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Artisti di Livorno. Ennio Corti, il pittore del mare

Mercoledì 5 Luglio 2017 — 19:06

“Non amo i concorsi di pittura, ognuno ha da esprimere qualcosa e non potrà mai esserci Il giudice supremo che decreta il vincitore assoluto. I giudici più belli sono i bambini, quando rimangono sorpresi da un quadro in particolare, non ha prezzo vedere le loro espressioni”.

di Anna Campani

Il nostro incontro con Ennio Corti è avvenuto davanti al mare di Livorno, alla Rotonda per la precisione. E come poteva essere diversamente? Stavamo passeggiando godendoci l’aria primaverile, quando siamo rimasti  affascinati da alcuni quadri che campeggiavano davanti alla giostra. Avvicinati abbiamo ammirato quelle tele, quei colori, quelle movenze del mare così realistiche e profonde che potevi quasi toccarle. Poi abbiamo conosciuto lui ed abbiamo pensato subito alla nostra rubrica, e quindi dopo qualche tempo eccoci qua.
Oggi per “Artisti di Livorno” presentiamo Ennio Corti, il pittore del mare come ci piace definirlo. Lui che durante la nostra intervista ha addirittura accennato a prendere lezioni di pittura, visto che in realtà è un perito progettista. A sentire questa sua risposta abbiamo sorriso. Caro Ennio, certi talenti si affinano, ma sicuramente non si insegnano. Come puoi dipingere il mare seguendo delle regole?

Che cosa significa per te dipingere? Se tu dovessi descrivere questa tua passione, come la descriveresti?

“Dipingere per me significa entrare in un mondo parallelo in un’altra dimensione, quella reale. Senza finzioni, compromessi. Allontanandomi da tutto ciò che mi distrae dal vero vivere. Un qualcosa fatto solo di sensazioni ed emozioni, quelle emozioni che viviamo osservando i colori che ci circondano, colori che io cerco ogni volta ed umilmente di riprodurre. Una sorta di religione. La mia”.

Il mare, dipingere il mare non è facile come sembra. In una tela è come trasportare l’infinito, cosa ne pensi di questo?
“Trasportare l’infinito sulla tela è notevole …ma la prima cosa che mi viene in mente è la libertà. Dal punto di vista tecnico non essendoci linee o limiti riesco ad esprimermi appieno con le onde e l’acqua in generale. È come fare il bagno nella tela e creare le onde che voglio, tra luci ombre riflessi e trasparenze. Ho provato ha distaccarmi cambiando soggetto, per allenare la mente con nuovi colori, ma dopo un po’ le marine diventavano un’esigenza. Ne vado come in astinenza”.

Il tuo mare, la tua città, che tipo di rapporto hai con loro?
“La mia città è il mio mare e viceversa, non potrei farne a meno. Sono cresciuto sugli scogli. Tutte le mie passioni: pesca, vela, maschera e pinne sono nate qua, nel nostro mare. Poi è arrivata la pittura che ha messo in ombra le altre. Livorno fonte di immensa ispirazione…come potrei rinunciarci ?!”.

Come ti sei avvicinato a questa arte? Quando hai capito che sarebbe diventata la passione di una vita. Ti ricordi la prima volta che ti sei detto “Si, voglio provare a dipingere”
“Mia madre è pittrice si chiama Ennia Demurtas. Ho vissuto in mezzo ai quadri fin da piccolo e per me era la normalità, tanto da non darle l’importanza dovuta. Poi da tecnico volevo inventare un marchingegno per creare i colori. Mia madre diceva che era impossibile creare qualcosa che avesse la stessa sensibilità della mano. Ebbene aveva ragione.  Per capire meglio provai quasi per scherzo a pitturare. Una notte mi sognai degli elefanti che rientravano nella savana e questa fu l’immagine del primo quadro. Venni un po’ preso in giro, in effetti non era il massimo ma mi caricò al punto tale da iniziare il secondo quadro. Un dipinto molto realistico, una rosa. Fu la svolta. In quel momento mi innamorai della pittura ed il quadro fu venduto a breve. Capisci? Avevo venduto il secondo quadro!! Che emozione”.

Raccontami delle mostre alla quale hai partecipato, parlandomi anche della tua prima mostra, quando per la prima volta un tuo quadro è stato esposto, come ti sei sentito?
“Ho partecipato a molte collettive in giro per l’Italia ma nel mio cuore rimarrà sempre Il premio Rotonda 2007, il primo. L’emozione di esserci, di espormi al pubblico. Ho i brividi anche adesso a parlarne. Mi sono sentito come un attore quando si apre il sipario, la stessa paura ed ansia da prestazione che coinvolge ogni artista e che a parer mio non deve mai passare. Poi il contatto ed il consenso avuto fu enorme come d’altra parte furono anche le critiche costruttive con i pittori”.

La luce che preferisci, la sera, la mattina, il tramonto…..il momento della giornata dove ti senti maggiormente ispirato.
“Preferisco l’alba ed il tramonto, più riflessivi con ombre più lunghe, delle volte cupi al limite tra inquietudine e gioia. Rispecchia un po’ la mia personalità”.

Hai un pittore che ti piace particolarmente, se si chi e perché?
“Si chiama Frederick Judd Waugh, era un marinista dell’800. Vorrei avere tutta la sua sensibilità nel catturare l’atmosfera che pervade i suoi quadri. Le sue opere sono al limite del commovente per me”.

Ti piace dipingere nel silenzio o con la musica? Oppure ti lasci trascinare soltanto dal rumore del mare?
“Nella tua domanda c’è già tutto, ti immagini bene. Alle volte il silenzio mi aiuta nei momenti più difficili del quadro, ma la musica è al top delle scelte. Adoro la musica, dal classico al rock più pesante e la scelta va di conseguenza al tipo di quadro al quale sto lavorando. Alcune volte non disdegno musica ambiente con i suoni della natura in primis del mare, ovvio. Ti ho mai parlato del paragone tra musica e pittura? Tra note e pennellate? Ci vorrebbero un’altra intervista”.

Livorno, città di artisti, cosa ne pensi?
“Livorno, l’amore di una vita, la più bisbetica tra le città, non si farà mai domare, come la gente più sanguigna che conosco. Ecco che nascono gli artisti ed i contrasti dei colori e di ogni arte dove si necessita di un tumulto di sentimenti. Dall’irriverenza, all’amore puro che caratterizza questa città guappa più che mai, scusami il livornesismo”.

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