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Rapine nei supermercati.
Tre arrestati

Mercoledì 10 Agosto 2016 — 12:01

Operazione "Robbery Market” dei carabinieri: arrestati i tre componenti della "banda dei supermercati". In un anno avevano rapinato 12 esercizi per un totale di circa 80 mila euro. I nomi, come agivano

I Carabinieri del Reparto Operativo di Livorno hanno dato esecuzione a 3 misure di custodia cautelare in carcere – emesse dal tribunale labronico – nei confronti di altrettanti pregiudicati, tutti originari della Campania, ritenuti responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine aggravate ai danni di supermercati, nonché furto e ricettazione (clicca sul link in fondo all’articolo per vedere il video che illustra il loro modus operandi).
All’esito dell’attività investigativa, denominata convenzionalmente “Robbery Market” e diretta dalla Procura di Livorno, sono state richieste dal Procuratore Capo Ettore Squillace Greco e dal Sostituto Fiorenza Marrara misure cautelari la cui esecuzione ha riguardato un gruppo criminale autore di ben 12 colpi presso altrettanti esercizi commerciali della Toscana. A finire in carcere, su ordinanza del gip Antonio Del Forno, sono stati: 56enne Dario Petriccione, pluripregiudicato residente da tempo a Cecina; il 40enne Giuseppe Petriccione, pluripregiudicato attualmente ristretto presso il carcere di Massa; il 59enne Ferdinando Lentini, pluripregiudicato residente a Meda (Milano), anch’egli attualmente in carcere a Pisa.

I tre uomini, due dei quali fratelli, in poco più di un anno erano riusciti a colpire 12 supermercati operanti nelle province di Livorno, Pisa, Firenze e Pistoia. In particolare, i rapinatori avevano dimostrato di prediligere, tra gli altri, gli esercizi commerciali riconducibili alla catena “Tuodì’”, sprovvisti di dispositivi di video-sorveglianza, portando a segno ben 9 dei 12 colpi complessivi. La lunga sequenza di rapine a Livorno, Casciana Terme (PI), Lastra a Signa e Pontedera aveva fruttato ai tre malviventi un bottino complessivo di oltre 80 mila euro.
Il modus operandi adottato dal gruppo criminale prevedeva sempre una esatta divisione dei ruoli tra i tre individui, con un esecutore materiale (in alcuni casi due) armato di pistola e con gli altri incaricati di fare da palo e da autista per la fuga. Il rapinatore e l’eventuale complice facevano irruzione all’interno dell’esercizio commerciale travisati con caschi protettivi o cappucci e, sotto la minaccia della pistola, si facevano consegnare il denaro custodito nelle casse e nella cassaforte del supermercato. La successiva fuga avveniva sempre a bordo di mezzi risultati rubati.
A tradire i tre, tuttavia, sono state le immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso, posizionate presso alcuni dei supermercati rapinati, minuziosamente analizzate dai Carabinieri nonché le preziose descrizioni fornite dai testimoni e le intercettazioni telefoniche. Proprio lo strumento delle indagini tecniche consentiva ai militari di chiarire quindi l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere nella quale i tre sodali si scambiavano mezzi, armi, denaro e ruoli. Il gruppo aveva base a Cecina, nell’abitazione di Petriccione Dario, ove i tre si riunivano nei giorni immediatamente precedenti la commissione delle singole rapine programmate.

Nel corso delle indagini due degli appartenenti al gruppo criminale, Petriccione Dario e Lentini Fernando, sono stati entrambi arrestati dai carabinieri in due diverse circostanze. In particolare, a marzo di quest’anno, il Petriccione è stato tratto in arresto ad Agliana (Pistoia) per il reato di furto di un’auto in previsione di una successiva rapina. Stessa sorte, nel mese di luglio, al complice Lentini Fernando, arrestato in flagranza dai carabinieri di Pisa per il reato di possesso di documenti falsi. In particolare l’uomo, sorpreso all’interno di un pullman diretto in Spagna, nel corso della perquisizione è stato trovato in possesso di due maschere in silicone per il travisamento nonché di due pistole giocattolo. Proprio il Lentini, prima dell’arresto, continuava a intrattenere costanti contatti con i due complici in attesa che almeno uno di loro tornasse in libertà e lo potesse coadiuvare nella pianificazione di nuove rapine.

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