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Droga dal Sud America e dalla Spagna, catturato nella notte un altro indagato

Martedì 3 Settembre 2024 — 11:43

Secondo i carabinieri che lo hanno catturato nella notte a Poggibonsi operava come collegamento labronico dei traffici nelle piazze di spaccio boschive della val d’Elsa. Il punto di approvvigionamento delle sostanze, scrive l'Arma in un comunicato, era Livorno fra via della Bassata e piazza Repubblica. Le ricerche si sono protratte a lungo e sono servite prolungate osservazioni in area boschiva messe costantemente a sistema dagli investigatori dell’Arma di Livorno con avanzate attività di tipo tecnico

Nel corso della notte i carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno, supportati da quelli dell’Arma territoriale di Poggibonsi, hanno catturato un altro dei destinatari dell’ordinanza restrittiva in carcere emessa dal Tribunale di Livorno su richiesta dell’Autorità Giudiziaria. L’uomo, nord africano poco più che ventenne – si legge in un nuovo comunicato stampa di oggi dopo quello di ieri 2 settembre Importavano droga dal Sud America e dalla Spagna, 15 misure cautelari. “Aperitivo” e “frutta” due delle parole in codice – sarebbe un altro corriere implicato nei traffici di droga in Toscana. Prima di essere localizzato in provincia di Siena aveva imperversato a vendere stupefacenti sia nei boschi di Castiglione della Pescaia (GR) che Montalto di Castro (VT). Punto di approvvigionamento delle sostanze era sempre Livorno fra via della Bassata e piazza Repubblica. Le ricerche si sono protratte a lungo e sono servite prolungate osservazioni in area boschiva messe costantemente a sistema dagli investigatori dell’Arma di Livorno con avanzate attività di tipo tecnico. Quando è stato fermato, prosegue il comunicato stampa, era in compagnia di due persone del posto di origine italiana. Ulteriori indagini seguiranno in approfondimento del contesto senese. Fra le diverse peculiarità evidenziate dalle indagini dell’operazione “Mexal” condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno, prosegue la nota stampa, è emersa anche la perfetta sintonia in affari fra italiani e stranieri che avevano inscenato un rodato sistema di approvvigionamento, traffico, importazione e spaccio di droghe in cui dai più alti livelli del traffico sino alle fase terminali della vendita al dettaglio su strada, italiani e stranieri si condividevano incarichi senza necessariamente una sudditanza degli uni sugli altri: bensì una efficace joint venture delle droghe operante nella gestione dello spaccio in Toscana. Un mercato dove purtroppo la domanda – come confermato dalle indagini – è sempre forte e trasversale in ogni contesto sociale. Estesa dalle aree boschive degradate nelle zone periferiche dei centri urbani frequentati talvolta da più giovani in cerca di sballo piuttosto che da storici assuntori, sino a professionisti di età matura impegnati nei diversi settori professionali, ma tutti accomunati dalla medesima dipendenza. Capillare la ricostruzione dei livelli e del sistema di spaccio condotta dai carabinieri in soli sette mesi di indagini, suffragata dai numerosi arresti a riscontro e sequestri anche di ingenti quantitativi nonché di tipologie di psicotropi di “nicchia” dagli effetti allucinogeni devastanti. Hanno partecipato alle ricerche per la cattura dell’odierno indagato, che sono state protratte per circa due giorni anche unità SOS in forza al 6° Battaglione “Toscana” di stanza a Firenze; si tratta delle Squadre Operative di Supporto, costituite nel 2016 e inserite negli organici dei Reggimenti Mobili dei Carabinieri, impiegate prioritariamente nel contrasto immediato alle eventuali minacce terroristiche, ma impiegate anche in supporto all’Arma territoriale nell’esecuzione di operazioni in cui è previsto un determinato livello di criticità nonché in particolari e delicati ambiti operativi. A seguito della cattura il giovane è stato dapprima condotto negli uffici del Comando Compagnia Carabinieri di Poggibonsi (SI) per poi, ultimate le formalità di rito in caso di arresto, essere portato nel carcere di Siena. Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, sono da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – sino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

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