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Lenzi: “Mi scuso dal profondo del cuore. Qui motivo le mie dimissioni”

Giovedì 10 Ottobre 2024 — 17:10

Caro sindaco, nel consegnarti, come da tua richiesta, le mie dimissioni con effetto immediato, permettimi intanto di ringraziarti per l'opportunità che mi hai dato in questi anni di servire la mia città...

Caro sindaco,

nel consegnarti, come da tua richiesta, le mie dimissioni con effetto immediato, permettimi intanto di ringraziarti per l’opportunità che mi hai dato in questi anni di servire la mia città. Sono fiero, come lo sei tu, di tutte le belle cose che abbiamo fatto insieme. Ricordo i giorni della mostra di Modigliani, la bellezza di Terrazza Mascagni nei giorni del Festival. Ti lascio adesso due musei, quello di Città e Casa Medici, che, chi avrà il mio posto, potrà, se vuole, inaugurare entro l’anno. Ti lascio mille cose, grandi e piccole, nelle quali ho messo con gioia il mio impegno in questi anni. Allo stesso tempo, mi scuso con te e con i colleghi della Giunta per il fastidio che vi ho arrecato in questi giorni: l’ho già fatto pubblicamente, lo faccio qui di nuovo, dal profondo del cuore. Detto questo, mi corre inevitabilmente l’obbligo di motivare, per parte mia, le dimissioni che mi hai chiesto e che io qui ti consegno, non essendo affatto disposto ad accettare motivazioni fornite da altri:

mi dimetto, per quanto ho potuto capire, a causa di alcuni post su twitter (ora X). Uno, ad esempio, nel quale mi prendevo il diritto di stigmatizzare un’opera di marketing “artistico” che ritenevo stucchevole. Purtroppo per me ho sempre pensato che prerogativa dell’arte non fosse quella di fare prediche ma quella di porre domande, che servisse a formulare enigmi e non a dare soluzioni. Che potesse insegnare a pensare, senza dirci cosa dobbiamo pensare. In questo caso, per capirsi, se qualcuno sostituisse la statua in questione con un bigliettino con scritto “transwomen are women” non ci sarebbe alcuna perdita di senso, essendo il senso davvero tutto lì. Motivo per cui non si capisce bene il bisogno di darsi tanta pena per fare una statua quando, appunto, ci bastava un bigliettino. Ma va bene, per carità, cedo il passo agli amanti dell’arte didascalica e mi dimetto,

Un altro post, poi, nel quale mi permettevo di ironizzare prima di tutto su me stesso, che, in quanto prossimo alla vecchiaia, mi sento ormai liberato dall’ansia di dovermi identificare in una delle ventotto categorie di identità sessuale asseverate, fra le quali, ad esempio, compaiono la lithsexual e la skoliosexual, qualunque cosa questo voglia dire. Se però ti interessasse saperlo, il mio genere, a 56 anni, è ormai soprattutto ironic. Purtroppo per me, però, ironic non compare fra le ventotto identità autorizzate e per questo vengo discriminato. Ma va bene: poiché non sono tassonomizzato, mi dimetto. Potrei andare avanti, spiegando anche gli altri due post. E lo farei davvero volentieri, ma perché farla lunga? Del resto, nessuno mi ha chiesto alcuna spiegazione. Nemmeno quelli della lista a cui ho contribuito a far prendere più del 4 percento e che ora siedono in Consiglio Comunale. Tempo per le spiegazioni infatti non c’è stato, perché non mi è stato dato. Per questo, vengo subito alla sostanza politica delle mie dimissioni: mi dimetto perché alla sinistra, che avevo visto sin qui come la roccaforte di ogni libertà, la libertà più autentica non interessa affatto. Essendo piuttosto il narcisismo etico l’unica molla ormai capace di muoverne i riflessi condizionati, capisco bene che l’unica cosa importante davvero per tutti voi sia adesso posizionarsi, quanto più in fretta possibile, dalla parte dei giusti e dei buoni. Per essere giusti e buoni davvero,magari, avrete altre occasioni in futuro: ve lo auguro di cuore, insieme all’augurio che vi faccio di continuare a ottenere il meglio per la città. Rigetto però con forza e rispedisco al mittente l’accusa ridicola di omofobia, di transfobia e di qualunque altra fobia, perché, sia chiaro, io non ho paura di nulla. Soprattutto di nessuna sacrosanta libertà umana, a partire da quella di esprimere la propria sessualità come meglio si crede, nel rispetto di tutti. E se non sono bastate tutte le delibere che ho convintamente votato, in questi anni, in favore della comunità LGBTQ+, allora ancora più volentieri firmo le mie dimissioni, perché, alla fine della giostra, la mia libertà di espressione e di pensiero non si inginocchierà mai sull’altare di questa ipocrisia. Gli uffici, da me già allertati, provvederanno al passaggio di consegne con la mia successora. Passerò domani in ufficio a prendere le mie cose. Un sentito augurio di buon lavoro e un sincero in bocca al lupo!

Simone Lenzi

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