Ricerca scientifica, verità e trasparenza. Come potrebbe cambiare lo scenario politico?
Se la pandemia di Coronavirus sta timidamente alimentando qualche tiepida speranza che la politica italiana si emancipi dalla politica degli slogan – perché con gli slogan non si risolve questo immenso problema- le strumentalizzazioni della destra sovranista, la crisi economica che seguirà potrà facilmente diventare terra di conquista.
In questa prima fase di fronte ad una pandemia così indiscriminata ed imprevista, i leader populisti sembrano aver momentaneamente attutito la voce: i tentativi di incolpare i migranti, la politica di apertura sui confini a causa dell’emergenza Coronavirus sono passati in secondo piano, non è più trend topic parlare del blocco navale, hanno capito che ottengono più like parlando dell’epidemia. L’attenzione dei media e del grande pubblico si è spostata dai barconi ai balconi gremiti del corona virus. D’altro canto la paura e la deferenza hanno, almeno per un momento, reso i cittadini meno inclini a mettere in discussione i governi tradizionali per rivolgersi agli scienziati piuttosto che ai venditori di pozioni magiche del web.
La reazione decisa di un governo che solo poche settimane fa era percepito come accidentale e temporaneo, sta guadagnando consenso ai danni dell’estrema destra. Certamente il suo successo dipenderà dai risultati della lotta alla diffusione del virus.
D’altro canto come popolo abbiamo dimostrato che storicamente si riesca a resistere a emergenze di ogni tipo. Crisi economica, mafia, terrorismo, migrazione, corruzione, calamità di ogni tipo che a intervalli regolari non sono riuscite a metterci in ginocchio. Una rete di imprese ben radicato, creatività, ricerca, competenze, organizzazioni della società civile, turismo culturale, la facoltà di aderire positivamente ad un emergenza civile ed un consolidato sentimento di solidarietà sociale, spiegano la nostra capacità di rispondere alla crisi, entro significative variazioni regionali.
Tra le mie preoccupazioni, in primis vi è l’ipotesi di dover condizionare ulteriormente libertà individuali ai danni del mercato, e qualora questa epidemia di virus mutasse, se fosse stagionale, se le diverse scadenze dei diversi paesi europei creassero ondate diverse di contagio e di crisi. E se in corso d’opera il governo dovesse rivedere delle misure? E se non dimostrasse lungimiranza nella gestione degli aiuti? Il click day per gli autonomi per esempio… Sarebbe un messaggio politico difficile da far digerire alle persone. E col tempo i governi si troverebbero un popolazione stravolta dal dolore, economicamente più povera e maggiormente frustrata e arrabbiata, probabilmente pronta ad acconsentire o addirittura chiedere maggior autoritarismo nella gestione della cosa pubblica.
La Lega di Salvini potrebbe strumentalizzare questa emorragia, affluendo ulteriormente verso la estrema più estrema. Il punto è che crisi come questa non mostrano necessariamente la politica sovranista per la truffa che rappresenta. Troppi indugi nelle politiche di contenimento da adottare anche se per eccesso di responsabilità, potrebbero far sembrare l’attuale governo fragile nella gestione dell’emergenza, e di conseguenza potrebbero venir strumentalizzati dalle destre, per giustificare misure e posizioni più autoritarie. E’ bastata una gaffe della Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, che l’estrema destra italiana ha cominciato a alimentare patriottici proclami anti europei. Quanto più questo Governo si avvarrà di esperti, di medici e virologi, utilizzando una comunicazione trasparente e decisa, quanto meno i sovranisti potranno trovare spiragli di opposizione.
Auspico un modello di governo completamente nuovo che associ competenza, conoscenza e informazione. Dobbiamo ancora salvarci da quella combinazione di tecnologia digitale e politica populista, che ha condizionato gli ultimi governi italiani. Dobbiamo urgentemente riaffermare i valori quali sostegno alla ricerca scientifica, verità e ragione, il modo in cui eserciteremo questa competenze sarà il terreno della sfida. I democratici potranno riconquistare la fiducia solo mediante fatti concreti e nelle dimostrazione di competenze, in una modalità che abbia senso per le persone comuni. In tempi di pandemia il valore del loro lavoro sarà giudicato dal successo delle misure adottate contro il contagio. In una crisi che promette di sopraffare inizialmente i nostri sistemi e di registrare un’ ingente perdita di vite umane, il successo riguarderà anche la dimostrazione che qualunque cosa fatta, sia stata fatta a tutela delle persone, specialmente quelle dei meno abbienti e più vulnerabili. La responsabilità del Governo in questa fase non si limita ad esercitare le scelte giuste, ma anche nel saperle comunicare, ed utilizzare la tecnologia digitale per condividere un rinnovato codice etico. Qualora il governo non attui un certa trasparenza nel processo decisionale, nella sua comunicazione e di conseguenza non riesca a produrre consenso attorno alle sue politiche, la crisi in cui ci troviamo li supererà.
In questo senso la crisi del coronavirus è un test politico, un test di solidarietà, ma anche un test di trasparenza. È un’opportunità per dimostrare che per accrescere la fiducia nel governo, il governo debba fidarsi dei propri cittadini, tutelandone i diritti fondamentali, sostenendo le aziende rimaste inattive e tutto il comparto dei beni culturali, della cultura e dello spettacolo per esempio con una sensibile operazione di supporto economico. In un momento così delicato, coerenza, trasparenza e lungimiranza devono guidare l’agire politico. Credo che l’appello all’italianità, come collante per consolidare il senso di una comunità unita e solidale sia in realtà molto importante, ma solo se lo si sostiene con la cultura. L’italianità cui bisogna appellarsi non coincide con l’esaltazione di icone e di una resilienza tipizzata, per come è sbandierata e strumentalizzata dai partiti della destra. Ha bisogno oggi più che mai di essere corroborata e nutrita da un vivace risveglio culturale che riscopra anzitutto i valori distintivi come creatività e senso critico.
Questo è ciò che ci salverà dal Coronavirus e dalla deriva strumentale del sovranismo.
Luca Zannotti
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