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Unione Inquilini: ecco la situazione “casa” in città

Sabato 24 Settembre 2016 — 09:10

La situazione casa è del tutto fuori controllo e se è vero che i problemi vengono da lontano (nel 2009 è iniziato il diluvio di licenziamenti senza welfare e i conseguenti sfratti di morosità) e alcuni da molto lontano (i vecchissimi e superati PR dei quartieri nord vengono dagli anni 80 e sono stati trascinati per insipienza e disinteresse fino a oggi) ciò non cambia il fatto che la situazione sia diventata intollerabile, e al di la del giudizio sulle responsabilità, che sono più delle vecchie amministrazioni che delle nuove, s’impone un salto di qualità da parte di chi è alla guida della città.

Accogliamo con sollievo alcune buone nuove che il sindaco Nogarin attraverso la stampa ha comunicato, ma solo ripristinando un dialogo con i sindacati casa impegnati nel territorio a diretto contatto con senza casa sfrattati e malealloggiati, si potrà gestire una situazione di una tale gravità.

Naturalmente la notizia del ripristino di corretti rapporti istituzionali tra comune e nuova prefetta ci incoraggia assai, visti che negli ultimi mesi ci era stato negato qualsiasi rinvio, al di fuori di quelli ottenuti dall’ufficio casa attraverso accordi con i proprietari, anche nel caso di situazioni familiari delicatissime, in presenza di minori e invalidi malati.

In attesa che il governo Renzi si decida a risolvere il problema casa in poco tempo, sospendendo il canone libero e rilanciando un nuovo prelievo come la ex GESCAL sulla fiscalità generale, o istituendo un reddito di cittadinanza, non resta che attrezzarsi nei territori per resistere nel miglior modo possibile.

Vogliamo richiamare con fermezza il Sindaco agli impegni presi: a Livorno si devono rapidamente rimuovere i problemi non risolti che impediscono di affrontare al meglio una situazione casa da far tremare i polsi di qualsiasi amministratore.

Prima di tutto occorre un assessore alla casa senza altri incarichi, nel senso che la pur generosa e infaticabile Dimghjni non può assolutamente continuare a occuparsi un pò di sanità, un pò di sociale e un pò di casa.

La commissione oggi più importante (disagio abitativo per sfratti incolpevole) non ha più strumenti per operare, le poche case popolari a disposizione sono assegnate da una vecchia commissione istituita per il disagio sociosanitario-abitativo (casi sociali rilevanti) senza alcun controllo sindacale ( i sindacati non controlliamo le case date in emergenza agli sfrattati e sfollati, extra graduatoria generale, pur avendo la responsabilità e il compito di verificare se gli sfrattati hanno i requisiti d’incolpevole morosità e di chiedere rinvii in base a una programmazione di sistemazioni alternative di cui ci sfuggono spesso principi criteri e logica).

Ogni sfrattato ha diritto di sapere la propria posizione nella lista di attesa delle assegnazioni, e non di aspettare una sistemazione come si aspetta un regalo di Natale.

Porre rimedio a queste disfunzioni non è complicato, il nuovo regolamento del LODE approvato in consiglio comunale, consente un miglior sistema di confronto e relazione tra istituzioni e rappresentanti di sindacati casa.

Va inoltre garantita la presenza continuativa dell’amministrazione nella commissione istituita nel dicembre 2012 LR 75, che deve avere la reale possibilità di individuare percorsi realistici da casa a casa, con una corretta informazione sulle graduazioni previste e sui tempi di attesa prevedibili, in base alla posizione nelle liste di attesa.

Sarebbe bene che fossero invitati nella commissione consultiva, anche rappresentanti delle forze politiche di opposizione che stanno in consiglio comunale, per corresponsabilizzarle nel confronto di un dramma economico sociale del nostro territorio, che richiede partecipazione seria e informata e proposte concrete per soluzioni rapide ed  efficaci, non certo sciocche contrapposizioni pregiudiziali.

Questa commissione potrebbe finalmente tracciare un percorso virtuoso per risolvere un paradosso inaccettabile: l’abbandono al degrado di decine di strutture pubbliche dismesse, e le troppe famiglie gettate sul lastrico dalla perdita di lavoro che sono costrette a occupare in assenza di risorse sufficienti per tutti.

Se poi ci si vorrà render conto che anche i piani di recupero vanno ripensati dentro il progetto generale del nuovo piano strutturale (che ci auguriamo alla fine di conoscere, almeno nelle sue linee generali e programmatiche) forse potremo tutti insieme, in collaborazione con la nuova prefetta, governare al meglio l’emergenza nel nostro territorio.

Daria Faggi

Unione Inquilini livorno

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