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Sciopero. Rifondazione Comunista: apriamo un dibattito

Domenica 3 Luglio 2016 — 09:04

Rifondazione Comunista accoglie volentieri l’invito fatto da Cgil, Cisl, Uil di aderire ed aprire un dibattito sulla piattaforma presentata per lo sciopero unitario di venerdi 1° luglio.

Finalmente le organizzazioni sindacali hanno deciso di non indugiare oltre di fronte alla situazione di grave crisi in economica, sociale e politica che interessa la nostra città ed il suo comprensorio. Poco o nulla si erano fatti sentire i lavoratori e le lavoratrici da quando la situazione è precipitata. Pochi e purtroppo isolati i tentativi di creare un fronte unitario e trasversale, che portasse all’attenzione delle istituzioni e delle associazioni di categoria, l’ottica dei lavoratori e delle lavoratrici nei confronti della situazione cittadina.

Da troppo tempo la città è immobilizzata a causa della contrapposizione frontale tra la giunta M5S ed il PD, impegnati gli uni, in un arroccamento da assedio, gli altri nel ruolo degli assalitori, con il potere preponderante di concedere o revocare finanziamenti in base alle mosse tattiche dell’avversario. Riteniamo purtroppo questa piattaforma figlia di questo scontro perchè debordante su questioni prettamente politiche che poco hanno a che fare con il reale interesse dei lavoratori e delle lavoratrici.

Alcuni punti ci sembrano particolarmente significativi:

Ammortizzatori sociali e sostegno al reddito: Leggiamo che, nell’ottica dello sviluppo degli accordi di programma, un sostegno al reddito si rende necessario in attesa della loro attuazione. Riteniamo invece che i sindacati debbano farsi promotori di un reddito di dignità, che consenta al lavoratore maggior potere contrattuale nei confronti del datore di lavoro, specialmente adesso che le situazioni di soproso e ricatto sono sempre più diffuse nel mondo del lavoro.

Sviluppo industriale ed infrastrutture:  La nostra città non è in declino a causa delle sua inadeguatezza infrastrutturale. Questo processo era già in evidenza quando ancora Livorno poteva godere di una posizione relativa ancora buona rispetto ai concorrenti. L’investimento in infrastrutture è condizione “sufficiente ma non necessaria” da questo punto di vista, consentendo sì il recupero di un gap esistente, ma sviando l’attenzione sulle reali motivazione della desertificazione industriale. Queste sono da ricercarsi invece nel ruolo sempre più marginale di Livorno all’interno dei processi della catena del valore aggiunto di beni e servizi.

Rifiuti: Riteniamo il tema della gestioni dello smaltimento dei  rifiuti uno strumento del grado di civiltà di un agglomerato urbano. La crisi di AAMPS è derivata da anni di errata gestione, ma  siamo ormai arrivati al punto di non ritorno. CGIL CISL e UIL invocano che l’azienda confluisca  in Reti Ambiente ma senza alcuna valutazione di merito rispetto alle conseguenze. Riteniamo che i servizi pubblici debbano rimanere tali anche e soprattutto nella loro proprietà e gestione, sotto questo punto di vista non possiamo non notare una continua  perdità di potere di governance da parte della città  nei confronti delle sue partecipate, a tutto vantaggio di altri centri.

Sanità: In un referendum molto vissuto in città, i cittadini si erano espressi nettamente sulla contrarietà dello spostamento del presidio da v.le Alfieri a Montenero. CGIL CISL e UIL ritengono poco sostenibile la ristrutturazione dell’attuale struttura, parimenti alle tesi dll’assessore Saccardi.  Il problema non è solo tra vecchio e nnuovo ospedale, ma come verrebbe finanziata la nuova opera senza privatizzazioni mascherata (project financing) e come impedire che la vecchia area finisca in mano ai privati gettandola tra le braccia della speculazione. Certo è che, su uno dei pochi temi pubblicamente dibattuti a Livorno, nessun privato cittadino livornese ha avuto modo di poter capire da dove saltino fuori queste cifre. All’interno di un processo partecipato la Città si è espressa, i livornesi meritano che le loro scelte vengano rispettate senza indugiare oltre.

Appalti: Condividiamo l’impostazione data a quest’ultimo punto che, a causa delle vertenze aperte e nell’ottica di fermare l’arretraento delle condizioni di lavoro, avvrebbe meritato forse di essere al primo posto. Principi basilari come la clausola sociale nei cambi d’appalto, il mantenimento dei diritti acquisiti o l’applicazione del CCNL prevalente, devono poter trovare in via definitiva una loro applicazione univoca. Ci uniamo all’appelllo affinchè istituzioni ed associazioni datoriali, rispondano positivamente. Certo è evidente come quest’ultima presa di posizione contrasti con la vaghezza dell’impianto dell’intera piattaforma.

Rifondazione Comunista, Federazione di Livorno, la Segreteria

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