli e/o in buche (opportunamente ricoperte di fogliame), sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish o marjuana che, periodicamente, provvedevano a ritirare in piccole quantità per essere destinate al mercato livornese, in prevalenza a giovani consumatori o a piccoli pushers. Gli stessi erano soliti nascondere la droga – confezionata all’interno di barattoli di vetro (per la cocaina, come nella foto in pagina) che ne consentono una migliore conservazione, oppure imballata con cellophane e messa sotto vuoto (sia per la marijuana che per l’hashish) – nelle campagne della frazione di Stagno, nella località Vallin dell’Aquila, ubicata nei pressi della discarica di proprietà dell’Aamps. o nei boschi di via di Grecale.Le investigazioni di polizia giudiziaria hanno, così, permesso di rinvenire, in dieci occasioni (da maggio a dicembre 2016), sostanze stupefacenti e materiale destinato al confezionamento delle dosi, riuscendo a ricostruire le singole responsabilità penali grazie alla costante attività di monitoraggio, pedinamento e osservazione con cui veniva, tra l’altro, documentato il nervosismo degli indagati per la perdita del carico di merce.
In un’occasione, veniva poi tratto in arresto, in flagranza di reato, un cliente livornese (S.F. cinquantenne), destinatario di una cessione di 1,2 kg di marijuana, custodita all’interno della bauliera della sua autovettura, sequestrando, altresì, 4 mila euro in contanti rinvenuti in sede di perquisizione nella cassaforte della propria abitazione. Tale soggetto, già giudicato presso il Tribunale di Livorno, ha patteggiato, in data 24 marzo 2017, una pena di un anno e quattro mesi di reclusione e una multa di 2.400 euro.

Complessivamente, nel corso delle indagini, sono stati sottoposti a sequestro 4,4 kg. di sostanze stupefacenti, di cui 660 grammi di cocaina, 330 grammi di hashish (contenuti in 35 ovuli) e 3,4 kg di marijuana. Da tale quantitativo di stupefacente sarebbe stato possibile ricavare oltre 13 mila dosi destinate al mercato dello spaccio nel capoluogo labronico, con un profitto quantificabile in circa 140 mila euro.
In questo contesto, per evitare la reiterazione del reato, il GIP ha anche disposto il sequestro dell’autovettura utilizzata dagli indagati per l’occultamento dello stupefacente, con affidamento in giudiziale custodia e facoltà d’uso al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza che ha condotto le investigazioni.
Continua così l’incessante attività dei Reparti della Guardia di Finanza di Livorno di contrasto ai fenomeni di criminalità e di spaccio caratterizzanti il territorio livornese, anche in attuazione alle indicazioni dell’Autorità prefettizia e degli indirizzi del Procuratore Capo della Repubblica.

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