Beni confiscati, Cciaa in prima fila nel monitoraggio dei “dati”
di Jessica Bueno
A 25 anni dalla strage di Capaci la Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno, in collaborazione con l’associazione Libera, ha organizzato un seminario per presentare progetti e dare delucidazioni in materia di beni e aziende confiscati alla malavita. “Si tratta di una ricorrenza particolare – dice Riccardo Breda, presidente Cciaa – In quel periodo ci sentivamo sconfitti dalla mafia e due uomini importanti hanno dato la vita per quello in cui credevano: il loro lavoro. L’Italia è riuscita a ripartire grazie al grande supporto delle Forze dell’Ordine e alla consapevolezza ritrovata dei cittadini, i quali hanno capito che il modello giusto da seguire è uno ed uno solo: la giustizia”.
La confisca dei beni è solo un punto di partenza: restituirli alla legalità è l’obiettivo verso cui puntare. Ma qual è il ruolo della Camera di Commercio in tutto questo? “Promuovere la l’azione per la repressione della concorrenza sleale – come spiega Giuseppe del Medico, dell’Area semplificazione, servizi digitali e legalità, Unioncamere – Le Camere sono dotate di un patrimonio informativo notevole e recentemente ci sono stati finanziamenti da parte dell’Unione Europea per promuovere l’educazione alla legalità economica”.
Il sistema ri.build è un modo per verificare periodicamente ed in modo automatico se sono state presentate variazioni nel Registro imprese in un gruppo di enti di interesse. Provvede poi a fornire un documento ufficiale con tutte le informazioni necessarie. Uno strumento burocratico che, in questo modo, riesce a diventare un supporto per altri organi come la Guardia di Finanza. Un altro strumento online utile per monitorare la situazione economica è il registroimprese.it. Il software è in grado di aggregare le informazioni relative ad una particolare azienda ricercata dall’utente. Utile soprattutto per conoscere meglio clienti e fornitori nel caso di legami complessi tra imprese diverse. Il servizio dedicato alla visualizzazione grafica dei risultati è R! visual. Inoltre, il software Insider riesce ad evidenziare eventuali anomalie applicando indicatori di rischio nelle varie amministrazioni.
“Le Camere di commercio – continua del Medico – hanno ottimi sistemi digitali per analizzare i dati. Vogliamo unire quelli che abbiamo a disposizione nel registro imprese con altri di tipo socio economico per contrastare il rischio di riciclaggio internazionale e cercare di renderli ancora più utilizzabili a organi come la Prefettura, per garantire il ripristino alla legalità”. Problemi ulteriori, oltre che nel monitoraggio della situazione, nascono nel momento in cui si va a decidere il futuro di un’azienda confiscata. Spesso mancano le competenze per capire a fondo le caratteristiche dell’ente, il suo mercato operativo. Nasce l’esigenza di un supporto nel processo decisionale. Una modifica al codice antimafia consentirà di chiedere aiuto alle Camere di commercio per migliorare le possibilità di rilancio dell’impresa e garantirne la sostenibilità economica. Un progetto in corso d’opera riguarda il monitoraggio dell’iter di tali imprese, fornendo dati e cercando di capire il suo grado di produttività in un’ottica di lavoro.
L’associazione Libera ha un ruolo importante in questi progetti. “La mafia ricerca il controllo del territorio – afferma Tatiana Giannone, settore beni confiscati di Libera – Il controllo si ottiene col lavoro e l’economia ed è per questo che la combattiamo andando a togliere loro gli strumenti con cui lo vogliono ottenere: beni mobili ed immobili”. Libera, dal 1995, si batte contro la mafia con tantissime iniziative, mantenendo vivo il ricordo delle vittime innocenti. Per quanto riguarda la situazione Toscana, i dati confermano un triste record: la tenuta di Suvignano confiscata al tesoriere di Totò Riina è la più grande in Italia per estensione coi suoi 713 ettari totali.
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