Livorno e il modello della città dei 15 minuti, l’analisi di Confcommercio
La presidente Marucci: "Per quanto riguarda la distribuzione commerciale, il nostro capoluogo di provincia è al quarto posto nazionale dietro Torino, Milano e Pescara. Secondo la classifica, al 71% dei residenti livornesi bastano 15 minuti a piedi o in bici per raggiungere un supermercato, e il 75% è servito da almeno da un esercizio della piccola distribuzione. Che Livorno si collochi tra le migliori nella piccola distribuzione è un punto d'orgoglio. Ma non riposiamo sugli allori. Alcune aree necessitano di accurata pianificazione affinché la rete di attività che contribuisce alla vitalità dei quartieri venga mantenuta e sviluppata"
Livorno e il modello della città dei 15 minuti: la sfida della distribuzione sostenibile. Il comunicato di Confcommercio Livorno sullo Studio Tagliacarne/Sole 24 Ore
Il concetto di “città dei 15 minuti” è un modello di pianificazione urbana che mira a migliorare la qualità della vita dei cittadini riducendo la necessità di spostamenti lunghi per accedere ai servizi essenziali. Questo modello prevede che ogni abitante possa raggiungere lavoro, scuola, negozi, strutture sanitarie, spazi verdi e altre necessità quotidiane in un tempo massimo di 15 minuti a piedi o in bicicletta. Per quanto riguarda la distribuzione commerciale, l’analisi colloca il nostro capoluogo di provincia al quarto posto nazionale dietro Torino, Milano e Pescara. Secondo la classifica, infatti al 71% dei residenti livornesi bastano 15 minuti a piedi o in bici per raggiungere un supermercato, e il 75% è servito da almeno da un esercizio della piccola distribuzione. “La capillarità della GDO a Livorno è nota”, commenta il direttore della Confcommercio provinciale Federico Pieragnoli, ma dai dati risulta anche quanto solida e vivace resti la particolare tradizione del piccolo commercio in sede fissa e ambulante. La coesistenza equilibrata tra GDO e commercio di vicinato è fondamentale per garantire un’adeguata distribuzione dei servizi e mantenere viva la rete economica e sociale della città. Si nota una minore capillarità del commercio in ambito extraurbano, e qui è necessario sostenere il piccolo esercizio, servizio essenziale per i cittadini”. L’accessibilità dei servizi è stata misurata per la prima volta grazie all’indice realizzato nell’ambito del progetto Urban Pulse 15 del Centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, in collaborazione con Il Sole 24 Ore. Questo indice, utilizzando tecniche di geo-analytics, ha calcolato la quota di popolazione in grado di raggiungere in 15 minuti a piedi almeno un negozio della grande distribuzione organizzata (iper e supermercati, discount e minimarket) o del piccolo commercio al dettaglio (panifici, macellerie, pescherie, fruttivendoli, ecc.) “Attualmente, secondo i dati riportati dal Sole, solo il 39% degli italiani vive in città che permettono di raggiungere comodamente a piedi o in bicicletta i servizi di base. Che Livorno si collochi tra le migliori nella piccola distribuzione è un punto d’orgoglio” aggiunge la presidente provinciale Confcommercio Francesca Marcucci. “Ma non riposiamo sugli allori. Alcune aree necessitano di accurata pianificazione affinché la rete di attività che contribuisce alla vitalità dei quartieri venga mantenuta e sviluppata”. “La competizione è molto alta”, conferma Pieragnoli, “per cui i profitti, soprattutto delle micro imprese a gestione familiare, sono risicati e i bilanci sempre sul filo del rasoio. Il rapporto personale con i clienti, la prossimità, l’accessibilità, sono elementi che, insieme ai servizi pubblici, saranno sempre più decisivi per le città. Per questo motivo, prima che i nostri piccoli imprenditori abbandonino le zone più difficili e meno redditizie, dobbiamo lavorare per non lasciare sole le micro imprese, con sgravi fiscali e riduzione delle imposte”. “Per altro”, avverte la presidente Marcucci, “le percentuali per le quali Livorno capoluogo emerge al quarto posto nella classifica delle città a 15 minuti, si differenziano enormemente da quelle del resto della provincia. Qui abbiamo il 37% e il 40,3% rispettivamente per la raggiungibilità di grande e piccola distribuzione. Percentuali in linea con il carattere tipico dei piccoli borghi e delle località che si popolano essenzialmente durante la stagione estiva. E anche in questi centri minori il negozio di vicinato deve essere valorizzato per il ruolo di aggregatore sociale che gli spetta”.
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