Nogarin licenzia Maltinti: “Cattivo clima lavorativo”.
“Sbalordito”
Nogarin revoca l'incarico di direttore generale del Comune di Livorno all'architetto Sandra Maltinti: "Definitivamente compromesso il rapporto fiduciario"
Partiamo dalla fine di quella che sicuramente è stata una delle giornate (il 29 giugno) più tese e nervose dei due anni dell’amministrazione del Movimento 5 stelle. Partiamo quindi dalla decisione di Nogarin di revocare l’incarico di direttore del Comune di Livorno all’architetto Sandra Maltinti. Come si legge nelle motivazioni la “gravità” delle dichiarazioni rese durante i lavori della prima commissione consiliare hanno “definitivamente compromesso il rapporto fiduciario che deve necessariamente legare il direttore generale al sindaco”. “Per questo ritengo – sono ancora le parole del sindaco – che il rapporto con Maltinti debba essere risolto con effetto immediato e senza preavviso, ai sensi dell’articolo 3 ultimo comma del contratto individuale di lavoro”. La Maltinti ora avrà 5 giorni di tempo per presentare le eventuali controdeduzioni. “La direttrice generale peraltro non ha mai rappresentato – è scritto in un passaggio – al sindaco o ad altri organi comunali fatti o circostanze che, neppure lontanamente, potevano lasciare supporre una gravità del livello denunciato con meri assunti indimostrati e senza alcun riferimento concreto”.
Ma cosa ha portato a questa decisione? E’ stata la relazione di 8 pagine letta dall’architetto nel corso della prima commissione consiliare, dove all’ordine del giorno c’era la discussione della situazione del personale comunale, a spingere il primo cittadino. L’unica persona che poteva sollevarla dall’incarico era proprio Nogarin. “Le decisioni – si legge in un passaggio della relazione della Maltinti – troppo spesso non si fondano su programmi delineati negli atti ma sono dettate dal contingente e dalla mancata conoscenza dei risvolti amministrativi connessi. I pareri che i dirigenti pongono sugli atti non sono soggettivi. Se viene dato un parere negativo non è perché non si è d’accordo con l’atto o si sta esercitando la propria opinione politica ma perché l’atto contrasta con le leggi in vigore”. “Se poi nella macchina comunale mancano indirizzi chiari e organizzazione il risultato è la creazione – secondo quanto ha scritto ancora Maltinti nella sua memoria – di un cattivo clima lavorativo, spesso improntato da timore, se non addirittura da terrore anche per esprimere la propria opinione”. Qui Maltinti ha raccontato il caso di un’addetta delle pulizie di cui è stato richiesto il licenziamento in tronco perché sentita parlare male dell’amministrazione. L’archietto va avanti parlando di “confusione tra indirizzo politico e gestione amministrativa”, aggiungendo frasi come “improvvisazione che regna sovrana” e che porta a “progetti non previsti dal programma di governo e imposti creando nella struttura comunale frizioni e incertezze”. E dritta come un treno ha inoltre affermato come, per realizzare le loro “personali iniziative politiche” (i 5 Stelle, ndr) mettano in atto “ingerenze rivolgendosi direttamente agli impiegati più accondiscendenti che spesso, non riferendo la cosa ai dirigenti, contribuiscono a creare malintesi e disservizi”.
La replica di Nogarin – “Sono sbalordito delle dichiarazioni del direttore generale – era intervenuto il sindaco Nogarin attraverso una nota apparsa su Facebook nel tardo pomeriggio – rese oggi in prima commissione alla presenza dei sindacati, sia per le modalità scelte che per i toni utilizzati. Durante l’audizione Maltinti ha sciorinato un monologo, fuori luogo, preconfezionato ad arte nel quale ha lanciato accuse gravissime nei confronti dell’amministrazione comunale, accusando me, la giunta e pure i consiglieri di gravi ingerenze nei confronti della macchina amministrativa. Tutto questo senza però fare alcun riferimento a fatti specifici o procedimenti utili ad accertare la veridicità di quanto riportato. Se davvero il Direttore generale avesse avuto a cuore il buon funzionamento della macchina amministrativa avrebbe dovuto chiedere un confronto con il sottoscritto; così non è stato. Maltinti ha evitato il confronto e ha preferito lanciare pubblicamente le sue accuse. Si tratta di un nuovo tentativo di far vacillare l’amministrazione pentastellata o, più banalmente, di una mossa utile a difendere la sua poltrona e il lautissimo stipendio?”.
Nogarin aveva inoltre reso noto di avere convocato una riunione di giunta alla quale era stato invitato il direttore generale al fine di acquisire ulteriori informazioni in merito a quanto asserito. Incontro a cui la Maltinti non ha partecipato, fatto questo che ha indotto il sindaco ad affermare di essere giunti, per quanto riguarda il rapporto di fiducia nei confronti del Dg, “a un ulteriore deterioramento e a un punto di non ritorno”. In serata poi infatti è arrivata la lettera con cui Nogarin ‘licenziava’ la Maltinti.
Nel frattempo la presidente della prima commissione consiliare Monica Ria aveva fatto sapere che sarebbe andata in Procura per consegnare la relazione del direttore generale, “così come da mandato della commissione e come da me deciso anche dopo aver fatto valutazioni personali”.
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