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Quante stranezze intorno al business dell’inceneritore

Mercoledì 31 Agosto 2016 — 12:31

In questi giorni le forze politiche livornesi hanno polemizzato tra loro sulla vicenda dell’amianto, la cui pericolosità è stata dimostrata da studi scientifici sin dai primi anni del novecento ma che in Italia è stato utilizzato “a norma di legge” fino al 1992.
Vorrei che non ci si ritrovasse tutte le volte solo a piangere sul latte versato, per questo motivo varrebbe la pena per i politici occuparsi del problema degli inceneritori, fonte accertata di malattie gravissime che colpiscono anche e soprattutto i bambini, nonostante le emissioni siano, anche stavolta, “a norma”.
Invece il PD, che sui rifiuti ha strepitato per due anni contro Nogarin, da quando ha scoperto che l’Aamps “a 5 stelle” vuole raddoppiare i rifiuti importati da incenerire a Livorno (e proprio da quella Retiambiente s.p.a. a cui ufficialmente il sindaco farebbe la guerra) ha miracolosamente cessato le ostilità sull’argomento. Qualcuno ci spiega perché PD e M5S ora si trovano d’accordo?
I cittadini avrebbero diritto anche di sapere perché Aamps ha deliberatamente ignorato gli indirizzi ufficiali firmati dal sindaco in merito alla chiusura dell’inceneritore (“una delle principali cause della crisi aziendale” secondo la stessa Aamps) “nel quadro del procedimento di concordato”. Come mai il sindaco accetta di non essere obbedito dai suoi amministratori?
Ci piacerebbe anche sapere perché il sindaco ha scelto manager che hanno esperienze professionali in gruppi industriali come A2A, che non solo è tra i maggiori creditori di Aamps in quanto smaltisce in discarica a caro prezzo le ceneri prodotte al Picchianti, ma è anche in lizza per comprarsi le azioni di Retiambiente e assumerne il controllo, dopo che questa avrà assorbito anche l’Aamps ripulita dai debiti.
Infine, visto che la legge fallimentare prevede all’art. 161 la presentazione di una relazione che asseveri la veridicità dei dati contenuti nel piano di concordato, qualcuno dovrebbe spiegarci perché invece l’advisor scelto per Aamps nelle premesse del piano (pag. 2) si è preoccupato di ripetere più volte di non aver effettuato alcuna verifica dei dati e di non prendersi la responsabilità delle informazioni fornite dall’azienda.
Quante stranezze intorno al business velenoso dell’inceneritore, ma questo è solo l’inizio.

Andrea Romano – Resistere! Azione civica

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